Pare che il noto sito Pirate Bay sia tornato online dopo quasi due mesi, a seguito dell'ultimo raid ad opera della polizia contro i server ospitati in mezzo alle montagne svedesi.
Il ritorno della Baia è arrivato proclami particolari da parte degli admin, ponendo fine al conto alla rovescia degli ultimi giorni, mostrando di aver superato la pausa di riflessione che la crew svedese si era imposta dopo l'intervento delle forze dell'ordine.
Il servizio di ricerca torrent di The Pirate Bay è di nuovo disponibile con il dominio originale (.se), dominio che era fra l'altro tornato online dopo appena due settimane dal raid con una bandiera pirata ondeggiante al vento a fare da homepage.
Gli utenti sembrano apprezzare il ritorno in Rete della Baia, al punto che i server hanno difficoltà a gestire la mole di traffico, con problemi di reperibilità che si verificano a momenti alterni.
CHI GESTISCE IL NUOVO PIRATE BAY?
Il sito, ospitato su server moldavi, è inoltre tornato all'operatività appoggiandosi ai servizi della CDN Cloudflare: c'è chi invita alla prudenza, gli indirizzi IP degli utenti potrebbero essere anche registrati, non sapendo chi ci sia dietro questa rinascita.
Infatti un'altra questione piena di incognite riguarda il dietro le quinte della Baia.
La "nuova" Baia è infatti diversa da quella vecchia per varie ragioni, la più significativa delle quali è rappresentata dall'assenza degli admin storici.
Chi ha gestito la Baia per anni eliminando spam e torrent fasulli è stato a quanto pare sbattuto fuori in via definitiva, molti non l'hanno presa bene e hanno già promesso di voler fondare uno spin-off di The Pirate Bay portando avanti i "veri" valori del servizio di P2P svedese.
sabato 28 febbraio 2015
Come Gestire La Lista Eccezioni Dei Siti Su Java (Guida)
A volte può capitare di dover visitare un sito con Java che ci blocca in quanto considera il sito "non sicuro".
Questo accade perchè magari perchè il sito non ha un certificato o semplicemente perchè la protezione impostata è troppo "alta".
Bene, se avete la certezza che il sito è sicuro, come si fa ad impostarlo tra le eccezioni?
Vi basta continuare a leggere.
IMPOSTARE SITI TRA LE ECCEZIONI JAVA
Andate sulla console Java(se non sapete dove è, basta che da "cerca" scrivete Java), poi andate su "sicurezza".
Cliccate su modifica lista siti e cliccate su aggiungi.
A questo punto non vi resta che scrivere il nome del sito, ovviamente preceduto da http o https e poi cliccare su ok.
Questo accade perchè magari perchè il sito non ha un certificato o semplicemente perchè la protezione impostata è troppo "alta".
Bene, se avete la certezza che il sito è sicuro, come si fa ad impostarlo tra le eccezioni?
Vi basta continuare a leggere.
IMPOSTARE SITI TRA LE ECCEZIONI JAVA
Andate sulla console Java(se non sapete dove è, basta che da "cerca" scrivete Java), poi andate su "sicurezza".
Cliccate su modifica lista siti e cliccate su aggiungi.
A questo punto non vi resta che scrivere il nome del sito, ovviamente preceduto da http o https e poi cliccare su ok.
venerdì 27 febbraio 2015
Videocamera Con Wi-Fi Integrato (SkyBell)
SkyBell è un campanello(se così lo possiamo chiamare) decisamente più evoluto rispetto a quelli tradizionali, in quanto consente di visualizzare ciò che sta accadendo all’ingresso dell’abitazione indipendentemente dal luogo in cui ci si trova, grazie all’accesso da remoto tramite un’applicazione disponibile per smartphone e tablet (Android e iOS).
Il cuore tecnologico del dispositivo è costituito dalla connessione wireless tramite la rete domestica, un sensore di movimento per rilevare la presenza di qualcuno (o qualcosa) nelle vicinanze della porta e una videocamera con visione notturna a infrarossi per trasmettere in tempo reale le immagini di ciò che succede. Tutto questo senza dimenticare il microfono e l’altoparlante integrati, che consentono di dialogare con i visitatori simulando di trovarsi all’interno della casa, allontanando così eventuali malintenzionati.
Il principio di funzionamento su cui è basato SkyBell lo avvicina ad altri prodotti simili, tipo Ring (Doorbot), oppure del modello 3G Door Phone di D-Link lanciato nel 2010.
Il prezzo di vendita è di 199 dollari, pari a circa 160 euro.
Il cuore tecnologico del dispositivo è costituito dalla connessione wireless tramite la rete domestica, un sensore di movimento per rilevare la presenza di qualcuno (o qualcosa) nelle vicinanze della porta e una videocamera con visione notturna a infrarossi per trasmettere in tempo reale le immagini di ciò che succede. Tutto questo senza dimenticare il microfono e l’altoparlante integrati, che consentono di dialogare con i visitatori simulando di trovarsi all’interno della casa, allontanando così eventuali malintenzionati.
Il principio di funzionamento su cui è basato SkyBell lo avvicina ad altri prodotti simili, tipo Ring (Doorbot), oppure del modello 3G Door Phone di D-Link lanciato nel 2010.
Il prezzo di vendita è di 199 dollari, pari a circa 160 euro.
Chiusa La Botnet Ramnit
Pare che l'European Cybercrime Centre (EC3) dell'Europol guidata da soggetti privati quali Microsoft, Symantec e AnubisNetworks, ha condotto all'abbattimento della botnet Ramnit, una rete di PC zombie che nel giro di cinque anni aveva coinvolto oltre 3 milioni di macchine Windows.
I sette server che impartivano gli ordini ai computer infetti delle vittime sono stati sequestrati, ora sotto analisi per le indagini delle forze dell'ordine per l'individuazione dei responsabili della rete di cybercriminali.
WORM
Ramnit nasce come worm capace di diffondersi tramite allegati email e viene dapprima utilizzato per infettare il più alto possibile di macchine e trasformarle in bot.
Progressivamente il malware è mutato, con lo scopo di cominciare a sfruttare la botnet, oltre che costruirla: "Una volta acquisito il pieno controllo da remoto dei computer infettati dal malware, i cyber criminali sottraevano informazioni relative ad account bancari, password di accesso alla posta elettronica nonché credenziali dei più noti social network".
Con l'obiettivo di individuare queste credenziali da mettere a frutto, il malware si è dotato di differenti moduli e funzioni distribuiti progressivamente dagli amministratori dei centri di comando e controllo, anche presi in prestito dal noto trojan Zeus.
Le funzioni a disposizione dei cybercriminali andavano dal monitoraggio delle informazioni inserite dagli utenti in certi siti bancari alle web injection per modificare le pagine di detti siti e richiedere dati aggiuntivi, dai cookie sfruttabili per autenticarsi a nome dell'utente, alla scansione di certe directory dei PC che di solito ospitano dati sensibili, passando per l'appropriazione delle credenziali dalle applicazioni FTP al fine di propagare l'infezione attraverso i file condivisi.
I sette server che impartivano gli ordini ai computer infetti delle vittime sono stati sequestrati, ora sotto analisi per le indagini delle forze dell'ordine per l'individuazione dei responsabili della rete di cybercriminali.
WORM
Ramnit nasce come worm capace di diffondersi tramite allegati email e viene dapprima utilizzato per infettare il più alto possibile di macchine e trasformarle in bot.
Progressivamente il malware è mutato, con lo scopo di cominciare a sfruttare la botnet, oltre che costruirla: "Una volta acquisito il pieno controllo da remoto dei computer infettati dal malware, i cyber criminali sottraevano informazioni relative ad account bancari, password di accesso alla posta elettronica nonché credenziali dei più noti social network".
Con l'obiettivo di individuare queste credenziali da mettere a frutto, il malware si è dotato di differenti moduli e funzioni distribuiti progressivamente dagli amministratori dei centri di comando e controllo, anche presi in prestito dal noto trojan Zeus.
Le funzioni a disposizione dei cybercriminali andavano dal monitoraggio delle informazioni inserite dagli utenti in certi siti bancari alle web injection per modificare le pagine di detti siti e richiedere dati aggiuntivi, dai cookie sfruttabili per autenticarsi a nome dell'utente, alla scansione di certe directory dei PC che di solito ospitano dati sensibili, passando per l'appropriazione delle credenziali dalle applicazioni FTP al fine di propagare l'infezione attraverso i file condivisi.
MegaChat Sfida Skype (Chat Criptate)
Kim Dotcom, il discusso fondatore di Megaupload, ha infatti lanciato una nuova applicazione per le videochiamate online.
Si chiama MegaChat e non ha alcuna remora a dichiarare quale sia il suo obiettivo: diventare il nuovo standard del settore.
Esattamente come Skype, MegaChat consente di fare call in video e audio, ma con standard di sicurezza e privacy presentati come molto più elevati.
La nuova creazione di Kim Dotcom, infatti, sfrutta la crittografia end-to-end, uno standard di sicurezza digitale più elevato che garantisce maggiore protezione della privacy e dei dati degli utenti, un approccio che si sta espandendo anche tra i servizi di grande diffusione, come testimonia anche WhatsApp, che ha annunciato di volerlo adottare per la sua versione per Android.
Inoltre, il servizio è accessibile direttamente via browser, senza dover scaricare nulla: basta registrarsi su Mega e si otterranno, con l’account free, già 50GB di spazio di storage nella cloud e l’accesso al servizio chat.
Poi, basta aggiungere i contatti(altri utenti registrati su Mega) e si può iniziare la chiamata in audio e video.
Al momento, la chat testuale non è stata ancora attivata, ma lo sarà presto.
DIFFERENZE, FUNZIONI E PRIVACY
Come detto, la piattaforma utilizza un sistema chiamato "User Controlled Encryption": significa che la chiave di decrittazione viene fornita all'utente, il quale può poi inviarla al destinatario del messaggio per aprire i file. La segretezza piace molto agli utenti in tempi di Datagate, tanto che molti servizi popolari come WhatsApp si sono allineati su questa tendenza.
E, di recente, il premier britannico David Cameron ha minacciato di bloccare WhatsApp proprio perché in piena emergenza terrorismo la chat non può essere controllata dalle agenzie di sorveglianza.
Manca, al momento, la possibilità di inviare direttamente file al contatto con cui si sta parlando, ma è possibile condividere cartelle(tipo Dropbox).
La qualità audio/video, inoltre, sembrerebbe buona e non fa rimpiangere quella di Skype o di Google Hangout, nemmeno in fullscreen. .
Bene notare come in passato il sistema di Mega sia stato criticato da esperti di sicurezza informatica in quanto l’assenza di software da installare e altri aspetti non garantirebbero del tutto il grado di sicurezza promesso.
In occasione del lancio di MegaChat, Kim Dotcom ha annunciato un “security bounty” per chiunque volesse contribuire all’analisi e miglioramento della sicurezza del nuovo software.
Nel 2013 Skype, che è di proprietà di Microsoft, era finita invischiata nel caso Datagate proprio perché l’azienda di Redmond aveva collaborato con la NSA all’interno del programma Prism per consentire ai servizi Usa accesso alle comunicazioni video, violando la presunta riservatezza delle conversazioni degli utenti. Altre rivelazioni possibili grazie ai documenti leakati da Edward Snowden, pubblicate poi da Der Spiegel a fine 2014, hanno invece mostrato come la raccolta “sostenuta” di dati da Skype in tempo reale fosse iniziata già nel 2011.
Comunque i 50GB di storage gratuito offerti ai free user sono allettanti e, in effetti, poter videochattare direttamente dal proprio browser è davvero comodo.
Si chiama MegaChat e non ha alcuna remora a dichiarare quale sia il suo obiettivo: diventare il nuovo standard del settore.
Esattamente come Skype, MegaChat consente di fare call in video e audio, ma con standard di sicurezza e privacy presentati come molto più elevati.
La nuova creazione di Kim Dotcom, infatti, sfrutta la crittografia end-to-end, uno standard di sicurezza digitale più elevato che garantisce maggiore protezione della privacy e dei dati degli utenti, un approccio che si sta espandendo anche tra i servizi di grande diffusione, come testimonia anche WhatsApp, che ha annunciato di volerlo adottare per la sua versione per Android.
Inoltre, il servizio è accessibile direttamente via browser, senza dover scaricare nulla: basta registrarsi su Mega e si otterranno, con l’account free, già 50GB di spazio di storage nella cloud e l’accesso al servizio chat.
Poi, basta aggiungere i contatti(altri utenti registrati su Mega) e si può iniziare la chiamata in audio e video.
Al momento, la chat testuale non è stata ancora attivata, ma lo sarà presto.
