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venerdì 19 gennaio 2018

La Storia Del Bluetooth e La Leggenda Di Re Aroldo I

L'idea del Bluetooth o comunque di quello che sarà il Bluetooth venne alla Ericsson nel 1994.
Nel 1996 un drappello di grosse aziende tecnologiche (Intel, IBM, Ericsson, Toshiba e Nokia, che all’epoca se la passava molto meglio di adesso. Poi si aggiunsero 3com, Microsoft e Motorola) si impegnò per la costruzione di un nuovo standard per la trasmissione di dati (tra cellulari) senza fili a corto raggio, in modo da potere mettere in comunicazione dispositivi tra di loro senza particolari ostacoli dovuti a modelli e marche.
Una sera, nell’estate del 1997 a Toronto, l’ingegnere di Intel Jim Kardach uscì per bere qualcosa insieme a Sven Mattisson, un suo collega impiegato di Ericsson.
Kardach all’epoca aveva portato avanti un sistema che si chiamava Business-RF, mentre Mattisson una soluzione simile chiamata MC Links.
Nokia non era stata da meno e nell’ambito del progetto aveva promosso una sua tecnologia, chiamata Low Power RF, ma stando ai racconti nessuno dei suoi ingegneri era presente alla bevuta.


LA STORIA DI AROLDO I CHE ISPIRO' IL NOME
Kardach e Mattisson chiacchierarono a lungo e a un certo punto si misero a parlare anche di storia. Mattisson aveva appena finito di leggere "Le Navi Dei Vichinghi" ("The Long Ships") di Frans G. Bengtsson, un libro che parlava dei viaggi dei guerrieri danesi durante il regno di Aroldo I "Blatand" di Danimarca (“Dente Blu/Azzurro”).
Come accadeva spesso nel Medioevo, anche re Aroldo I era conosciuto con un soprannome: Blátǫnn, che significa appunto “Dente Blu”.
Non si sa di preciso perché fosse chiamato così, ma secondo diversi studiosi aveva probabilmente un dente malato (forse non vitale), che appariva più scuro degli altri.
Ma ci sono diverse altre teorie, ad esempio il fatto che indossasse spesso abiti blu.
Ispirato dalla conversazione sulla storia della Danimarca con Mattisson, Kardach in seguito lesse un libro sul tema imparando altre cose su Dente Blu.

Kardach spiegò l’illuminazione che ebbe da quella lettura: “Aroldo I aveva unito la Danimarca e aveva cristianizzato i danesi! Mi resi quindi conto che il suo soprannome sarebbe stato ideale per dare un nome al progetto cui stavo lavorando”

Kardach illustrò la sua idea di chiamare il sistema Bluetooth a una riunione con alcuni responsabili del marketing, ma in quell’occasione si decise di tenere il nome solo provvisoriamente in attesa di qualcosa di meglio.
Quando il sistema era quasi del tutto pronto, i partecipanti al progetto scelsero la proposta portata avanti da IBM di chiamarlo PAN (Personal Area Networking).
Ma il nome era troppo generico e quindi alla fine venne mantenuto il nome "inglesizzato" Bluetooth ma sempre con l’idea di cambiarlo il prima possibile.
Cosa che non avvenne perchè il successo fu fulmineo.
Per il logo stesso del Bluetooth si scelse di ricorrere alla cultura e alla storia della Scandinavia.
Il logo che tutti hanno imparato a riconoscere è il frutto della combinazione di due “rune”, i segni dell’alfabeto segnico usato dalle antiche popolazioni germaniche.
Le rune ᚼ e ᛒ fanno riferimento alle iniziali di re Aroldo I e combinate insieme portano al logo del Bluetooh.
L’unione delle due rune allude efficacemente all’idea alla base del sistema: mettere insieme e far comunicare milioni di dispositivi, costruiti da centinaia di aziende diverse in giro per il mondo.


