domenica 5 ottobre 2014

La Storia Delle Prime Monete Virtuali: eCash e B-Money


La nascita di una prima forma embrionale delle monete virtuali possono esser fatte risalire al 1982, quando apparve il primo prototipo di un sistema crittografico per effettuare pagamenti non tracciati redatta da David Chaum, un ingegnere informatico specializzatosi in crittografia.
Da una rielaborazione opportunamente estesa di questa bozza, Chaum stesso realizzò nel 1990 una prima implementazione funzionante del sistema da lui ideato denominata eCash.
Non solo, Chaum promuoveva anche discussioni e confronti su temi quali moneta anonima digitale e sistemi reputazionali basati su pseudonimi contribuendo a rendere l'ambiente che lo circondava un ottimo incubatore per ulteriori fruttuosi sviluppi.
Ecco quindi che nei primi anni novanta iniziarono ad essere attivi soprattutto nella Silicon Valley diversi gruppi di sostenitori della crittografia come mezzo di cambiamento politico e sociale.
Nel 1992 venne fondato il movimento Chyber-punk che si raccoglieva attorno ad una mailing list in cui venivano discussi temi tecnici legati alla crittografia, alla matematica e all'informatica, ma anche alla filosofia, alla privacy ed altri ancora.
Uno dei fondatori del movimento fu Timothy May che lavorò a lungo alla Intel come ingegnere elettronico dove, in qualità di capo della ricerca, risolse problemi di un certo rilievo nell'ambito dell'affidabilità dei circuiti integrati.
May, negli anni più impegnati del suo attivismo dai primi anni novanta fino al 2003 anno in cui andò in pensione -, diede una impronta particolare al movimento, contribuendo a creare un ponte ideale tra il mondo della crittografia e l'anarchismo, ovvero il Cripto-Anarchismo, sorta di spazio virtuale in cui realizzare i principi dell'anarchismo. May consolidò la parte concettuale del movimento pubblicando nel 1992 il manifesto del Cripto-Anarchismo e, nel 1994, il "Cyphernomicon", vera e propria summa dei principi teoretici di Chyper-punk.
May era a tal punto persuaso dell'enorme impatto che avrebbe avuto la tecnologia crittografica digitale sulle strutture sociali di un futuro ormai prossimo, da stimarlo di portata almeno pari a quello determinato dall'invenzione della stampa.
Sulla strada che conduce a Bitcoin troviamo, nel 1998, a nome di Wei Dai, un articolo in cui veniva descritto un sistema « che consente ad un gruppo di pseudonimi digitali non tracciabili di effettuare vicendevolmente pagamenti in denaro e di assicurare il rispetto di contratti senza aiuti esterni ».
Wen Dai così iniziava il proprio articolo:

Sono affascinato dalla cripto-anarchia di Tim May. A differenza delle comunità tradizionalmente associate alla parola "anarchia", in una cripto-anarchia il governo non viene temporaneamente distrutto, ma permanentemente interdetto e reso permanentemente superfluo. Si tratta di una comunità in cui risulta vana la minaccia della violenza, perché la violenza vi è impossibile, e la violenza vi è impossibile poiché i suoi partecipanti non possono essere collegati ai loro veri nomi o alla loro ubicazione fisica. Fino ad ora non era chiaro, anche teoricamente, in quale modo avrebbero potuto operare siffatte comunità. Una comunità è definita dalla cooperazione dei suoi partecipanti, e una cooperazione efficace richiede un mezzo di scambio (denaro) e una modalità per far rispettare i contratti. Tradizionalmente questi servizi sono sempre stati erogati da un governo o da istituzioni da esso sponsorizzate dal governo e unicamente nei confronti di entità legali. In questo articolo ho descritto un protocollo con cui questi servizi possono essere forniti a delle entità non tracciabili.

Il ''B-money'' di Wei Dai contiene l'ossatura quasi completa del protocollo sul quale da lì a poco verrà implementato Bitcoin.
Questa moneta non ebbe successo o meglio non entrò mai in vigore ufficialmente in quanto avversa a banche e governi.
Tra queste decadi vanno rigorosamente citati anche due testi accademici, pubblicati nel 1993 da ricercatori della Carnegie Mellon University e della University Of Southern California.
In questi testi, si individuano alcune parole chiave che sono fondamentali e paradigmatiche per il Bitcoin: onestà, svincolo da terze parti o autorità superiori, fiducia e cooperazione.
Questi termini li ritroviamo, insieme a compartecipazione, decentralizzazione, condivisione e pratica comunitaria, in vario modo nelle poetiche artistiche della networking-art e nell’arte relazionale di Rete dei primi Anni Novanta.
Siamo giunti finalmente al 2008 dove, come ormai saprete(avendone parlo spesso sul blog), uno sviluppatore che si fa chiamare Satoshi Nakamoto pubblicò il libro bianco del protocollo Bitcoin.
Il 3 gennaio 2009 nasce la rete Bitcoin e le prime monete vengono generate.

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