DIFFERENZE, FUNZIONI E PRIVACY
Come detto, la piattaforma utilizza un sistema chiamato "User Controlled Encryption": significa che la chiave di decrittazione viene fornita all'utente, il quale può poi inviarla al destinatario del messaggio per aprire i file. La segretezza piace molto agli utenti in tempi di Datagate, tanto che molti servizi popolari come WhatsApp si sono allineati su questa tendenza.
E, di recente, il premier britannico David Cameron ha minacciato di bloccare WhatsApp proprio perché in piena emergenza terrorismo la chat non può essere controllata dalle agenzie di sorveglianza.
Manca, al momento, la possibilità di inviare direttamente file al contatto con cui si sta parlando, ma è possibile condividere cartelle(tipo Dropbox).
La qualità audio/video, inoltre, sembrerebbe buona e non fa rimpiangere quella di Skype o di Google Hangout, nemmeno in fullscreen. .
Bene notare come in passato il sistema di Mega sia stato criticato da esperti di sicurezza informatica in quanto l’assenza di software da installare e altri aspetti non garantirebbero del tutto il grado di sicurezza promesso.
In occasione del lancio di MegaChat, Kim Dotcom ha annunciato un “security bounty” per chiunque volesse contribuire all’analisi e miglioramento della sicurezza del nuovo software.
Nel 2013 Skype, che è di proprietà di Microsoft, era finita invischiata nel caso Datagate proprio perché l’azienda di Redmond aveva collaborato con la NSA all’interno del programma Prism per consentire ai servizi Usa accesso alle comunicazioni video, violando la presunta riservatezza delle conversazioni degli utenti. Altre rivelazioni possibili grazie ai documenti leakati da Edward Snowden, pubblicate poi da Der Spiegel a fine 2014, hanno invece mostrato come la raccolta “sostenuta” di dati da Skype in tempo reale fosse iniziata già nel 2011.
Comunque i 50GB di storage gratuito offerti ai free user sono allettanti e, in effetti, poter videochattare direttamente dal proprio browser è davvero comodo.
lunedì 23 febbraio 2015
Come Aprire Un Negozio Su eBay (Guida)
eBay lo conoscono ormai tutti ed è facile comprare(basta avere un conto Paypal) ma se io voglio vendere?
Se voglio aprirmi un negozio online? Come si fa?
Come tutti saprete su eBay si vende un pò di tutto: a scarpe usate a vestiti, passando all’elettronica, agli strumenti musicali, dischi, foto, autografi e qualsiasi cosa vi venga in menta.
I negozi ebay sono molte volte delle vere e proprie estensioni di negozi esistenti “fisicamente” che vogliono espandere la loro clientela (e quindi i propri profitti) sul web senza tentare la strada (a volte molto più complessa) del sito in proprio: eBay ha sicuramente molta più visibilità e semplicità di utilizzo, basta in linea di massima registrarsi e iniziare a vendere (con le ovvie difficoltà che magari si hanno all’inizio se non si possiedono abbastanza feedback. I feedback garantiscono che il venditore sia "onesto").
Al giorno d'oggi sono molti i giovani che cercano di cimentarsi nel mondo del commercio partendo con un negozio eBay, visti anche i costi di apertura irrisori rispetto all’apertura di un vero e proprio negozio.
Qui trovi linee guida per aprire un negozio su eBay.
Ma come fare da un punto di vista burocratico e quali sono i costi?
TIPI DI NEGOZI
Per aprire un negozio su eBay è necessario pagare un’iscrizione mensile.
Per ogni oggetto messo in vendita viene applicata una tariffa d’inserzione e, al momento della vendita, una Commissione sul valore finale.
Rispetto alla pubblicazione di un singolo annuncio di vendita, l’iscrizione a un Negozio permette di ottenere delle riduzioni sulle tariffe d’inserzione nel formato Compralo Subito.
Il livello di sconto dipende dal tipo di negozio a cui decidiamo di iscriverci.
1) Il Negozio Base costa 19,95 euro al mese e può essere creato da tutti coloro che hanno un Account personale o business su eBay collegato a un conto PayPal.
2) Il Negozio Plus costa 39,00 euro al mese ed offre strumenti avanzati per accelerare l’incremento delle vendite.
3) Il Negozio Premium costa anch’esso 39,00 euro ma è riservato esclusivamente ai grandi store che hanno un bacino di utenza molto ampio.
Clicca quindi sulla voce aprire un Negozio eBay che si trova in basso e, nella pagina che si apre, metti il segno di spunta accanto alla voce relativa al tipo di negozio che vuoi aprire, digita il nome che vuoi assegnare al negozio nel campo
Scegli un nome per il negozio e clicca su Continua per avviare la creazione del tuo store su eBay.
PERSONALIZZAZIONE DEL NEGOZIO
Fatto ciò, segui la procedura guidata per personalizzare il tuo negozio dal punto di vista estetico e tutte le altre impostazioni relative alle merci e alle modalità di vendita.
Puoi anche impostare un periodo di chiusura del negozio nel quale gli acquirenti non possono fare acquisti perché tu non ci sei.
Una volta configurato il tutto, sei pronto per aprire un negozio eBay e iniziare a vendere la tua merce.
Tutte le operazioni di gestione e controllo degli oggetti possono essere fatte agevolmente dal pannello di configurazione interna del negozio.
PARTITA IVA
Per aprire un negozio eBay non è richiesta ufficialmente una Partita IVA, tuttavia se l'attività di commercio diviene continuata dovrai aprirne una, per non infrangere la legge quindi incorrere in sanzioni.
Dunque se l’attività commerciale di vendita di beni (sia essa fisica che digitale come nel caso di e-book o software) è abituale deve essere regolarizzata e quindi diventa obbligatoria l’iscrizione al Registro Imprese e conseguentemente l’iscrizione all’INPS (è la stessa Camera di Commercio a comunicare tali dati all’INPS) e il versamento dei contributi IVS commercianti.
Stessa cosa dicasi per l’apertura della sola partita iva e iscrizione alla gestione separata INPS: non è possibile regolarizzare il proprio negozio online in tale modo.
1) La Comunicazione Unica permette con una unico documento di aprire la partita iva, iscriversi al Registro Imprese, iscriversi all’INPS gestione commercianti; il costo per diritti varia tra 120 euro e 140 euro.
2) Il costo minimo per INPS commercianti è di 3.200 euro annui (in misura fissa).
Il costo per imposte varia, in base al regime contabile adottato: con il regime dei minimi è possibile pagare solo il 5% di imposte sul reddito netto.
E' necessario comunicare l’indirizzo web del negozio ebay solitamente al comune e all’Agenzia delle Entrate.
Se voglio aprirmi un negozio online? Come si fa?
Come tutti saprete su eBay si vende un pò di tutto: a scarpe usate a vestiti, passando all’elettronica, agli strumenti musicali, dischi, foto, autografi e qualsiasi cosa vi venga in menta.
I negozi ebay sono molte volte delle vere e proprie estensioni di negozi esistenti “fisicamente” che vogliono espandere la loro clientela (e quindi i propri profitti) sul web senza tentare la strada (a volte molto più complessa) del sito in proprio: eBay ha sicuramente molta più visibilità e semplicità di utilizzo, basta in linea di massima registrarsi e iniziare a vendere (con le ovvie difficoltà che magari si hanno all’inizio se non si possiedono abbastanza feedback. I feedback garantiscono che il venditore sia "onesto").
Al giorno d'oggi sono molti i giovani che cercano di cimentarsi nel mondo del commercio partendo con un negozio eBay, visti anche i costi di apertura irrisori rispetto all’apertura di un vero e proprio negozio.
Qui trovi linee guida per aprire un negozio su eBay.
Ma come fare da un punto di vista burocratico e quali sono i costi?
TIPI DI NEGOZI
Per aprire un negozio su eBay è necessario pagare un’iscrizione mensile.
Per ogni oggetto messo in vendita viene applicata una tariffa d’inserzione e, al momento della vendita, una Commissione sul valore finale.
Rispetto alla pubblicazione di un singolo annuncio di vendita, l’iscrizione a un Negozio permette di ottenere delle riduzioni sulle tariffe d’inserzione nel formato Compralo Subito.
Il livello di sconto dipende dal tipo di negozio a cui decidiamo di iscriverci.
1) Il Negozio Base costa 19,95 euro al mese e può essere creato da tutti coloro che hanno un Account personale o business su eBay collegato a un conto PayPal.
2) Il Negozio Plus costa 39,00 euro al mese ed offre strumenti avanzati per accelerare l’incremento delle vendite.
3) Il Negozio Premium costa anch’esso 39,00 euro ma è riservato esclusivamente ai grandi store che hanno un bacino di utenza molto ampio.
Clicca quindi sulla voce aprire un Negozio eBay che si trova in basso e, nella pagina che si apre, metti il segno di spunta accanto alla voce relativa al tipo di negozio che vuoi aprire, digita il nome che vuoi assegnare al negozio nel campo
Scegli un nome per il negozio e clicca su Continua per avviare la creazione del tuo store su eBay.
PERSONALIZZAZIONE DEL NEGOZIO
Fatto ciò, segui la procedura guidata per personalizzare il tuo negozio dal punto di vista estetico e tutte le altre impostazioni relative alle merci e alle modalità di vendita.
Puoi anche impostare un periodo di chiusura del negozio nel quale gli acquirenti non possono fare acquisti perché tu non ci sei.
Una volta configurato il tutto, sei pronto per aprire un negozio eBay e iniziare a vendere la tua merce.
Tutte le operazioni di gestione e controllo degli oggetti possono essere fatte agevolmente dal pannello di configurazione interna del negozio.
PARTITA IVA
Per aprire un negozio eBay non è richiesta ufficialmente una Partita IVA, tuttavia se l'attività di commercio diviene continuata dovrai aprirne una, per non infrangere la legge quindi incorrere in sanzioni.
Dunque se l’attività commerciale di vendita di beni (sia essa fisica che digitale come nel caso di e-book o software) è abituale deve essere regolarizzata e quindi diventa obbligatoria l’iscrizione al Registro Imprese e conseguentemente l’iscrizione all’INPS (è la stessa Camera di Commercio a comunicare tali dati all’INPS) e il versamento dei contributi IVS commercianti.
Stessa cosa dicasi per l’apertura della sola partita iva e iscrizione alla gestione separata INPS: non è possibile regolarizzare il proprio negozio online in tale modo.
1) La Comunicazione Unica permette con una unico documento di aprire la partita iva, iscriversi al Registro Imprese, iscriversi all’INPS gestione commercianti; il costo per diritti varia tra 120 euro e 140 euro.
2) Il costo minimo per INPS commercianti è di 3.200 euro annui (in misura fissa).
Il costo per imposte varia, in base al regime contabile adottato: con il regime dei minimi è possibile pagare solo il 5% di imposte sul reddito netto.
E' necessario comunicare l’indirizzo web del negozio ebay solitamente al comune e all’Agenzia delle Entrate.
giovedì 19 febbraio 2015
Al Via L'Operazione DeathEaters Contro La Pedofilia (Anonymous)
Anonymous ha deciso di smascherare le reti dei pedofili del Regno Unito, in una giornata che sarà dedicata all' "Operation: DeathEaters" e che vedrà il collettivo (che negli ultimi giorni è impegnato anche in azioni di disturbo contro i siti Internet dello Stato Islamico), pronto a rivelare i segreti più torbidi del Paese.
La promessa è anche quella di dare al grande pubblico molte informazioni sullo scandalo della pedofilia a Westminster nei decenni passati, e solo marginalmente toccata da alcune inchieste pubbliche.
Un esponente di Anonymous che si fa chiamare con lo pseudonimo di Jake Davis ha detto a Sky News: "Le storie che stanno uscendo fuori sono storie di torture e di omicidi di bambini commesse da politici a cui abbiamo dato fiducia: tutto questo è inaccettabile".
Il centro investigativo contro la CP teme tuttavia che l´azione di Anonymous possa compromettere le indagini ed esporre a pericoli le vittime, ora cresciute.
Anche se, ha ammesso lo stesso Child exploitation and online protection centre (Ceop), un´azione strutturata degli hacker all´interno di certe regole potrebbe addirittura aiutare gli investigatori.
In contemporanea con l´iniziativa di smascheramento su Internet, gli attivisti di Anonymous distribuiranno volantini in molte citta´ del Regno Unito, incluse Londra, Leeds e Birmingham.
Attacchi Hacker In Tempo Reale (Digital Attack Map)
La Storia Di Anonymous (Chi Sono Ed Attacchi)
La Storia Di Jeremy Hammond: Condannato a 10 Anni Di Carcere
La Storia Di Sabu: Arresto e Tradimento
La Storia Di Barrett Brown: Condannato a 5 anni Di Carcere
Operazione Tango Down
Hacker KDMS Abbattono Whatsapp, Avira e Il Sito Della Lega Nord
La promessa è anche quella di dare al grande pubblico molte informazioni sullo scandalo della pedofilia a Westminster nei decenni passati, e solo marginalmente toccata da alcune inchieste pubbliche.
