martedì 13 agosto 2013

Il Ritorno Di Napster: Da Illegale A Servizio A Pagamento


A volte ritornano.
È il caso di Napster che ritorna ed apre i battenti in 14 Paesi europei con un servizio a pagamento di musica in streaming.
Rispetto al Napster che rivoluzionò la musica digitale tra il 1999 e il 2001 molto è cambiato, l’industria della musica ha rimesso in riga il servizio originariamente sviluppato da Shawn Fanning e Sean Parker: ora le canzoni sono offerte in modo assolutamente legale e supportato dalle major stesse.
Come si può notare lo stile del logo è rimasto lo stesso, anche se son cambiati i colori.
La Roxio comprò società e diritti nel 2003, nel 2010 Allen della Best Buy Company divenne general manager.
Infine la compagnia fu acquistata dalla Rhapsody nel 2011.


OFFERTA E DISPOSITIVI
Il servizio offre circa 20 milioni di canzoni per un abbonamento da 10 euro al mese.
I dispositivi tramite cui si può accedere al servizio sono, oltre ai pc e ai laptop, smartphone e tablet Apple e Android, i sistemi di home-entertainment che supportano l’app e per chi possiede una Bmw comprata di fresco, anche l’impianto stereo in auto.
La qualità dei file è di 256kbps ed è possibile scaricare una playlist per poi ascoltarla quando non si è connessi a Internet.
Il primo mese è gratuito.


DOVE è ATTIVO IL SERVIZIO?
I quattordici Paesi europei si aggiungono ai tre (Usa, Regno Unito e Germania) in cui il servizio era già attivo dal 2011 e dove gli abbonamenti sottoscritti hanno da poco superato il milione.
Il ritardo con cui il nuovo Napster è sbarcato negli altri Paesi europei è dovuto alla frammentazione del mercato.
Questa volta però oltre ai problemi di sottoscrivere accordi con case discografiche e società che tutelano i diritti degli autori di ogni Paese, quelli di Rhapsody, la società che ha acquisito quel che restava di Napster nel 2011, hanno voluto nazionalizzare il più possibile il servizio, il che ha richiesto tempo supplementare.


CONCORRENTI
Le previsioni degli analisti sul mercato di musica online dicono che l’Europa è un mercato in crescita.
Le prospettive sono quindi buone ma Napster se la dovrà vedere con due realtà che in Europa hanno fondato il proprio business, come Spotify e i francesi di Deezer, oltre che con gli imminenti servizi di Google (che è stato attivato solo negli Usa per il momento).
La vastità dei cataloghi è analoga, le offerte di prezzo – quelle note, Apple non avendo ancora anunciato il servizio non l’ha nemmeno prezzato – sono molto simili. La differenza potrebbe farla proprio la caratterizzazione per i singoli mercati nazionali.
O almeno è quello che si augurano in Rhapsody.
http://it.napster.com/



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