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domenica 2 luglio 2017

La Storia Del Wi-Fi e Le Classi 802.11

Nel 1999 nasceva ufficialmente il Wireless Fidelity che ai più non dirà niente, anche perchè il significato dell'acronimo rimane molto controverso.
Formalità nominali a parte, stiamo parlando della tecnologia che ha rivoluzionato la rete Internet: il Wi-Fi.
Da allora il Wi-Fi è diventato uno dei principali standard per la trasmissione dei dati in formato digitale tra più dispositivi ed ovviamente senza fili.
Il simbolo quindi i colori bianco e nero si intrecciano tra loro a indicare la possibilità di scambio di informazioni, tramite onde radio (e quindi campi elettromagnetici).


I PRIMI ESPERIMENTI
I primi esperimenti assimilabili allo sviluppo della tecnologia Wi-Fi risalgono addirittura al 1971, con gli studi su una rete wireless basata sulle comuni frequenze radiotelevisive UHF.
Anche se la Wireless History Foundation, attribuisce la nascita della rete wireless addirittura al 1896 e al primo messaggio telegrafico inviato senza fili da Guglielmo Marconi.
Tornando invece nel 1900, precisamente a metà anni 80 la sperimentazione si è intensificata in particolare negli USA, grazie anche alla decisione della Federal Communication Commission (FCC) di aprire la ricerca su alcuni spettri di trasmissione wireless senza necessità di alcuna licenza governativa.
Nel giro di pochi anni sono arrivati i primi risultati di rilievo: nel 1991, ad esempio, sono stati prodotti i primi apparecchi wireless.
Si chiamavano WaveLAN e hanno rappresentato uno dei principali precursori dello standard 802.11.


LA NASCITA UFFICIALE
La prima versione ufficiale del protocollo denominato “IEEE 802.11” nasce nel 1997.
Questa connessione raggiungeva la velocità di 2 Mbit al secondo.
Due anni più tardi, nel 1999, ha visto la luce il protocollo 802.11b, quindi la nascita ufficiale è questa.
Da quel momento, lo sviluppo di questa tecnologia e il suo propagarsi non si sono ancora arrestati, anzi fanno registrare nuovi record anno dopo anno.

Nicola De Carne, CEO di Wi-Next:
"Ho visto il Wi-Fi passare attraverso diversi anatemi per cui doveva perire per fare spazio a tecnologie che, secondo gli analisti, sarebbero state più affidabili e pervasive, prima l’UMTS, poi, dopo qualche anno, il WiMax, a seguire le chiavette USB-3G e adesso la tecnologia LTE, commercialmente conosciuta come 4G, che promette la possibilità di collegarsi ad Internet in mobilità ad una velocità prossima ai 300 Mbps.
Con il passare degli anni il Wi-Fi non solo è sopravvissuto all’affacciarsi di queste tecnologie, che in alcuni casi a loro volta hanno dovuto cedere il passo come per il WiMax, ma si è dimostrata una delle poche tecnologie di comunicazione Wireless in grado di evolversi continuamente affermandosi di fatto come l’unica soluzione sostanzialmente standard in tutto il mondo, economica, semplice da utilizzare e soprattutto, libera"

Grazie alle sue caratteristiche, esso è stato utilizzato come veicolo principe per la connessione a Internet in ogni ambito di utilizzo: domestico, aziendale, sportivo, commerciale, etc.
Sempre più veloce, efficiente e adattabile, il wireless ha contribuito ad abbattere i costi della diffusione di Internet, ha aperto alle piccole e medie imprese la possibilità di fare business attraverso la Rete e, grazie all’impiego di sistemi Wi-Fi, ha permesso anche alle piccole attività di condurre campagne di marketing.


MA COME FUNZIONA?
Una rete Wi-Wi è identificata attraverso un SSID (Service Set IDentifier), ovvero un nome pre-impostato o scelto dall’utente che permette di riconoscere una data rete.
Ogni rete può essere composta da uno o più access point (o hotspot), ovvero di un punto d’accesso o più punti di accesso alla rete stessa che fungono da “sorgente” del segnale, e uno o più client che si connettono alla rete.
Il segnale wireless di un singolo access point, solitamente copre un’area di una 50ntina di metri, ma può essere esteso in diversi modi.
Si può amplificare, ad esempio, attraverso il collegamento di differenti access point tramite cavo; oppure creando  un “ponte” wireless con ripetitori di segnali come gli amplificatori Wi-Fi che “catturano” il segnale di un access point e lo ritrasmettono amplificato (si tratta di onde radio).
La funzione del router o detto anche access point è quella di trasmettere ogni 100 ms, un pacchetto dati, chiamato beacon contenente lo SSID della rete e altre informazioni, come il protocollo di sicurezza utilizzato.
Il client (un computer dotato di scheda Wi-Fi o un ripetitore di segnale) si collega alla rete di un SSID noto (ossia a una rete alla quale già ci si è connessi in precedenza), oppure a quella dal segnale più forte e che quindi garantisce le prestazioni migliori.
Nel caso in cui la rete sia protetta, l’utente dovrà inserire la password.
Esistono differenti protocolli di sicurezza: WEP, WPA e WPA2.
Tra questi tre il più sicuro è il WPA2 dato che permette di crittografare le chiavi di sicurezza con l’algoritmo AES (Advanced Encryption Standard) a 256 bit.


CLASSI WI-FI
Le classi Wi-Fi sono identificate dal numero 802.11 seguito da una lettera dell’alfabeto.
La prima certificazione, rilasciata nel 1999, è la 802.11a, seguita poco dopo dalla certificazione 802.11b.
Nel giugno 2003 viene rilasciata la certificazione 802.11g, che fa segnare un netto miglioramento nelle prestazioni (sia per la forza del segnale sia per i picchi di velocità raggiungibili) rispetto ai due predecessori.
Lo standard 802.11g lavora sulla banda di frequenza da 2,4 GHz, copre aree di circa 100 metri e permette teoricamente la trasmissione di dati fino a 54Mbps (Mega bit per secondo).
Un ulteriore avanzamento delle prestazioni si è avuta con la certificazione 802.11n, rilasciata nel 2009.
Questo nuovo standard si basa sull’utilizzo di diverse antenne MIMO che lavorano sulle frequenze di 2,4 GHz e 5 GHz.
Così facendo, si può rafforzare ulteriormente il segnale e raggiungere velocità sino a 600 Mbps.
Altro standard è lo 802.11ac, che funziona esclusivamente sulla banda da 5GHz con velocità teoriche di 3 Gb/s (3 milione di bit per secondo).

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