Un esponente di Anonymous che si fa chiamare con lo pseudonimo di Jake Davis ha detto a Sky News: "Le storie che stanno uscendo fuori sono storie di torture e di omicidi di bambini commesse da politici a cui abbiamo dato fiducia: tutto questo è inaccettabile".
Il centro investigativo contro la CP teme tuttavia che l´azione di Anonymous possa compromettere le indagini ed esporre a pericoli le vittime, ora cresciute.
Anche se, ha ammesso lo stesso Child exploitation and online protection centre (Ceop), un´azione strutturata degli hacker all´interno di certe regole potrebbe addirittura aiutare gli investigatori.
In contemporanea con l´iniziativa di smascheramento su Internet, gli attivisti di Anonymous distribuiranno volantini in molte citta´ del Regno Unito, incluse Londra, Leeds e Birmingham.
Attacchi Hacker In Tempo Reale (Digital Attack Map)
La Storia Di Anonymous (Chi Sono Ed Attacchi)
La Storia Di Jeremy Hammond: Condannato a 10 Anni Di Carcere
La Storia Di Sabu: Arresto e Tradimento
La Storia Di Barrett Brown: Condannato a 5 anni Di Carcere
Operazione Tango Down
Hacker KDMS Abbattono Whatsapp, Avira e Il Sito Della Lega Nord
Snapchat Integra Discovery Per Contenuti Video e Testuali
Snapchat, il servizio di messaggistica istantaneo(con i messaggi che si "autodistruggono") sempre più popolare tra i giovani di tutto il mondo, da alcune settimane dispone del nuovo servizio Discovery.
A cosa serve questa nuova partnership? Consente di accedere a contenuti video e testuali di terze parti.
Questa nuova funzionalità consentirà agli utenti, grazie agli accordi raggiunti, di utilizzare i contenuti video e testuali “Premium” di colossi del calibro di Yahoo News, ESPN, National Geographic, MTV, Daily Mail, il tutto direttamente all’interno dell’applicazione.
Al momento la disponibilità dei contenuti varia di nazione in nazione ed è sopratutto dedicato agli utenti statunitensi, che potranno così apprezzare brevi clip realizzate dal canale tematico National Geographic od ascoltare i propri brani preferiti attraverso MTV, con la speranza che a breve i dirigenti di Snapchat, raggiungano accordi anche con società di contenuti italiane.
TERZA STARTUP PIU' PREZIOSA AL MONDO?
La nuova funzionalità Discovery non solo si potrebbe rivelare utile per gli utenti, ma segna un importante novità per l’azienda: attraverso questo servizio infatti, Snapchat per la prima volta cerca di monetizzare il proprio servizio.
Non tutti i contenuti forniti attraverso Discovery saranno infatti gratuiti, ma invece di chiedere il pagamento di abbonamenti o formule che comunque chiedano un esborso di denaro agli utenti, l’azienda ha preferito inserire annunci promozionali, all’interno dei contenuti forniti dai partner.
Snapchat è considerata dagli analisti di mercato, la terza potenza nel settore social network per le persone di età compresa tra i 18 ed i 34 anni, battuta solamente da colossi quali Instagram ed ovviamente Facebook. Ricordiamo poi che Snapchat aveva rifiutato un offerta di acquisizione proprio da parte di Facebook nel 2014, per una cifra vicina ai 3 miliardi di dollari, seguito poi da una cresciuta esponenziale dell’azienda che alla fine dello scorso anno ha raggiunto un valore stimato superiore ai 10 miliardi di dollari.
Snapchat però non è intenzionata a rallentare minimamente la propria crescita e forte della nuova modalità di monetizzazione appena introdotta, è intenzionata ora a raccogliere la somma di 500 milioni di dollari in finanziamenti, che porterebbero il reale valore dell’azienda ad una cifra vicina ai 19 miliardi di dollari, diventando così la terza startup per valore al mondo, alle spalle solamente del colosso del trasporto Uber (40 miliardi di dollari) e di Xiaomi (45 miliardi di dollari), con un valore quindi del tutto simile a quanto sborsato proprio da Facebook, per l’acquisizione di WhatsApp.
A cosa serve questa nuova partnership? Consente di accedere a contenuti video e testuali di terze parti.
Questa nuova funzionalità consentirà agli utenti, grazie agli accordi raggiunti, di utilizzare i contenuti video e testuali “Premium” di colossi del calibro di Yahoo News, ESPN, National Geographic, MTV, Daily Mail, il tutto direttamente all’interno dell’applicazione.
Al momento la disponibilità dei contenuti varia di nazione in nazione ed è sopratutto dedicato agli utenti statunitensi, che potranno così apprezzare brevi clip realizzate dal canale tematico National Geographic od ascoltare i propri brani preferiti attraverso MTV, con la speranza che a breve i dirigenti di Snapchat, raggiungano accordi anche con società di contenuti italiane.
TERZA STARTUP PIU' PREZIOSA AL MONDO?
La nuova funzionalità Discovery non solo si potrebbe rivelare utile per gli utenti, ma segna un importante novità per l’azienda: attraverso questo servizio infatti, Snapchat per la prima volta cerca di monetizzare il proprio servizio.
Non tutti i contenuti forniti attraverso Discovery saranno infatti gratuiti, ma invece di chiedere il pagamento di abbonamenti o formule che comunque chiedano un esborso di denaro agli utenti, l’azienda ha preferito inserire annunci promozionali, all’interno dei contenuti forniti dai partner.
Snapchat è considerata dagli analisti di mercato, la terza potenza nel settore social network per le persone di età compresa tra i 18 ed i 34 anni, battuta solamente da colossi quali Instagram ed ovviamente Facebook. Ricordiamo poi che Snapchat aveva rifiutato un offerta di acquisizione proprio da parte di Facebook nel 2014, per una cifra vicina ai 3 miliardi di dollari, seguito poi da una cresciuta esponenziale dell’azienda che alla fine dello scorso anno ha raggiunto un valore stimato superiore ai 10 miliardi di dollari.
Snapchat però non è intenzionata a rallentare minimamente la propria crescita e forte della nuova modalità di monetizzazione appena introdotta, è intenzionata ora a raccogliere la somma di 500 milioni di dollari in finanziamenti, che porterebbero il reale valore dell’azienda ad una cifra vicina ai 19 miliardi di dollari, diventando così la terza startup per valore al mondo, alle spalle solamente del colosso del trasporto Uber (40 miliardi di dollari) e di Xiaomi (45 miliardi di dollari), con un valore quindi del tutto simile a quanto sborsato proprio da Facebook, per l’acquisizione di WhatsApp.
Tidal Arriva Anche In Italia (Differenze Con Spotify)
Tidal, il rivale di Spotify(per dirne uno), viene dal nord Europa e porta con sé un'arma da non sottovalutare: i file in qualità CD.
Laddove YouTube, Deezer e Spotify offrono MP3 a 320 kbps, Tidal fa un passo avanti e punta ai Flac e Alac a 44.1kHz(1.411 kbps) e 16 bit, formati lossless(non compressi) che offrono un'esperienza d'ascolto superiore.
Tidal già attivo in altre parti del mondo è stato lanciato ieri in Italia.
Come detto, trattasi di un servizio di streaming musicale dell’azienda svedese Aspiro.
Tidal è già disponibile dalla fine del 2014 nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in altri paesi europei come Finlandia e Belgio.
DIFFERENZE AUDIO CON I CONCORRENTI
I più diffusi servizi di download (iTunes, Amazon) e di streaming (Spotify, Beats, Pandora) si basano su formati come mp3, aac o vorbis e usano una compressione “lossy”, che ha una velocità di trasmissione attorno ai 320 kpbs.
Con questi formati, che rendono i file meno pesanti e quindi più facili da archiviare, vengono tagliate alcune frequenze dell’audio originale.
I file lossless, al contrario, mantengono la qualità intatta.
La differenza qualitativa rispetto ai concorrenti è lampante ed emerge anche con apparati economici come un iPhone e gli auricolari in dotazione.
Il suono è più definito, profondo, nitido.
Tidal consente di diffondere la musica in Wi-Fi in tutta casa aprendo una sola app.
Notevole la lista di prodotti Wireless compatibili che include anche marchi di fascia altissima come Dynaudio, Linn, McIntosh, Meridian, MartinLogan, Sono, Denon e AudioQuest.
Dobbiamo però tenere conto che i file lossless sono molto più grandi degli mp3 (il rapporto è di uno a cinque) di conseguenza consumano più dati.
SIMILE A SPOTIFY
Dal punto di vista delle funzioni e dell’esperienza utente, Tidal invece è molto simile a Spotify.
È compatibile sia con Windows sia con Mac.
Prevede una versione desktop, una per i browser e una per i dispositivi mobili(Android compreso).
L’interfaccia di Tidal non ha ancora una versione italiana (per ora non è prevista, come ha confermato la portavoce dell’azienda, ma potrebbe essere introdotta se arriveranno molte richieste dagli utenti).
ARCHIVIO BRANI MUSICALI E PLAYLIST
Sfogliando il catalogo dei brani, non si notano grosse differenze: Tidal dichiara di avere una libreria di venticinque milioni di canzoni e, in sostanza, si trovano quasi tutti i pezzi che ci sono su Spotify o Google Music o Deezer.
I brani si possono anche scaricare e ascoltare offline, come su Spotify.
Inoltre Tidal offre circa 75mila video musicali e delle playlist più curate e originali.
Una serie di finestre ci offrono i consigli della redazione, playlist compilate da esperti di un certo filone musicale, offrono monografie su artisti e album iconici, presentano i pezzi più interessanti di un determinato periodo o ci fanno conoscere più da vicino i dischi del momento, trovando eventuali predecessori che li hanno influenzati.
Oltre ai brani in sé ci sono anche degli approfondimenti testuali (al momento in inglese), una chicca che gli ascoltatori più esigenti apprezzeranno di certo.
ABBONAMENTO
Tidal è fondato su un modello premium: non ha una versione gratuita (non c’è quindi la possibilità, come nel caso di Spotify, di usarlo gratis a patto di sopportare la pubblicità).
Costa 19,99 euro al mese, un prezzo più alto rispetto alla concorrenza (Spotify costa 9,99 euro al mese).
Per farla breve, con Tidal la musica si ascolta meglio, ma costa di più.
È un servizio pensato per gli appassionati, più che per l’ascoltatore medio.
Spotify ha aperto la strada a un nuovo mercato, ma ora deve confrontarsi con le prime avvisaglie di concorrenza.
Laddove YouTube, Deezer e Spotify offrono MP3 a 320 kbps, Tidal fa un passo avanti e punta ai Flac e Alac a 44.1kHz(1.411 kbps) e 16 bit, formati lossless(non compressi) che offrono un'esperienza d'ascolto superiore.
Tidal già attivo in altre parti del mondo è stato lanciato ieri in Italia.
Come detto, trattasi di un servizio di streaming musicale dell’azienda svedese Aspiro.
Tidal è già disponibile dalla fine del 2014 nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in altri paesi europei come Finlandia e Belgio.
DIFFERENZE AUDIO CON I CONCORRENTI
I più diffusi servizi di download (iTunes, Amazon) e di streaming (Spotify, Beats, Pandora) si basano su formati come mp3, aac o vorbis e usano una compressione “lossy”, che ha una velocità di trasmissione attorno ai 320 kpbs.
Con questi formati, che rendono i file meno pesanti e quindi più facili da archiviare, vengono tagliate alcune frequenze dell’audio originale.
I file lossless, al contrario, mantengono la qualità intatta.
La differenza qualitativa rispetto ai concorrenti è lampante ed emerge anche con apparati economici come un iPhone e gli auricolari in dotazione.
Il suono è più definito, profondo, nitido.
Tidal consente di diffondere la musica in Wi-Fi in tutta casa aprendo una sola app.
Notevole la lista di prodotti Wireless compatibili che include anche marchi di fascia altissima come Dynaudio, Linn, McIntosh, Meridian, MartinLogan, Sono, Denon e AudioQuest.
Dobbiamo però tenere conto che i file lossless sono molto più grandi degli mp3 (il rapporto è di uno a cinque) di conseguenza consumano più dati.
SIMILE A SPOTIFY
Dal punto di vista delle funzioni e dell’esperienza utente, Tidal invece è molto simile a Spotify.
È compatibile sia con Windows sia con Mac.
Prevede una versione desktop, una per i browser e una per i dispositivi mobili(Android compreso).
L’interfaccia di Tidal non ha ancora una versione italiana (per ora non è prevista, come ha confermato la portavoce dell’azienda, ma potrebbe essere introdotta se arriveranno molte richieste dagli utenti).
ARCHIVIO BRANI MUSICALI E PLAYLIST
Sfogliando il catalogo dei brani, non si notano grosse differenze: Tidal dichiara di avere una libreria di venticinque milioni di canzoni e, in sostanza, si trovano quasi tutti i pezzi che ci sono su Spotify o Google Music o Deezer.