FUNZIONAMENTO
Tornando al progetto, gli obiettivi iniziali del gruppo era lo sviluppo di una nuova tecnologia ad onde corte per far comunicare a breve distanza, creando uno standard fisso, più dispositivi.
Si doveva trattare però di uno standard aperto.
Già nel mese di aprile del 1999 il consorzio contava ben 600 membri.
Nel mese di luglio dello stesso anno uscirono le prime specifiche tecniche del neonato Bluetooth.
Da quel momento varie versioni del Bluetooth sono state ratificate dal SIG, tutte rispondenti ai requisiti di interoperabilità, armonizzazione della banda e promozione della tecnologia.
I primi prodotti Bluetooth uscirono sul mercato durante il 2000.
Ovviamente per un lancio commerciale di massa occorrerà attendere qualche anno.
L'idea era di permettere il trasporto di dati e di voce a corta distanza, grazie ad uno standard dai costi molto bassi, che utilizza pochissima energia e che può essere facilmente implementato in qualsiasi dispositivo.
Le specifiche tecniche del Bluetooth definiscono una trasmissione ad onde radio a breve o media distanza, fino ad un massimo di 100 metri, capace di trasportare sia trasmissioni voce che dati.
La banda utilizzata è quella che va da 2.4 a 2.48 Ghz, utilizzando il Frequence Hop (FH), un segnale full duplex che arriva fino a 1600 hops al secondo, e dividendo la banda di frequenza in 79 sottocanali, tra i quali il salto della trasmissione, con intervalli da 1 Mhz, per consentire un'alta immunità alle interferenze.
Utilizzando particolari accorgimenti tecnici, il numero dei dispositivi che si possono unire in una vera e propria rete wireless è praticamente infinito.
Inoltre un dispositivo che funziona come dipendente, può a sua volta essere centrale per un'altra serie di dispositivi.
Questa funzione è nota come Scatternet.
Fino a dieci piccole reti possono formare una Scatternet senza alcun problema di interferenze.
Ogni dispositivo Bluetooth può essere tolto da una piccola rete ed aggiunto ad un'altra, senza alcun problema.
Si può parlare di piccola rete quando vi sono due o più dispositivi Bluetooth che condividono il medesimo canale.
Non vi è nessuna limitazione di connessione tra i diversi dispositivi Bluetooth, eccetto ovviamente la distanza.
Anche se due piccole reti si trovano in luoghi diversi dello stesso edificio, la comunicazione potrà avvenire senza problema alcuno.
Per regolare il traffico dei diversi dispositivi uno di essi dovrà diventare l'unità centrale, ma questo non vuol dire che altri dispositivi non possano interagire tra loro bypassando il dispositivo centrale.
Visto che le frequenze radio sono facilmente intercettabili, lo standard Bluetooth è stato dotato di diversi dispositivi di sicurezza.
Quelli principali comprendono una routine a risposta automatica per l'autenticazione, che previene eventuali accessi casuali alla rete, un codice di cifratura di flusso, che permette il mantenimento della segretezza delle trasmissioni, una serie di codici di accesso generati casualmente durante la connessione, che prevengono qualsiasi tipo di utilizzo fraudolento.
L'architettura di rete del Bluetooth è alquanto semplice, composta da una parte radio analogica e da una parte fissa digitale.
La parte fissa è detta Host Controller, esso comunica con i dispositivi Bluetooth presenti tramite un segnale digitale trasportato appunto dalla CPU dell'Host tramite un'altra parte della rete chiamata Link Controller.
Il Link Controller guida le funzioni di collegamento simmetrico ed asimmetrico, oltre alla codifica audio ed alla cifratura.
Tramite il Link Controller il segnale radio è capace di attraversare muri ed oggetti.


PROBLEMI
Oltre al problema "distanza", uno cosa negativa di questa tecnologia era l'alto prezzo dei chip Bluetooth.
Altro grave problema era quello della compatibilità.
I risultati della incompatibilità di diversi apparecchi Bluetooth è stata chiara quando la prima prova ufficiale con centinaia di dispositivi, tenutasi al CeBIT 2001, si risolse in un clamoroso fiasco.
Quasi nessuno dei terminali riusciva a comunicare con quelli prodotti da altre aziende.
Altro problema, la frequenza radio utilizzata.
Proprio quella frequenza che è il fiore all'occhiello del Bluetooth, infatti, viene utilizzata da molti altri apparecchi elettronici.
La conseguenza è l' aumento delle interferenze.
Gli ostacoli sulla strada del Bluetooth sono certamente molti.

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