mercoledì 17 settembre 2014

Rischio Denuncia Per Insulti e Comportamenti Offensivi Su Facebook


Il Governo italiano ha ingaggiato la Hagakure SRL per controllare chi, sul web e sui Social Network, deride pesantemente l’immagine dei componenti delle alte cariche governanti.
Segnaleranno e chiederanno la chiusura degli account irriverenti e offensivi di chi fa fontomontaggi ironici o sessualmente denigratori, ma anche chi scrive frasi che ledono l’immagine.


HAGAKURE SRL
La comunicazione sui Social Network viene affidata alla Hagakure srl di Marco Massarotto, incaricata a ‘cinguettare’ o ‘postare’ gli aggiornamenti relativi alla Camera ma anche a «gestire e segnalare/bloccare gli account che attuano comportamenti online non conformi alla social media policy istituzionale» nonché alla «moderazione/cancellazione di commenti non conformi alla social media policy istituzionale».
Un costo che si aggira in totale sui 130.000 euro.
Tanto la Camera dei Deputati è pronta ad spendere annualmente nella comunicazione e nell’invio dei messaggi istantanei attraverso il social network Twitter.
A questa spesa di quasi 50mila euro vanno aggiunti 22mila euro da destinare a Michele Bertelli, freelance addetto al ruolo di video editor maker, i 33mila euro per Stefano Bruno in qualità di web editor e una cifra che oscilla dai 30 e 50mila euro annui per la folta schiera di addetti stampa di cui la camera si contorna.


DENUNCE
D’ora in avanti quindi gli utenti iscritti sui social sorpresi a postare immagini che denigrano i parlamentari e le altre cariche pubbliche saranno segnalati e denunciati per diffamazione e quindi processati. Fatto già accaduto e sentenziato con cui la prima sezione penale della Cassazione ha annullato con rinvio l’assoluzione, pronunciata dalla Corte militare d’appello di Roma, nei confronti di un maresciallo della Guardia di Finanza, che, sul proprio profilo Fb, aveva usato espressioni diffamatorie.
Questo il verdetto della Cassazione dell’episodio:”Ai fini dell’integrazione del reato di diffamazione è sufficiente che il soggetto la cui reputazione è lesa sia individuabile da parte di un numero limitato di persone indipendentemente dalla indicazione nominativa, il reato di diffamazione non richiede il dolo specifico, essendo sufficiente ai fini della sussistenza dell’elemento soggettivo della fattispecie la consapevolezza di pronunciare una frase lesiva dell’altrui reputazione e la volontà che la frase venga a conoscenza di piu’ persone, anche soltanto due”, ai fini di tale valutazione, conclude la Corte, “non può non tenersi conto dell’utilizzazione del social network, a nulla rilevando che non si tratti di strumento finalizzato a contatti istituzionali tra appartenenti alla Guardia di Finanza, né alla circostanza che in concreto la frase sia stata letta soltanto da una persona”.
Cosa si rischia? Fino a 3 anni di reclusione (con annesso diritto al risarcimento nei confronti della parte lesa), per l’inserimento di frasi offensive (battute “pesanti”), notizie riservate la cui divulgazione provoca pregiudizi, foto denigratorie o comunque la cui pubblicazione ha ripercussioni negative, anche potenziali, sulla reputazione della persona ritratta.


LUOGO LIBERO? SI MA CON EDUCAZIONE
E' sbagliato pensare alla piazza virtuale come ad un luogo libero in cui tutto è consentito.
Altro sbaglio è credere che sul web ci si possa nascondere dietro ad un anonimato e quindi si possa dire tutto. Sono due errori frequenti degli utenti più giovani e degli utenti neofiti del web.
E' solo di poche settimane fa la notizia di alcuni studenti denunciati per aver offeso la propria ex professoressa su Facebook.
Le denunce per reati commessi a mezzo internet sono in forte crescita: diffamazioni, violazioni della privacy, violazioni del diritto d'autore etc.
E' già difficile rispettare tutte le norme in buona fede...è invece da sprovveduti violarle in cattiva fede.
Qualche cosa da sapere:

1) Su Facebook non esiste anonimato.
Qualsiasi cosa scriviate è associata al vostro IP, un numero univoco che identifica in una certa ora e data il collegamento ad internet.
In caso di denunce le forze dell'ordine possono risalire al nome del proprietario della linea internet come responsabile legale di ciò che è stato scritto su internet.
Lo stesso vale non solo per Facebook ma anche in via generale per internet (blog, i forum, etc).

2) Facebook declina la responsabilità sui contenuti scritti dagli utenti. Quindi, da un lato dà a tutti la possibilità di scrivere ciò che si vuole, ma dall'altro scarica interamente sugli utenti le responsabilità legali di ciò che si scrive.
Ogni messaggio scritto è sempre associato all'IP dell'utente.

3) Non lasciate aperta la vostra rete.
A parte che con un sofware di "sniffing" è possibile carpire tutte le vostre password(non solo dei social network ma anche posta elettronica, carta di credito e quant'altro) ma anche navigando semplicemente, chi si collega, utilizzerà il vostro IP.
Dunque verranno a casa vostra.

4) Password di accesso al PC.
Se condividete l'accesso a internet o il computer con altre persone, è consigliabile configurare una password all'accensione del PC.
Non fate mai accedere sul web i vostri figli (o terze persone) senza un controllo da parte vostra.

5) Prima di scrivere qualcosa su Facebook o far utilizzare a terzi la vostra linea Adsl pensate sempre alle conseguenze legali del vostro gesto ed al fatto che non siete mai degli utenti anonimi.
Se scrivete su Facebook il vostro messaggio avrà una immediata visibilità ed anche le conseguenze legali non tarderanno a farsi sentire.

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