I brani si possono anche scaricare e ascoltare offline, come su Spotify.
Inoltre Tidal offre circa 75mila video musicali e delle playlist più curate e originali.
Una serie di finestre ci offrono i consigli della redazione, playlist compilate da esperti di un certo filone musicale, offrono monografie su artisti e album iconici, presentano i pezzi più interessanti di un determinato periodo o ci fanno conoscere più da vicino i dischi del momento, trovando eventuali predecessori che li hanno influenzati.
Oltre ai brani in sé ci sono anche degli approfondimenti testuali (al momento in inglese), una chicca che gli ascoltatori più esigenti apprezzeranno di certo.
ABBONAMENTO
Tidal è fondato su un modello premium: non ha una versione gratuita (non c’è quindi la possibilità, come nel caso di Spotify, di usarlo gratis a patto di sopportare la pubblicità).
Costa 19,99 euro al mese, un prezzo più alto rispetto alla concorrenza (Spotify costa 9,99 euro al mese).
Per farla breve, con Tidal la musica si ascolta meglio, ma costa di più.
È un servizio pensato per gli appassionati, più che per l’ascoltatore medio.
Spotify ha aperto la strada a un nuovo mercato, ma ora deve confrontarsi con le prime avvisaglie di concorrenza.
martedì 17 febbraio 2015
Interferenze TV-LTE (Come Risolvere Il Problema)
Le nuove applicazioni mobili (LTE, Long Term Evolution) usano delle frequenze che sono anche sfruttate dalle reti della TV digitale terrestre (DVB-T) e della TV digitale via cavo (DVB-C).
L'uso di dispositivi LTE, ad esempio tablet o smartphone LTE può quindi causare interferenze con il segnale della TV digitale terrestre o della TV digitale via cavo dell'utente stesso o dei suoi vicini, in caso di coincidenza delle frequenze.
Dunque se improvvisamente, il tuo televisore non riesce più a trasmettere alcuni o tutti i canali digitali terrestri, la colpa potrebbe essere delle interferenze LTE.
PROBLEMI D'INTERFERENZA
L’LTE, come detto, trasmettendo anche su frequenza 800 Mhz, la stessa utilizzata dai canali televisivi terrestri, può disturbarne la visione.
La possibile presenza di interferenze è legata a molteplici fattori.
Occorre considerare non solo la potenza del segnale DVB-C o DVB-T, ma anche la trasmissione e la ricezione del segnale LTE.
Molto importanti sono anche i servizi utilizzati, i cavi e le antenne.
Innanzi tutto può essere molto difficile individuare l'effettiva origine dell'interferenza.
In teoria è possibile che in un edificio con più appartamenti, alcuni di questi siano soggetti a interferenze e altri no.
Quali disturbi causano le interferenze?
-Totale mancanza di visione di tutti canali terrestri
-Visione parziale: si vedono solo alcuni canali
-Visione disturbata: squadrettamento, difetti nell’audio, etc.
CAPIRNE LE CAUSE
Possiamo schematizzare il tutto in due categorie:
1) Se le interferenze si presentano in un ambiente domestico nel quale è utilizzato un dispositivo terminale LTE, dovrebbe essere abbastanza semplice trovare un rimedio.
Innanzi tutto, il dispositivo LTE dovrebbe essere posizionato preferibilmente lontano dal punto di ricezione del segnale TV disturbato, oppure l'antenna dovrebbe essere spostate, possibilmente in un'altra stanza.
2) Se invece le interferenze appaiono all'improvviso senza che sia stato aggiunto un nuovo dispositivo LTE nell'ambiente domestico o che sia stata apportata alcuna modifica recente al sistema di ricezione, innanzi tutto occorre consultare il sito web dell'operatore di telefonia cellulare(il problema potrebbe essere esterno).
Di solito l'operatore fornisce aggiornamenti periodici relativi all'espansione della rete.
Ad esempio, è possibile che una nuova stazione base LTE sia stata installata nelle vicinanze.
Se il segnale LTE-800 è presente, l'interferenza è causata da una stazione base o da un dispositivo terminale LTE di un vicino.
In questo caso occorre contattare innanzi tutto le autorità competenti (agenzia per le comunicazione radio).
Se il segnale TV DVB-T viene ricevuto tramite un'antenna installata all'esterno, un tipo diverso di antenna potrebbe risolvere le interferenze causate dal segnale LTE-800 (sostituzione di un'antenna omni-direzionale con un'antenna direzionale).
Rispetto a un'antenna omni-direzionale con un'antenna direzionale, può essere allineata direttamente alla ripetitore di trasmissione DVB-T (questo tipo di intervento però non è di aiuto se il trasmettitore LTE è situato nella stessa direzione). Se il segnale DVB-T viene ricevuto tramite un'antenna interna, provare a cambiarne la posizione. Se la situazione non migliora, un'antenna direzionale può risolvere il problema.
COME RISOLVERE IL PROBLEMA
1) Come detto per prima cosa conviene telefonare al Numero Verde 800 126 126 gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni (FUB) per verificare se la propria zona di residenza è tra quelle soggette alle interferenze LTE
In alternativa si può anche visitare il sito dedicato www.helpinterferenze.it
2) Se dopo la segnalazione ti comunicano che sei in una zona con le interferenze LTE, hai diritto all’installazione gratuita del filtro in grado di risolvere il problema.
Lo stesso servizio Help Interferenze ti invierà un tecnico che installerà il filtro sull’antenna.
Trattasi semplicemente i un filtro antidisturbo.
L’installazione del filtro sarà curata direttamente dal servizio Help Interferenze il quale ti invierà un tecnico, che provvederà ad installare il filtro alla tua antenna di ricezione terrestre.
Tale filtro è in grado di bloccare la ricezione dei segnali LTE che producono le interferenze.
L'uso di dispositivi LTE, ad esempio tablet o smartphone LTE può quindi causare interferenze con il segnale della TV digitale terrestre o della TV digitale via cavo dell'utente stesso o dei suoi vicini, in caso di coincidenza delle frequenze.
Dunque se improvvisamente, il tuo televisore non riesce più a trasmettere alcuni o tutti i canali digitali terrestri, la colpa potrebbe essere delle interferenze LTE.
PROBLEMI D'INTERFERENZA
L’LTE, come detto, trasmettendo anche su frequenza 800 Mhz, la stessa utilizzata dai canali televisivi terrestri, può disturbarne la visione.
La possibile presenza di interferenze è legata a molteplici fattori.
Occorre considerare non solo la potenza del segnale DVB-C o DVB-T, ma anche la trasmissione e la ricezione del segnale LTE.
Molto importanti sono anche i servizi utilizzati, i cavi e le antenne.
Innanzi tutto può essere molto difficile individuare l'effettiva origine dell'interferenza.
In teoria è possibile che in un edificio con più appartamenti, alcuni di questi siano soggetti a interferenze e altri no.
Quali disturbi causano le interferenze?
-Totale mancanza di visione di tutti canali terrestri
-Visione parziale: si vedono solo alcuni canali
-Visione disturbata: squadrettamento, difetti nell’audio, etc.
CAPIRNE LE CAUSE
Possiamo schematizzare il tutto in due categorie:
1) Se le interferenze si presentano in un ambiente domestico nel quale è utilizzato un dispositivo terminale LTE, dovrebbe essere abbastanza semplice trovare un rimedio.
Innanzi tutto, il dispositivo LTE dovrebbe essere posizionato preferibilmente lontano dal punto di ricezione del segnale TV disturbato, oppure l'antenna dovrebbe essere spostate, possibilmente in un'altra stanza.
2) Se invece le interferenze appaiono all'improvviso senza che sia stato aggiunto un nuovo dispositivo LTE nell'ambiente domestico o che sia stata apportata alcuna modifica recente al sistema di ricezione, innanzi tutto occorre consultare il sito web dell'operatore di telefonia cellulare(il problema potrebbe essere esterno).
Di solito l'operatore fornisce aggiornamenti periodici relativi all'espansione della rete.
Ad esempio, è possibile che una nuova stazione base LTE sia stata installata nelle vicinanze.
Se il segnale LTE-800 è presente, l'interferenza è causata da una stazione base o da un dispositivo terminale LTE di un vicino.
In questo caso occorre contattare innanzi tutto le autorità competenti (agenzia per le comunicazione radio).
Se il segnale TV DVB-T viene ricevuto tramite un'antenna installata all'esterno, un tipo diverso di antenna potrebbe risolvere le interferenze causate dal segnale LTE-800 (sostituzione di un'antenna omni-direzionale con un'antenna direzionale).
Rispetto a un'antenna omni-direzionale con un'antenna direzionale, può essere allineata direttamente alla ripetitore di trasmissione DVB-T (questo tipo di intervento però non è di aiuto se il trasmettitore LTE è situato nella stessa direzione). Se il segnale DVB-T viene ricevuto tramite un'antenna interna, provare a cambiarne la posizione. Se la situazione non migliora, un'antenna direzionale può risolvere il problema.
COME RISOLVERE IL PROBLEMA
1) Come detto per prima cosa conviene telefonare al Numero Verde 800 126 126 gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni (FUB) per verificare se la propria zona di residenza è tra quelle soggette alle interferenze LTE
In alternativa si può anche visitare il sito dedicato www.helpinterferenze.it
2) Se dopo la segnalazione ti comunicano che sei in una zona con le interferenze LTE, hai diritto all’installazione gratuita del filtro in grado di risolvere il problema.
Lo stesso servizio Help Interferenze ti invierà un tecnico che installerà il filtro sull’antenna.
Trattasi semplicemente i un filtro antidisturbo.
L’installazione del filtro sarà curata direttamente dal servizio Help Interferenze il quale ti invierà un tecnico, che provvederà ad installare il filtro alla tua antenna di ricezione terrestre.
Tale filtro è in grado di bloccare la ricezione dei segnali LTE che producono le interferenze.
Storia e Problematiche Delle Pay TV Italiane: Stream, Telepiù, Sky
Una delle prime società europee ad offrire un pacchetto di canali a pagamento fu la britannica Sky TV nel 1990 (anche se la prima emittente televisiva ad offrire un canale a pagamento fu la svizzera Teleclub nel 1982. Per approfondire: Nascita Delle Prime Pay TV e Storia Dei Satelliti (TV) ).
Le trasmissioni avvenivano via satellite in analogico ed erano ricevibili in quasi tutta l’Europa.
Il tutto grazie ai primi satelliti lanciati in orbita, nel 1961 nasce in Italia uno dei primi Teleporti a livello mondiale: Telespazio (Fucino Space Center). Ad ogni modo la codifica veniva effettuata col Videocrypt, un sistema ibrido in cui lo scrambling veniva effettuato con la tecnica del cut and rotate, mentre la generazione, codifica e gestione delle relative chiavi avvenivano per mezzo di tecniche digitali .
LA RIVOLUZIONE DI MARKUS KUHN
Nel 1994, il tedesco Markus Kuhn, un giovane informatico esperto di sistemi per l’accesso condizionato, riuscì a mettere in chiaro l’intero bouquet in vari modi: operando sull’algoritmo di scrambling senza l’ausilio delle chiavi (in questo caso l’immagine veniva visualizzata solo in bianco e nero), con una smart card “clonata” che emulava perfettamente quella originale e, infine, sostituendo la smart card con un PC dotato di apposito software e collegato al decoder. Kuhn diffuse i risultati della sua ricerca attraverso le BBS ed Internet, così il fenomeno della visione abusiva cominciò a prendere piede in tutta l’Europa occidentale. Le conoscenze tecniche diffuse da Kuhn, stimolarono la creazione di diversi gruppi di studio delle codifiche delle TV a pagamento via satellite, che operavano a stretto contatto, scambiandosi i risultati delle loro ricerche. La sinergia portò alla forzatura del sistema D2-MAC/Eurocrypt, utilizzato dall’operatore scandinavo Viasat e dal francese CanalPlus, nonostante cifrasse le chiavi col DES.
TRASMISSIONI DIGITALI
Nel 1996 cominciarono le trasmissioni digitali via satellite, causando un progressivo abbandono della tecnica analogica. La prima società europea ad offrire un bouquet digitale a pagamento via satellite fu la francese Canal Satellite Numérique (CSN) del gruppo CanalPlus nel 1996.
Le trasmissioni venivano codificate col sistema Mediaguard realizzato dalla società SECA, appartenente allo stesso gruppo, riprendendo alcuni concetti del D2-MAC/Eurocrypt.
Seguirono, subito dopo, l’italiana D+ e la tedesca DF1 che codificavano le trasmissioni col sistema Irdeto. Una prima contromisura fu la tecnica Reset (dei decoder) con il famoso messaggio "Please Insert Smart Card". Più o meno in questo periodo vengono sviluppati i primi servizi di Video On Demand (Videomagic) grazie a Stream TV e la prima WebTV.
