lunedì 16 dicembre 2013

Google Lancia AdID: Addio Privacy ed Anonimato

Google ha intenzione di rivoluzionare il mondo del Web.
Un nuovo sistema chiamato AdID dovrà controllare gli utenti in Rete dando loro il controllo dei dati ottenuti.
Il colosso californiano ha intenzione di trarre profitto da questi ultimi vendendoli ai servizi di pubblicità online.
Per questo saranno utilizzati banner pubblicitari personalizzati, che le imprese ritengono più efficaci della pubblicità di massa tradizionale.
Anche Microsoft e Apple stanno elaborando un proprio sistema pubblicitario.
Un incubo per la tutela dell'anonmato dei consumatori, questo è quanto sostengono le associazioni che proteggono i diritti degli utenti.


SISTEMI ATTUALI: TRACKING COOKIE
Al fine di offrire un servizio pubblicitario su misura per le necessità di ognuno, chi organizza la pubblicità online deve innanzitutto conoscerle.
A questo scopo sono stati finora utilizzati i cosiddetti tracking cookie, piccoli file che vengono salvati sul computer quando si visita un sito internet e memorizzano ciò che l’utente ha appena fatto in Rete e su quali pagine.
Se per esempio cercate voli per la Florida su un sito di viaggi, presto vedrete banner pubblicitari che offrono proprio questo tipo di voli su tutti i siti internet che collaborano con lo stesso promotore pubblicitario.
Centinaia di questi file spia si accumulano solo in pochi minuti di navigazione.
Per il momento ci si può difendere in due modi: poiché i cookie restano sul computer, è possibile almeno eliminarli dopo una sessione del browser.
In questo modo le reti pubblicitarie possono tenere sotto controllo esclusivamente la cronologia della sessione attuale, ma non risalire a quest’ultima durante una sessione successiva.
Il secondo modo è escludere del tutto i tracking cookie.
Il browser Apple Safari non supporta più i cookie già dal 2003, Internet Explorer e Mozilla Firefox dispongono di opzioni Do Not Track che però è necessario attivare.
Il sistema su cui si basano i server di Google non ammetterà più nessuna di queste due opzioni.
Dunque mentre i sistemi attuali possono essere bloccati modificando le impostazioni del browser, Google & Co. si prenderanno i dati anche contro il volere dell’utente, se necessario.


GOOGLE AdID: ADDIO ANONIMATO
I dati verranno accumulati com’è stato fatto finora ma con qualche differenza: Google mette AdID a disposizione delle reti pubblicitarie che hanno collegato questo sistema ai siti internet dei propri partner. I dati di tracking però non verranno più salvati sul computer dell’utente, ma sui server di Google.
Come AdID sia in grado di riconoscere l’utente non è ancora stato reso pubblico, ma si può pensare a una copia del browser generata dai dati di sistema o a un numero di browser univoco. Google però non è sola in questa impresa: anche Microsoft sta lavorando a un sistema che memorizza i dati degli utenti e che possa essere utilizzato su tutti i tipi di dispositivi, dal pc all’Xbox. Un nuovo sistema come standard di settore Il Do Not Track non si adatta al nuovo mondo di Google.
È vero che con AdID, che si vuole imporre come standard di settore, il gigante dei motori di ricerca concede all’utente il controllo dei propri dati, ma secondo gli esperti è soltanto fumo negli occhi: l’utente dovrebbe avere comunque la possibilità d’impedire il tracking, altrimenti si tratterebbe di un controllo solo puramente virtuale. Infatti per “controllo” Google intende il solo controllo della trasmissione dei dati, ma non il controllo sul tracking in sé.
Soltanto la trasmissione dei dati ai promotori pubblicitari avrà luogo in forma anonima. Oltre alla modalità di controllo da parte dell’utente sulla trasmissione dei dati, rimangono ancora diversi punti oscuri che riguardano AdID, uno fra tutti il luogo in cui verranno memorizzati i dati ottenuti.
Sui server di Google, com’è noto, questi non sarebbero al sicuro dal controllo dei servizi segreti statunitensi, i quali possono trarre dal comportamento dell’utente in Rete conclusioni che vanno ben oltre il luogo di villeggiatura preferito. Persino raccogliendo i dati in forma anonima, una quantità sufficiente di questi permette comunque di creare un profilo personale, e sappiamo che in questo campo le risorse non mancano alle agenzie d’intelligence.
Riassumendo: il consumatore non potrà più sfuggire al controllo, anche se almeno saprà di essere spiato.

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