Visualizzazioni Totali

TRA I PRIMI IN ITALIA A PARLARE DI BITCOIN (DAL 2012!): PER ESSERE SEMPRE AGGIORNATI SULLE NOVITA' TECNOLOGICHE DEL WEB SEGUITE LA PAGINA FACEBOOK (LINK A SINISTRA)

lunedì 24 ottobre 2016

Wikileaks e Le Mail Trafugate a Podesta ed Hillary Clinton

Nel luglio scorso, WikiLeaks aveva hackerato e pubblicato oltre 20 mila e-mail nelle quali membri del Comitato democratico discutevano di come eliminare Bernie Sanders dalla corsa per la presidenza USA.
Wikileaks inoltre nel 2008 rivelò l'indirizzo della email di Barack Obama (bobama@ameritech.com), prima che diventasse presidente.
Il caporedattore australiano Julian Assange, in questi giorni sta diffondendo diverse migliaia di mail dell'epoca, alcuni delle quali di John Podesta (presidente della campagna elettorale della moglie di Bill Clinton, Hillary ma all'epoca responsabile della transizione di Obama).
Membri del team attuale di Hillary Clinton (Podesta e Jennifer Palmieri) in alcune email rese pubbliche sono accusati da esponenti Repubblicani di dichiarazioni anti cattoliche e anti evangeliche.
Il cardinale arcivescovo di New York, Timothy Dolan, ha chiesto alla candidata democratica alla Casa Bianca Hillary Clinton di dissociarsi dai commenti anti-cattolici fatti dal presidente della sua campagna elettorale John Podesta, affermando che sono stati "un insulto nei confronti dei cattolici".   Nelle email del 2008 tra Podesta e Obama inoltre si discutevano alcune mosse in vista dell'allora transizione di potere alla Casa Bianca.
Una di queste riguardava se accettare o meno un invito dell'allora presidente George W. Bush a partecipare all'imminente G-20 per discutere della risposta globale alla crisi economica.
Accettare significava essere associato non solo alle sue politiche ma anche alla sua posizione molto debole sull'arena internazionale.
Lo staff suggerì una serie di opzioni per uscire dalla situazione, senza mandare un segnale pubblico che Obama non voleva collaborare con Bush.  
La Casa Bianca ha declinato di commentare le email o di confermare la loro autenticità, continuando a rifiutare di fornire valutazioni su email rubate di un privato cittadino, ossia di John Podesta.   Secondo alcuni media americani, il gruppo russo di hacker Fancy Bear sarebbe dietro l’hackeraggio subito da Podesta, da Colin Powell e dal Comitato nazionale Democratico (DNC) americano. L'intenzione di Wikileaks è di pubblicare altri dati sul candidato democratico alla vicepresidenza Tim Kaine e alla presidente del Comitato democratico, Donna Brazile.
Il numero uno della campagna elettorale di Hillary Clinton, John Podesta, ha accusato il fondatore di Wikileaks Julian Assange di aiutare il rivale repubblicano Donald Trump nella corsa elettorale alle Casa Bianca e nello stesso tempo la Russia di essere dietro l'ultimo attacco hacker al suo account Gmail, dopo il quale il sito di Assange ha pubblicato migliaia di mail personali del consigliere politico della candidata democratica.
Podesta ha descritto la tempistica della fuga di notizie, e la pubblicazione su Wikileaks avvenuta venerdì, quantomeno curiosa essendo avvenuta poco dopo che il Washington Post aveva pubblicato il video shock di Trump sulle donne.


DONALD TRUMP E I REPUBBLICANI
Dal canto suo Donald Trump ad un raduno in Florida, parla di Wikileaks come di una "finestra" nei "corridoi segreti del potere governativo".
E' quindi tornato a minacciare di istituire, se eletto, un tribunale speciale per indagare sulle email spedite dalla Clinton da un indirizzo privato quando era segretario di Stato.
Ma sul candidato repubblicano arriva una pesante tegola dai vertici delle Nazioni Unite.
Il principe giordano Zeid Ra'ad Al-Hussein, ha detto: "Credo che se Donald Trump fosse eletto, sulla base di quello che ha già detto e a meno che non cambi, sarebbe pericoloso da un punto di vista internazionale".
E ha anche aggiunto che alcune sue frasi sono "profondamente inquietanti e fastidiose", in particolare sulla tortura e sulle "persone vulnerabili".
Riguardo le elezioni, secondo lo staff di Clinton, più del 40% dell'elettorato voterà prima dell'8 novembre nei cosiddetti Swing State.
Proprio per questo il nome del prossimo presidente potrebbe arrivare ben prima dell'Election Day.
Forse decisiva sarà la Florida (appannaggio dei democratici).
C'è da dire che qui i repubblicani sono comunque riusciti a ridurre la distanza che avevano accumulato contro i democratici nelle registrazioni al voto: quattro anni fa si trattava di un buco di mezzo milione di persone, che oggi si è ridotto a 274mila circa.
Un simile trend si sta verificando anche in North Carolina, Nevada e Pennsylvania.


JULIAN ASSANGE
Julian Assange nega ogni ruolo nella pubblicazione di documenti relativi alla campagna elettorale statunitense.
Lo ha specificato il sito Wikileaks che ha sottolineato come nulla sia stato pubblicato dall'ambasciata di Londra dell'Ecuador (dove Assange è rifugiato), "né da lì ha trasmesso alcun documento".
La notizia arriva dopo che martedì scorso l'ambasciata di Londra dell'Ecuador ha deciso di privare Assange del collegamento ad internet.
Ad ogni modo, il fondatore di Wikileaks è impegnato in una lotta personale con Clinton dal 2010, quando lei era segretaria di Stato, e lui aveva pubblicato rapporti diplomatici segreti e imbarazzanti. Questo aveva portato alla «persecuzione» di Assange, oggi nascosto nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, per evitare l’arresto per un’accusa di stupro in Svezia.
Dal suo rifugio Julian ha minacciato di distruggere le ambizioni presidenziali di Hillary, sostenendo di avere circa 50.000 mail della sua campagna.
I portavoce della Clinton notano che questi documenti sono stati ottenuti illegalmente, col probabile aiuto dell’intelligence russa, che vuole influenzare le elezioni dell’8 novembre favorendo Trump.
Forse il "meglio" verrà pubblicato nei prossimi giorni, nello sprint finale della campagna elettorale.
Intanto il 23 ottobre 2016 è morto Gavin MacFadyen, direttore di Wikileaks e grande amico di Assange.

Nessun commento:

Posta un commento