LA PIRATERIA COLPISCE ANCHE SECA
Nel 1998, dopo soli due anni dall'avvento della TV digitale a pagamento, la pirateria era già in grado di forzare tutte le codifiche. La prima a cedere è stata Irdeto, seguita da Seca. Il sistema di codifica SECA è stato originariamente utilizzato in Italia nel 1997 da Telepiù che, allora, era una società controllata da Canal Plus, la cui affiliata, Canal Plus Technologies, ha fornito il sistema.
La prima versione utilizzata da SECA era nota come SECA Mediaguard I, e, nel maggio 2002 , è stata rimpiazzata da SECA II. Nel luglio 2003 Canal Plus Technolgies è stata acquisita da Thomson e nel gennaio 2004 il business è stato acquistato da Nagra. La contromisura adottata dall'emittenti televisive era l'aggiornamento delle chiavi(key) che sostituivano, dopo un dato intervallo di tempo, quelle presente sulle smart card degli aventi diritto bloccando appunto quelle pirata. I pirati allora svilupparono firmare per i decoder dell'epoca: stiamo ovviamente parlando del Gold Box della Phillips.
LA NASCITA DI SKY E IL DIGITALE TERRESTRE: 2006
SKY Italia è nata il 1 maggio 2003 dalla fusione di Telepiù(nata nel 1990) e Stream(nata nel 1997) ad opera del magnate Rupert Murdoch. Alla base di tutto c'era la nuova riforma di legge(in vigore da qualche anno) che prevedeva un unico decoder ed un'unica smart card che sarebbe dovuta essere utilizzata dagli abbonati dei due gruppi rivali. Era anche un problema di diritti TV, oltre che di comodità (basti ricordare che ai tempi, per fare un esempio calcistico, Telepiù deteneva i diritti di determinate squadre di calcio invece Stream di un altro ristretto numero di club). Le cose andarono molto a rilento e tra cause in tribunale, minacce ed anche multe non si riuscì a venirne a capo, sino alla fusione definitiva delle due Pay TV (il decoder unico con i due gruppi separati che permetteva di usufruire dei contenuti di una e dell'altra con un doppio abbonamento e qualche limitazione, aveva comunque portato a problemi, non ultimo quello della pirateria). All'epoca Stream utilizzava i sistemi di codifica Irdeto, SECA ed NDS. SKY ha abbandonato il sistema di codifica Irdeto nel febbraio 2004 per quello più sicuro NDS.
Il digitale terrestre si diffonde invece nel 2006 con il protocollo DVB-T. Il numero degli abbonati a SKY ha superato i 3 milioni e 830 mila nel giugno 2006, con un incremento delle sottoscrizioni di oltre 1 milione e 900 mila famiglie nei primi due anni e mezzo di presenza sul mercato italiano. Nel 2015 gli abbonati sono quasi 5 milioni(4.7 per la precisione, in calo rispetto ai 4.9 del 2012). Il primo decoder Linux Based (Dreambox) si diffonde nel 2010, la novità risiedeva appunto nella presenza di un sistema operativo sul decoder, dando il via al card sharing con la diffusione delle C-LINE(condivisioni delle chiavi di codifica). Se ne volete sapere di più su questo nuovo standard che unisce la TV ad Internet: Cos'è L'IPTV e Come Funziona.
Le trasmissioni avvenivano via satellite in analogico ed erano ricevibili in quasi tutta l’Europa.
Il tutto grazie ai primi satelliti lanciati in orbita, nel 1961 nasce in Italia uno dei primi Teleporti a livello mondiale: Telespazio (Fucino Space Center). Ad ogni modo la codifica veniva effettuata col Videocrypt, un sistema ibrido in cui lo scrambling veniva effettuato con la tecnica del cut and rotate, mentre la generazione, codifica e gestione delle relative chiavi avvenivano per mezzo di tecniche digitali .
LA RIVOLUZIONE DI MARKUS KUHN
Nel 1994, il tedesco Markus Kuhn, un giovane informatico esperto di sistemi per l’accesso condizionato, riuscì a mettere in chiaro l’intero bouquet in vari modi: operando sull’algoritmo di scrambling senza l’ausilio delle chiavi (in questo caso l’immagine veniva visualizzata solo in bianco e nero), con una smart card “clonata” che emulava perfettamente quella originale e, infine, sostituendo la smart card con un PC dotato di apposito software e collegato al decoder. Kuhn diffuse i risultati della sua ricerca attraverso le BBS ed Internet, così il fenomeno della visione abusiva cominciò a prendere piede in tutta l’Europa occidentale. Le conoscenze tecniche diffuse da Kuhn, stimolarono la creazione di diversi gruppi di studio delle codifiche delle TV a pagamento via satellite, che operavano a stretto contatto, scambiandosi i risultati delle loro ricerche. La sinergia portò alla forzatura del sistema D2-MAC/Eurocrypt, utilizzato dall’operatore scandinavo Viasat e dal francese CanalPlus, nonostante cifrasse le chiavi col DES.
TRASMISSIONI DIGITALI
Nel 1996 cominciarono le trasmissioni digitali via satellite, causando un progressivo abbandono della tecnica analogica. La prima società europea ad offrire un bouquet digitale a pagamento via satellite fu la francese Canal Satellite Numérique (CSN) del gruppo CanalPlus nel 1996.
Le trasmissioni venivano codificate col sistema Mediaguard realizzato dalla società SECA, appartenente allo stesso gruppo, riprendendo alcuni concetti del D2-MAC/Eurocrypt.
Seguirono, subito dopo, l’italiana D+ e la tedesca DF1 che codificavano le trasmissioni col sistema Irdeto. Una prima contromisura fu la tecnica Reset (dei decoder) con il famoso messaggio "Please Insert Smart Card". Più o meno in questo periodo vengono sviluppati i primi servizi di Video On Demand (Videomagic) grazie a Stream TV e la prima WebTV.
LA PIRATERIA COLPISCE ANCHE SECA
Nel 1998, dopo soli due anni dall'avvento della TV digitale a pagamento, la pirateria era già in grado di forzare tutte le codifiche. La prima a cedere è stata Irdeto, seguita da Seca. Il sistema di codifica SECA è stato originariamente utilizzato in Italia nel 1997 da Telepiù che, allora, era una società controllata da Canal Plus, la cui affiliata, Canal Plus Technologies, ha fornito il sistema.
La prima versione utilizzata da SECA era nota come SECA Mediaguard I, e, nel maggio 2002 , è stata rimpiazzata da SECA II. Nel luglio 2003 Canal Plus Technolgies è stata acquisita da Thomson e nel gennaio 2004 il business è stato acquistato da Nagra. La contromisura adottata dall'emittenti televisive era l'aggiornamento delle chiavi(key) che sostituivano, dopo un dato intervallo di tempo, quelle presente sulle smart card degli aventi diritto bloccando appunto quelle pirata. I pirati allora svilupparono firmare per i decoder dell'epoca: stiamo ovviamente parlando del Gold Box della Phillips.
LA NASCITA DI SKY E IL DIGITALE TERRESTRE: 2006
SKY Italia è nata il 1 maggio 2003 dalla fusione di Telepiù(nata nel 1990) e Stream(nata nel 1997) ad opera del magnate Rupert Murdoch. Alla base di tutto c'era la nuova riforma di legge(in vigore da qualche anno) che prevedeva un unico decoder ed un'unica smart card che sarebbe dovuta essere utilizzata dagli abbonati dei due gruppi rivali. Era anche un problema di diritti TV, oltre che di comodità (basti ricordare che ai tempi, per fare un esempio calcistico, Telepiù deteneva i diritti di determinate squadre di calcio invece Stream di un altro ristretto numero di club). Le cose andarono molto a rilento e tra cause in tribunale, minacce ed anche multe non si riuscì a venirne a capo, sino alla fusione definitiva delle due Pay TV (il decoder unico con i due gruppi separati che permetteva di usufruire dei contenuti di una e dell'altra con un doppio abbonamento e qualche limitazione, aveva comunque portato a problemi, non ultimo quello della pirateria). All'epoca Stream utilizzava i sistemi di codifica Irdeto, SECA ed NDS. SKY ha abbandonato il sistema di codifica Irdeto nel febbraio 2004 per quello più sicuro NDS.
Il digitale terrestre si diffonde invece nel 2006 con il protocollo DVB-T. Il numero degli abbonati a SKY ha superato i 3 milioni e 830 mila nel giugno 2006, con un incremento delle sottoscrizioni di oltre 1 milione e 900 mila famiglie nei primi due anni e mezzo di presenza sul mercato italiano. Nel 2015 gli abbonati sono quasi 5 milioni(4.7 per la precisione, in calo rispetto ai 4.9 del 2012). Il primo decoder Linux Based (Dreambox) si diffonde nel 2010, la novità risiedeva appunto nella presenza di un sistema operativo sul decoder, dando il via al card sharing con la diffusione delle C-LINE(condivisioni delle chiavi di codifica). Se ne volete sapere di più su questo nuovo standard che unisce la TV ad Internet: Cos'è L'IPTV e Come Funziona.
Scaricare Tutte Le Foto Di Un Profilo Twitter Con 1 Click
Se desideriamo salvare tutte le foto condivise dal nostro cantante preferito su Twitter è necessario, dopo aver selezionato il profilo, cliccare su ogni singola immagine, aprirla e salvarla.
Esiste però un modo per risparmiare tempo e scaricare tutte le immagini di un profilo Twitter con un semplice clic.
dhIMG Twitter è un software free che permette di scaricare in un click le immagini da un profilo di Twitter.
Questo strumento può essere estremamente utile se si vogliono eseguire il backup del profilo di Twitter e non si desidera salvare manualmente ogni immagine.
Il software funziona praticamente su qualsiasi computer che esegue Windows.
SCARICARE TUTTE LE FOTO IN UN CLICK
Per prima cosa: dhIMG Twitter Download
Estraiamo sul disco rigido l’archivio compresso dhlMG_Twitter.zip
Il programma non necessita di installazione: per avviarlo non dobbiamo fare altro che eseguire un doppio clic sul file dhIMG Twitter.exe
Digitiamo nel campo Step 1 il nome dell’account Twitter dal quale desideriamo scaricare le foto e successivamente su Find Images.
Dopodiché clicchiamo su Save to... e scegliamo la cartella nella quale il programma andrà a scaricare le immagini.
A questo punto non ci resta che premere il tasto RUN!
Il programma inizierà a scaricare automaticamente le foto del profilo Twitter nella cartella scelta.
Il tempo di download dipenderà, naturalmente, dal numero delle foto presenti sul profilo Twitter e dalla loro "grandezza".
Esiste però un modo per risparmiare tempo e scaricare tutte le immagini di un profilo Twitter con un semplice clic.
dhIMG Twitter è un software free che permette di scaricare in un click le immagini da un profilo di Twitter.
Questo strumento può essere estremamente utile se si vogliono eseguire il backup del profilo di Twitter e non si desidera salvare manualmente ogni immagine.
Il software funziona praticamente su qualsiasi computer che esegue Windows.
SCARICARE TUTTE LE FOTO IN UN CLICK
Per prima cosa: dhIMG Twitter Download
Estraiamo sul disco rigido l’archivio compresso dhlMG_Twitter.zip
Il programma non necessita di installazione: per avviarlo non dobbiamo fare altro che eseguire un doppio clic sul file dhIMG Twitter.exe
Digitiamo nel campo Step 1 il nome dell’account Twitter dal quale desideriamo scaricare le foto e successivamente su Find Images.
Dopodiché clicchiamo su Save to... e scegliamo la cartella nella quale il programma andrà a scaricare le immagini.
A questo punto non ci resta che premere il tasto RUN!
Il programma inizierà a scaricare automaticamente le foto del profilo Twitter nella cartella scelta.
Il tempo di download dipenderà, naturalmente, dal numero delle foto presenti sul profilo Twitter e dalla loro "grandezza".
Come Bloccare Facebook ed Altri Siti Web In Azienda (BlueLife Hosts Editor)
Spesso potreste avere l'esigenza di bloccare l'accesso a portali Web violenti o con contenuti per adulti, inadatti ai nostri figli.
Ma non solo.
Ad esempio potreste essere il datore di lavoro di qualcuno e gestire un'azienda dove i dipendenti passano le giornate su Facebook o Youtube.
In nostro soccorso giunge BlueLife Hosts Editor.
Con questo software potremo limitare l'accesso ad Internet bloccando qualsiasi sito Web facilmente e senza che nessuno se ne accorga.
COME FUNZIONA
Per prima cosa: Download BlueLife Hosts Editor
Il funzionamento è semplicissimo: l’applicazione raccoglie gli indirizzi IP dei siti che volete bloccare e li aggiunge ad una block list presente nella stessa applicazione.
Da qui, potrete decidere gli accessi ad una data pagina come e quando volete.
Scrivete nell'apposita barra l'indirizzo Web che volete bloccare, schiacciate sul "+" a lato e poi da File schiacciate su Save e poi Exit.
Ovviamente i PC che andremo a bloccare è meglio abbiano accesso "limitato", per evitare che qualcuno si accorga dell'applicazione ed eseguendola con privilegi d'amministratore sblocchi i siti oscurati.
Ma non solo.
Ad esempio potreste essere il datore di lavoro di qualcuno e gestire un'azienda dove i dipendenti passano le giornate su Facebook o Youtube.
In nostro soccorso giunge BlueLife Hosts Editor.
Con questo software potremo limitare l'accesso ad Internet bloccando qualsiasi sito Web facilmente e senza che nessuno se ne accorga.
COME FUNZIONA
Per prima cosa: Download BlueLife Hosts Editor
Il funzionamento è semplicissimo: l’applicazione raccoglie gli indirizzi IP dei siti che volete bloccare e li aggiunge ad una block list presente nella stessa applicazione.
Da qui, potrete decidere gli accessi ad una data pagina come e quando volete.
Scrivete nell'apposita barra l'indirizzo Web che volete bloccare, schiacciate sul "+" a lato e poi da File schiacciate su Save e poi Exit.
Ovviamente i PC che andremo a bloccare è meglio abbiano accesso "limitato", per evitare che qualcuno si accorga dell'applicazione ed eseguendola con privilegi d'amministratore sblocchi i siti oscurati.
I 10 Oggetti Più Costosi Venduti Su eBay
eBay, è il famoso bazar che permette di comprare più o meno qualsiasi cosa, a prezzi contenuti e comodamente seduti sulla propria scrivania.
Ma nella sua storia ventennale, il sito di e-commerce ha visto anche acquirenti che hanno acquistato oggetti pagando cifre folli per oggetti.
Vediamoli.
10) Meteorite Proveniente Da Marte
Il 3 ottobre 1962, una roccia di circa 18 Kg cadde vicino a Zagami Rock, in Nigeria.
Si ritiene che questa roccia si sia originata sul pianeta Marte e sia dunque un campione della crosta marziana staccatasi dalla superficie in seguito all’impatto di un asteroide.
Un reperto a dir poco unico che un signore ha voluto assicurarsi per 355 mila euro.
9) Mazza da baseball di Joe Jackson
Joe Jackson è famoso per essere stato uno degli otto squalificati in seguito allo scandalo delle partite vendute da parte dei Chicago White Sox nel 1919.
Nonostante questo, è stato sempre estremamente amato dai suoi tifosi, tanto che una mazza da baseball da lui utilizzata è stata venduta su eBay a 456 mila euro.
8) Ferrari "Enzo"
Del modello “Enzo”sono state prodotte solo 400 esemplari di automobili, una delle quali è stata battuta all’asta informatica a ben 514 mila euro.
7) Figurina di Horus Wagner
Il rituale della raccolta delle figurine è tanto ancestrale quanto la passione per lo sport stesso, e già nel 1909 l’immaginetta di Horus Wagner, giocatore di baseball americano, era considerata una delle più introvabili.
Un affezionatissimo collazionatore, divorato dalla smania di averla, ha pensato che un milione e 300 mila euro fosse un prezzo accettabile per farla sua.
6) Pranzo con Warren Buffet
Considerato il più grande value investitor di sempre, per raccogliere fondi da devolvere in beneficenza, Warren Buffet ha messo all’asta su eBay un pranzo con se stesso.
Forse può apparire un’iniziativa leggermente mitomane, fatto sta che un ricco uomo d’affari cinese non si è lasciato sfuggire l’opportunità, spendendo un milione e 660 mila euro per assicurarsi quest’occasione.
5) Città di Albert(Texas)
Dopo essere stata un piccola e semplice cittadina nel cuore del Texas, Albert nel 2007 divenne un luogo fantasma, non avendo più alcun abitante.
Messa all’asta su eBay, è stata acquistata per poco meno di 2 milioni di euro da un signore americano che oggi, oltre che proprietario, ne è anche sindaco.
4) Jet Gulfstream
Uno dei jet privati più lussuosi che ci siano, ha una capienza massima di 14 persone più il personale di bordo. Ne sono stati prodotti circa 200 esemplari, uno dei quali è stato acquistato su eBay per 3 milioni e 600 mila euro.
Un vero affare in questo caso, dato che il prezzo da listino di questo gioiello si aggira introno ai 40 milioni.
3) Tomba accanto a Marylin Monroe
Il podio si apre con una vera sorpresa: per potersi assicurare il riposo eterno al fianco di una delle più celebri e controverse dive di Hollywood di tutti i tempi, un ignoto acquirente è stato disposto a spendere 3 milioni e 700 mila euro.
2) Libro di Shakespeare
Di “Pericle, principe di Tiro”, opera frutto dell’immortale genio di William Shakespeare, ne esiste una copia scritta di suo pugno proprio dal drammaturgo e poeta inglese: un vero e proprio cimelio per qualsiasi appassionato di teatro e letteratura in genere, tanto da essere stato battuto all’asta di eBay per 4 milioni di euro.
1) Yacht
Un magnate russo ha acquistato sul sito di aste con l’opzione “Compra subito” un’imbarcazione di super lusso, disegnata da Frank Mulder e costruita da 4Yachts per 133 milioni di euro.
Ma nella sua storia ventennale, il sito di e-commerce ha visto anche acquirenti che hanno acquistato oggetti pagando cifre folli per oggetti.
Vediamoli.
10) Meteorite Proveniente Da Marte
Il 3 ottobre 1962, una roccia di circa 18 Kg cadde vicino a Zagami Rock, in Nigeria.
Si ritiene che questa roccia si sia originata sul pianeta Marte e sia dunque un campione della crosta marziana staccatasi dalla superficie in seguito all’impatto di un asteroide.
Un reperto a dir poco unico che un signore ha voluto assicurarsi per 355 mila euro.
9) Mazza da baseball di Joe Jackson
Joe Jackson è famoso per essere stato uno degli otto squalificati in seguito allo scandalo delle partite vendute da parte dei Chicago White Sox nel 1919.
Nonostante questo, è stato sempre estremamente amato dai suoi tifosi, tanto che una mazza da baseball da lui utilizzata è stata venduta su eBay a 456 mila euro.
8) Ferrari "Enzo"
Del modello “Enzo”sono state prodotte solo 400 esemplari di automobili, una delle quali è stata battuta all’asta informatica a ben 514 mila euro.
7) Figurina di Horus Wagner
Il rituale della raccolta delle figurine è tanto ancestrale quanto la passione per lo sport stesso, e già nel 1909 l’immaginetta di Horus Wagner, giocatore di baseball americano, era considerata una delle più introvabili.
Un affezionatissimo collazionatore, divorato dalla smania di averla, ha pensato che un milione e 300 mila euro fosse un prezzo accettabile per farla sua.
6) Pranzo con Warren Buffet
Considerato il più grande value investitor di sempre, per raccogliere fondi da devolvere in beneficenza, Warren Buffet ha messo all’asta su eBay un pranzo con se stesso.
Forse può apparire un’iniziativa leggermente mitomane, fatto sta che un ricco uomo d’affari cinese non si è lasciato sfuggire l’opportunità, spendendo un milione e 660 mila euro per assicurarsi quest’occasione.
5) Città di Albert(Texas)
Dopo essere stata un piccola e semplice cittadina nel cuore del Texas, Albert nel 2007 divenne un luogo fantasma, non avendo più alcun abitante.
Messa all’asta su eBay, è stata acquistata per poco meno di 2 milioni di euro da un signore americano che oggi, oltre che proprietario, ne è anche sindaco.
4) Jet Gulfstream
Uno dei jet privati più lussuosi che ci siano, ha una capienza massima di 14 persone più il personale di bordo. Ne sono stati prodotti circa 200 esemplari, uno dei quali è stato acquistato su eBay per 3 milioni e 600 mila euro.
Un vero affare in questo caso, dato che il prezzo da listino di questo gioiello si aggira introno ai 40 milioni.
3) Tomba accanto a Marylin Monroe
Il podio si apre con una vera sorpresa: per potersi assicurare il riposo eterno al fianco di una delle più celebri e controverse dive di Hollywood di tutti i tempi, un ignoto acquirente è stato disposto a spendere 3 milioni e 700 mila euro.
2) Libro di Shakespeare
Di “Pericle, principe di Tiro”, opera frutto dell’immortale genio di William Shakespeare, ne esiste una copia scritta di suo pugno proprio dal drammaturgo e poeta inglese: un vero e proprio cimelio per qualsiasi appassionato di teatro e letteratura in genere, tanto da essere stato battuto all’asta di eBay per 4 milioni di euro.
1) Yacht
Un magnate russo ha acquistato sul sito di aste con l’opzione “Compra subito” un’imbarcazione di super lusso, disegnata da Frank Mulder e costruita da 4Yachts per 133 milioni di euro.
sabato 14 febbraio 2015
Youtube Festeggia I 10 Anni Di Vita (Top Ten Video Più Visti)
Youtube venne lanciato nel 2005(14 febbraio) e ad oggi, dopo Google e Facebook, è il terzo sito web più visitato al mondo.
Da contenitore di video amatoriali di viaggi e animali a sito globale che punta su musica ed ormai trasmette anche live e serie tv.
Esso ha fatto nascere nuove professioni legate alla rete, fenomeni e personaggi diventati virali.
Ha documentato fatti di cronaca in Italia e all'estero ed è diventato un mezzo per diffondere idee, sempre più spesso nel mirino di governi restrittivi.
Ebbene YouTube compie 10 anni, la piattaforma video più popolare al mondo che due anni fa ha tagliato il traguardo di oltre un miliardo di utenti unici al mese, raggiungendo così Facebook.
YouTube è stato fondato da tre ex dipendenti di PayPal(Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim) per poi essere rilevato da Google 21 mesi dopo per 1.65 miliardi di dollari.
A questa prima ricorrenza si aggiunge quella importante del primo video caricato online che dette effettivamente il via alla piattaforma: fu inserito il 23 aprile 2005, si intitolava "Me At The Zoo" ed era un filmato girato davanti alla gabbia degli elefanti dello Zoo di San Diego da uno dei fondatori.
Dopo più di un anno, a giugno 2006, l'azienda comunicò che al giorno venivano visualizzati già circa 100 milioni di video grazie ad un tasso di crescita primo al mondo.
A far moltiplicare i video su YouTube sono i contributi degli utenti, lo slogan del sito è infatti "Broadcast Yourself" (essi sono aumentati esponenzialmente da quando la piattaforma è accessibile anche dagli smartphone).
INNOVAZIONI
La crescita di popolarità di YouTube, ormai disponibile in 61 lingue e 75 paesi e su cui ogni minuto vengono caricate 300 ore di video, va di pari passo con le innovazioni che nel corso degli anni sono state introdotte. La più recente, di pochi giorni fa, sono i filmati 'multi angolazionè che consentono allo spettatore di interagire cambiando inquadratura.
La più clamorosa risale però al novembre scorso ed è l'ingresso della compagnia nel settore della musica a pagamento con "Music Key", un servizio che mette a disposizione milioni di canzoni e video senza pubblicità, con un abbonamento mensile.
In futuro il servizio potrebbe anche essere esteso ad altri settori come il cinema o i programmi tv, completando così la trasformazione da piattaforma "user generated content", cioè con contenuti creati e pubblicati dagli utenti, a media globale.
Per ora è però la musica il "core business" di YouTube, come dimostra la hit Gangnam Style del coreano Psy, che a dicembre ha sbancato i contatori, con oltre due miliardi di visualizzazioni.
La piattaforma è stata scelta anche come veicolo di comunicazione diretta da numerose istituzioni e personaggi di spicco come la Regina Elisabetta II, Rania di Giordania, il Vaticano, la Casa Bianca. E purtroppo anche dalla propaganda jihadista, che usa la rete e i social network per diffondere orrore. Ma la mole di video caricata ogni giorno non consente una eventuale censura di questi contenuti.
TOP TEN VIDEO PIU' VISTI
Da contenitore di video amatoriali di viaggi e animali a sito globale che punta su musica ed ormai trasmette anche live e serie tv.
Esso ha fatto nascere nuove professioni legate alla rete, fenomeni e personaggi diventati virali.
Ha documentato fatti di cronaca in Italia e all'estero ed è diventato un mezzo per diffondere idee, sempre più spesso nel mirino di governi restrittivi.
Ebbene YouTube compie 10 anni, la piattaforma video più popolare al mondo che due anni fa ha tagliato il traguardo di oltre un miliardo di utenti unici al mese, raggiungendo così Facebook.
YouTube è stato fondato da tre ex dipendenti di PayPal(Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim) per poi essere rilevato da Google 21 mesi dopo per 1.65 miliardi di dollari.
A questa prima ricorrenza si aggiunge quella importante del primo video caricato online che dette effettivamente il via alla piattaforma: fu inserito il 23 aprile 2005, si intitolava "Me At The Zoo" ed era un filmato girato davanti alla gabbia degli elefanti dello Zoo di San Diego da uno dei fondatori.
Dopo più di un anno, a giugno 2006, l'azienda comunicò che al giorno venivano visualizzati già circa 100 milioni di video grazie ad un tasso di crescita primo al mondo.
A far moltiplicare i video su YouTube sono i contributi degli utenti, lo slogan del sito è infatti "Broadcast Yourself" (essi sono aumentati esponenzialmente da quando la piattaforma è accessibile anche dagli smartphone).
INNOVAZIONI
La crescita di popolarità di YouTube, ormai disponibile in 61 lingue e 75 paesi e su cui ogni minuto vengono caricate 300 ore di video, va di pari passo con le innovazioni che nel corso degli anni sono state introdotte. La più recente, di pochi giorni fa, sono i filmati 'multi angolazionè che consentono allo spettatore di interagire cambiando inquadratura.
La più clamorosa risale però al novembre scorso ed è l'ingresso della compagnia nel settore della musica a pagamento con "Music Key", un servizio che mette a disposizione milioni di canzoni e video senza pubblicità, con un abbonamento mensile.
In futuro il servizio potrebbe anche essere esteso ad altri settori come il cinema o i programmi tv, completando così la trasformazione da piattaforma "user generated content", cioè con contenuti creati e pubblicati dagli utenti, a media globale.
Per ora è però la musica il "core business" di YouTube, come dimostra la hit Gangnam Style del coreano Psy, che a dicembre ha sbancato i contatori, con oltre due miliardi di visualizzazioni.
La piattaforma è stata scelta anche come veicolo di comunicazione diretta da numerose istituzioni e personaggi di spicco come la Regina Elisabetta II, Rania di Giordania, il Vaticano, la Casa Bianca. E purtroppo anche dalla propaganda jihadista, che usa la rete e i social network per diffondere orrore. Ma la mole di video caricata ogni giorno non consente una eventuale censura di questi contenuti.
TOP TEN VIDEO PIU' VISTI
Persona Deceduta? Arriva Il Legacy Contact (Facebook)
Facebook ha pensato di introdurre una funzione speciale, ovvero un Legacy Contact, cioè ogni utente potrà selezionare un contatto (un familiare o un amico) che gestirà il suo account nel caso in cui dovesse venire a mancare.
La persona prescelta avrà ovviamente delle funzioni limitate e quindi non pieno "possesso" dell'account: potrà scrivere un post da visualizzare in cima alla timeline dell’account commemorativo, rispondere a nuove richieste di amicizia , aggiornare la foto profilo e di copertina, ma non potrà loggarsi come la persona mancata, né visualizzare i messaggi privati.
Ma non sarà l’unica soluzione: le persone potranno far sapere se preferiscono la cancellazione definitiva dell’account in caso di morte.
La funzione Legacy Contact è per ora disponibile solo negli Stati Uniti.
La persona prescelta avrà ovviamente delle funzioni limitate e quindi non pieno "possesso" dell'account: potrà scrivere un post da visualizzare in cima alla timeline dell’account commemorativo, rispondere a nuove richieste di amicizia , aggiornare la foto profilo e di copertina, ma non potrà loggarsi come la persona mancata, né visualizzare i messaggi privati.
Ma non sarà l’unica soluzione: le persone potranno far sapere se preferiscono la cancellazione definitiva dell’account in caso di morte.
La funzione Legacy Contact è per ora disponibile solo negli Stati Uniti.
mercoledì 11 febbraio 2015
La Polizia Postale Vigila Sul Jihad e il Terrorismo
In alcune nazioni europee negli ultimi tempi si è materializzato l’incubo del terrorismo islamista.
Da questo momento è allarme rosso in tutte le Capitali europee.
E siccome il web è il luogo dove si dibatte e si lanciano messaggi, ecco che gli operatori del Servizio polizia postale e delle comunicazioni si ritrovano in prima linea.
Al Viminale da un mese è all’opera 24 ore su 24 un nucleo di 20 specialisti, capaci di muoversi tra i siti Internet, ma allo stesso tempo ottimi conoscitori dell’arabo e pratici di ogni sfumatura che connota i gruppi jihadisti.
In questo lasso di tempo sono stati identificati ben 400 tra siti, blog, forum, pagine di social network, video che inneggiano al Jihad(guerra santa) e che costituiscono una seria minaccia per il nostro Paese e non solo. Anche il social network domanda e risposta, Ask.fm, è stato scandagliato in lungo e largo.
Girava voce che diversi adolescenti di 14-15 anni facevano notare la presenza di ordigni in diverse città italiane, da Roma a Venezia da Milano a Reggio Calabria e Palermo.
Secondo il nucleo operativo sicuramente si trattava di “ragazzate”, ma di questi tempi nessuna minaccia può essere trascurata e così attraverso il territorio, gli autori delle frasi sono stati rintracciati e convocati in questura assieme ai genitori.
I cyber-poliziotti preferiscono seguire l’attività dei siti pericolosi piuttosto che farli chiudere.
Pare una scelta investigativa intelligente, forse anche obbligata.
Nel Jihad virtuale in prevalenza si parla arabo, con le immaginabili complicazioni legate ai tanti dialetti.
«Una volta venuta alla luce una traccia da seguire, sarà compito della Digos svolgere le necessarie attività investigative, come nel caso dello studente turco Furkan Semih Dundar espulso dal nostro Paese nelle scorse settimane.
E’ un compito delicato e il peso della responsabilità a volte diventa difficile da sostenere. Hai sempre paura che qualcosa ti sfugga, e il pensiero ricorrente è che magari nel momento in cui ti stacchi dal computer per andare via, proprio là, nel Deep Web si sta materializzando una nuova minaccia».
Da questo momento è allarme rosso in tutte le Capitali europee.
E siccome il web è il luogo dove si dibatte e si lanciano messaggi, ecco che gli operatori del Servizio polizia postale e delle comunicazioni si ritrovano in prima linea.
Al Viminale da un mese è all’opera 24 ore su 24 un nucleo di 20 specialisti, capaci di muoversi tra i siti Internet, ma allo stesso tempo ottimi conoscitori dell’arabo e pratici di ogni sfumatura che connota i gruppi jihadisti.
In questo lasso di tempo sono stati identificati ben 400 tra siti, blog, forum, pagine di social network, video che inneggiano al Jihad(guerra santa) e che costituiscono una seria minaccia per il nostro Paese e non solo. Anche il social network domanda e risposta, Ask.fm, è stato scandagliato in lungo e largo.
Girava voce che diversi adolescenti di 14-15 anni facevano notare la presenza di ordigni in diverse città italiane, da Roma a Venezia da Milano a Reggio Calabria e Palermo.
Secondo il nucleo operativo sicuramente si trattava di “ragazzate”, ma di questi tempi nessuna minaccia può essere trascurata e così attraverso il territorio, gli autori delle frasi sono stati rintracciati e convocati in questura assieme ai genitori.
I cyber-poliziotti preferiscono seguire l’attività dei siti pericolosi piuttosto che farli chiudere.
Pare una scelta investigativa intelligente, forse anche obbligata.
Nel Jihad virtuale in prevalenza si parla arabo, con le immaginabili complicazioni legate ai tanti dialetti.
«Una volta venuta alla luce una traccia da seguire, sarà compito della Digos svolgere le necessarie attività investigative, come nel caso dello studente turco Furkan Semih Dundar espulso dal nostro Paese nelle scorse settimane.
E’ un compito delicato e il peso della responsabilità a volte diventa difficile da sostenere. Hai sempre paura che qualcosa ti sfugga, e il pensiero ricorrente è che magari nel momento in cui ti stacchi dal computer per andare via, proprio là, nel Deep Web si sta materializzando una nuova minaccia».
Il Deep Web Trema: Arriva Memex?
Terrore sul Deep Web: arriva Memex.
Memex sarebbe un browser web, tramite il quale, con una ricerca sarebbe possibile scandagliare sia il web classico che soprattutto il sottobosco Deep Web(utilizzato, come sappiamo, quasi esclusivamente per scopi criminali).
A progettare Memex è stato il dipartimento del Darpa, ministero della Difesa statunitense che da anni scandaglia i meandri di internet per migliorare le indagini delle forze di polizia.
Secondo un articolo di Scientific American, l’utilizzo di Memex avrebbe già permesso l’arresto di diversi trafficanti di esseri umani che utilizzavano siti Onion(tramite Tor) per portare avanti le loro operazioni criminali.
COSA CAMBIEREBBE?
Attualmente Google indicizza circa il 10% delle pagine web esistenti, l’obiettivo che si prefissa Memex è analizzare il restante 90%, una massa uniforme di informazioni che viaggiano prive di controllo.
Molti dei dati presenti nel Deep Web provengono da pagine web temporanee(residenti su dischi locali in remoto), sensori connessi e dispositivi i cui contenuti non vanno a finire nei database classici.
La necessità di andare oltre i risultati di ricerca liberamente visibili su internet è avvertita in tutto il mondo.
Già da qualche anno organi come la Polizia Postale e la Guardia di Finanza utilizzano esperti informatici per ampliare le ricerche di persone coinvolte in omicidi, traffici di droga e scambio di materiale CP.
Memex sarebbe un browser web, tramite il quale, con una ricerca sarebbe possibile scandagliare sia il web classico che soprattutto il sottobosco Deep Web(utilizzato, come sappiamo, quasi esclusivamente per scopi criminali).
A progettare Memex è stato il dipartimento del Darpa, ministero della Difesa statunitense che da anni scandaglia i meandri di internet per migliorare le indagini delle forze di polizia.
Secondo un articolo di Scientific American, l’utilizzo di Memex avrebbe già permesso l’arresto di diversi trafficanti di esseri umani che utilizzavano siti Onion(tramite Tor) per portare avanti le loro operazioni criminali.
COSA CAMBIEREBBE?
Attualmente Google indicizza circa il 10% delle pagine web esistenti, l’obiettivo che si prefissa Memex è analizzare il restante 90%, una massa uniforme di informazioni che viaggiano prive di controllo.
Molti dei dati presenti nel Deep Web provengono da pagine web temporanee(residenti su dischi locali in remoto), sensori connessi e dispositivi i cui contenuti non vanno a finire nei database classici.
La necessità di andare oltre i risultati di ricerca liberamente visibili su internet è avvertita in tutto il mondo.
Già da qualche anno organi come la Polizia Postale e la Guardia di Finanza utilizzano esperti informatici per ampliare le ricerche di persone coinvolte in omicidi, traffici di droga e scambio di materiale CP.
Come Trovare L'Amore Con Facebook: Lovebook
CJ James ha lanciato Lovebook, nuovo servizio per trovare l'amore in Rete che ci trasforma in un "banner pubblicitario" su Facebook.
Pagando dai 15 ai 60 dollari la nostra vita viene trasformata in una campagna pubblicitaria: il servizio crea una pagina personale con alcune foto e i nostri interessi e poi sfrutta i potenti mezzi di diffusione di Facebook per bersagliare con l'annuncio le persone intorno a noi che potrebbero essere interessate a flirtare.
Un po' come se fossimo un paio di scarpe o un nuovo cellulare.
In poche parole il servizio crea una piccola campagna di marketing mirata che punta dritto alle potenziali anime gemelle e lascia fuori chi non ci interessa.
SIMILE AD ATLAS
Il cuore del sistema è Atlas, la piattaforma lanciata dal social network lo scorso giugno che crea annunci personalizzati e mirati perfetti per chi vuole dirci qualcosa e ha i soldi per farlo.
Attraverso il nuovo algoritmo, la creatura di Zuckerberg è in grado di analizzare i nostri dati personali, i "mi piace", i contenuti che pubblichiamo, le pagine che visitiamo e da quale dispositivo, tutti dati che contribuiscono a creare un profilo quasi perfetto dei nostri interessi.
Siamo sportivi? Ecco le scarpe che fanno per noi.
Siamo single? Ecco il partner che fa per noi.
Nonostante gli attacchi subiti per la sua pervasività, Atlas macina successi tra i pubblicitari e Lovebook non fa altro che ricalcarne i metodi.
Nel mercato dell'amore, insomma, il single diventa un prodotto da vendere.
Pagando dai 15 ai 60 dollari la nostra vita viene trasformata in una campagna pubblicitaria: il servizio crea una pagina personale con alcune foto e i nostri interessi e poi sfrutta i potenti mezzi di diffusione di Facebook per bersagliare con l'annuncio le persone intorno a noi che potrebbero essere interessate a flirtare.
Un po' come se fossimo un paio di scarpe o un nuovo cellulare.
In poche parole il servizio crea una piccola campagna di marketing mirata che punta dritto alle potenziali anime gemelle e lascia fuori chi non ci interessa.
SIMILE AD ATLAS
Il cuore del sistema è Atlas, la piattaforma lanciata dal social network lo scorso giugno che crea annunci personalizzati e mirati perfetti per chi vuole dirci qualcosa e ha i soldi per farlo.
Attraverso il nuovo algoritmo, la creatura di Zuckerberg è in grado di analizzare i nostri dati personali, i "mi piace", i contenuti che pubblichiamo, le pagine che visitiamo e da quale dispositivo, tutti dati che contribuiscono a creare un profilo quasi perfetto dei nostri interessi.
Siamo sportivi? Ecco le scarpe che fanno per noi.
Siamo single? Ecco il partner che fa per noi.
Nonostante gli attacchi subiti per la sua pervasività, Atlas macina successi tra i pubblicitari e Lovebook non fa altro che ricalcarne i metodi.
Nel mercato dell'amore, insomma, il single diventa un prodotto da vendere.
Facebook Compra WhatsApp?
Sembra che Facebook e WhatsApp, la popolare chat di sua proprietà, stiano per "unirsi".
WhatsApp è stata acquistata dalla società di Mark Zuckerberg un anno fa per 19 miliardi di dollari, ogni giorno sulla piattaforma passano oltre 30 miliardi di messaggi.
La chat è in grande espansione, dopo il rilascio della versione web per gli utenti Android, sembra sia sempre più vicina la funzione di chiamata VoiP, un’offensiva a servizi molto diffusi e popolari come Skype.
In rete sarebbe comparsa una funzione che reindirizza alla pagina del social network dove c’è una schermata che chiede di dare l’autorizzazione a WhatsApp.
Se questa possibilità si verificasse, nascerebbe un database gigantesco che comprende il miliardo e trecento milioni di utenti attivi di Facebook e i 700 milioni di WhatsApp.
Ciò è verificabile sul sito alpha.whatsapp.com
L’integrazione tra le due piattaforme consentirebbe di semplificare l’accesso e di condividere, ad esempio, la lista di amici e la rubrica.
Facebook ha già una chat interna, Messenger, che ha 500 milioni di utenti e permette anche le chiamate Voip, cioè via web.
sabato 7 febbraio 2015
Ross Ulbricht Giudicato Colpevole (Silk Road)
Ross Ulbricht è stato riconosciuto colpevole da un tribunale americano di sette capi d’accusa sollevati contro di lui, tra cui traffico di droga, crimini informatici, cospirazione, riciclaggio di denaro.
Ulbricht è stato arrestato dall’Fbi nell’ottobre del 2013 con l’accusa di essere la mente criminale di Silk Road, sito Onion per la vendita di prodotti illegali quali narcotici, documenti falsi e droga.
Quindi dietro di lui si nasconderebbe lo pseudonimo di "Dread Pirate Roberts", il noto guardiano della "via della seta". Ulbricht è la mente del mercato sul web che per due anni ha promesso l'anonimato "a compratori e venditori di beni e servizi illegali". Fine del mistero.
Il verdetto è stato consegnato ieri al giudice Katherine Forrest da una commissione composta da sei uomini e sei donne, dopo una discussione di tre ore e mezza, frutto di un processo durato 11 giorni, suddivisi nell'arco di tre settimane.
LA DIFESA DALLE ACCUSE
"Ulbricht ha creato Silk Road" come "un esperimento economico". Questa è stata la linea adottata dalla difesa del ragazzo sin dal primo momento. Ma subito dopo, sostengono i suoi avvocati, la guida del sito sarebbe passata a un'altra persona. Non lui, ma un altro "Dread Pirate Roberts" avrebbe commesso i crimini contestati. E gestito, grazie al traffico illecito, un giro d'affari pari a 213.9 milioni di dollari in vendite, più 13.2 milioni in commissioni. Stesso nome di battaglia, quindi, persone diverse. Una versione che troverebbe persino conferma in un'intervista concessa a Forbes tre anni fa.
"Sono disposto a rivelare che non sono io il primo amministratore di Silk road".
L'ACCUSA
La tesi proposta, però, è stata ribattuta e confutata. Secondo l'accusa, infatti, nell'ottobre del 2013, Ulbricht è stato "letteralmente colto con le mani sulla tastiera, mentre amministrava Silk Road".
Nel suo computer sono state trovate e-mail, chat, file e delle transazioni in Bitcoin, la moneta digitale usata su questo mercato, corrispondenti a quelle riconducibili alla "Via della Seta". Prove indiscutibili.
Il 30enne è stato così ritenuto colpevole di tutti e sette i capi di imputazione che pendevano sopra di lui. Un mix che potrebbe costargli una pena durissima: dai 20 anni, minimo, all'ergastolo.
L'INSEGNAMENTO
"L'arresto di Ulbricht e il sequestro di milioni di dollari in Bitcoin dovrebbero inviare un chiaro messaggio a tutti coloro che vogliono aprire una impresa illegale online" è la nota del procuratore Preet Bahrara diffusa da un comunicato stampa ufficiale. "Ross è un eroe", è stato invece lo slogan urlato da un supporter del ragazzo. Il prossimo appuntamento è fissato per il 15 maggio, quando si conoscerà il contenuto della sentenza definitiva.
Ulbricht è stato arrestato dall’Fbi nell’ottobre del 2013 con l’accusa di essere la mente criminale di Silk Road, sito Onion per la vendita di prodotti illegali quali narcotici, documenti falsi e droga.
Quindi dietro di lui si nasconderebbe lo pseudonimo di "Dread Pirate Roberts", il noto guardiano della "via della seta". Ulbricht è la mente del mercato sul web che per due anni ha promesso l'anonimato "a compratori e venditori di beni e servizi illegali". Fine del mistero.
Il verdetto è stato consegnato ieri al giudice Katherine Forrest da una commissione composta da sei uomini e sei donne, dopo una discussione di tre ore e mezza, frutto di un processo durato 11 giorni, suddivisi nell'arco di tre settimane.
LA DIFESA DALLE ACCUSE
"Ulbricht ha creato Silk Road" come "un esperimento economico". Questa è stata la linea adottata dalla difesa del ragazzo sin dal primo momento. Ma subito dopo, sostengono i suoi avvocati, la guida del sito sarebbe passata a un'altra persona. Non lui, ma un altro "Dread Pirate Roberts" avrebbe commesso i crimini contestati. E gestito, grazie al traffico illecito, un giro d'affari pari a 213.9 milioni di dollari in vendite, più 13.2 milioni in commissioni. Stesso nome di battaglia, quindi, persone diverse. Una versione che troverebbe persino conferma in un'intervista concessa a Forbes tre anni fa.
"Sono disposto a rivelare che non sono io il primo amministratore di Silk road".
L'ACCUSA
La tesi proposta, però, è stata ribattuta e confutata. Secondo l'accusa, infatti, nell'ottobre del 2013, Ulbricht è stato "letteralmente colto con le mani sulla tastiera, mentre amministrava Silk Road".
Nel suo computer sono state trovate e-mail, chat, file e delle transazioni in Bitcoin, la moneta digitale usata su questo mercato, corrispondenti a quelle riconducibili alla "Via della Seta". Prove indiscutibili.
Il 30enne è stato così ritenuto colpevole di tutti e sette i capi di imputazione che pendevano sopra di lui. Un mix che potrebbe costargli una pena durissima: dai 20 anni, minimo, all'ergastolo.
L'INSEGNAMENTO
"L'arresto di Ulbricht e il sequestro di milioni di dollari in Bitcoin dovrebbero inviare un chiaro messaggio a tutti coloro che vogliono aprire una impresa illegale online" è la nota del procuratore Preet Bahrara diffusa da un comunicato stampa ufficiale. "Ross è un eroe", è stato invece lo slogan urlato da un supporter del ragazzo. Il prossimo appuntamento è fissato per il 15 maggio, quando si conoscerà il contenuto della sentenza definitiva.
giovedì 5 febbraio 2015
Il Bitcoin e Le Banche: Primo Exchange Negli USA
Visto il calo di quotazioni tra fine 2014 ed inizio nuovo anno, per il Bitcoin il 2015 era additato come l'anno per il possibile tracollo.
Eppure l'integrazione Bitcoin-Paypal sembrava dire il contrario ma come detto nei primi giorni di Gennaio 2015 l’attacco alla piattaforma di scambio Bitstamp, con una perdita di 5 milioni di dollari in Bitcoin e la sospensione del servizio per qualche giorno più l'esser stato bandito da alcune nazioni(quali la Russia) aveva fatto sicuramente vacillare il valore della valuta virtuale(scesa a 150 dollari).
BITCOIN E LE BANCHE: PRIMO EXCHANGE UFFICIALE
Tuttavia martedì 21 il vento sembra esser cambiato con l’investimento di 75 milioni di dollari in Coinbase, da parte del New York Stock Exchange e delle banche Bbva, attraverso la Bbva Ventures e l'Usaa Bank. Oltre che dell’operatore di telecomunicazioni nipponico Ntt Docomo.
Il mercato tradizionale, insomma, che per la prima volta si tuffa nelle torbide acque delle transazioni digitali non regolamentate.
Qualche giorno fa Coinbase, servizio con cui le persone possono scambiarsi Bitcoin, ha aperto negli Stati Uniti il primo exchange con licenza.
Si tratterà, quindi, di una piattaforma in grado di dare garanzie agli individui e alle istituzioni sugli scambi in criptomoneta.
Coinbase guadagnerà lo 0.25% su ogni transazione, fatta eccezione per i primi 2 mesi di gratuità della piattaforma.
Altra possibile svolta è attesa a New York con la sempre più vicina approvazione della licenza BitLicence per le imprese che vogliono offrire servizi digitali acquistabili in Bitcoin.
Se per ora si parla solo di Stati Uniti, dove alcune amministrazioni sono già intervenute a favore degli scambi in Bitcoin, è di nuovo Coinbase ad anticipare l’intenzione di espandersi all’estero.
L’Europa, dove la piattaforma è sbarcata in settembre, è nel mirino.
In Italia è stata Sel ad avanzare una prima e timida proposta di regolamentazione ma il dibattito è ancora tutto da impostare.
Eppure l'integrazione Bitcoin-Paypal sembrava dire il contrario ma come detto nei primi giorni di Gennaio 2015 l’attacco alla piattaforma di scambio Bitstamp, con una perdita di 5 milioni di dollari in Bitcoin e la sospensione del servizio per qualche giorno più l'esser stato bandito da alcune nazioni(quali la Russia) aveva fatto sicuramente vacillare il valore della valuta virtuale(scesa a 150 dollari).
BITCOIN E LE BANCHE: PRIMO EXCHANGE UFFICIALE
Tuttavia martedì 21 il vento sembra esser cambiato con l’investimento di 75 milioni di dollari in Coinbase, da parte del New York Stock Exchange e delle banche Bbva, attraverso la Bbva Ventures e l'Usaa Bank. Oltre che dell’operatore di telecomunicazioni nipponico Ntt Docomo.
Il mercato tradizionale, insomma, che per la prima volta si tuffa nelle torbide acque delle transazioni digitali non regolamentate.
Qualche giorno fa Coinbase, servizio con cui le persone possono scambiarsi Bitcoin, ha aperto negli Stati Uniti il primo exchange con licenza.
Si tratterà, quindi, di una piattaforma in grado di dare garanzie agli individui e alle istituzioni sugli scambi in criptomoneta.
Coinbase guadagnerà lo 0.25% su ogni transazione, fatta eccezione per i primi 2 mesi di gratuità della piattaforma.
Altra possibile svolta è attesa a New York con la sempre più vicina approvazione della licenza BitLicence per le imprese che vogliono offrire servizi digitali acquistabili in Bitcoin.
Se per ora si parla solo di Stati Uniti, dove alcune amministrazioni sono già intervenute a favore degli scambi in Bitcoin, è di nuovo Coinbase ad anticipare l’intenzione di espandersi all’estero.
L’Europa, dove la piattaforma è sbarcata in settembre, è nel mirino.
In Italia è stata Sel ad avanzare una prima e timida proposta di regolamentazione ma il dibattito è ancora tutto da impostare.
mercoledì 4 febbraio 2015
Google Sfida Uber e Lancia L'Auto A Guida Autonoma (Senza Pilota)
Sembra che Google sia pronta a lanciare la sua app per prenotare corse in taxi, stile Uber.
La vera novità riguarda la tecnologia utilizzata all’interno dei taxi: l’assenza del conducente.
Di recente l’amministratore delegato di Google, Larry Page, ha confermato come un primo modello di auto senza pilota potrebbe arrivare nel giro di quattro o cinque anni; un anticipo del lungimirante progetto sotto forma di taxi non sarebbe dunque così improbabile.
Poco prima, durante il Detroit Auto Show che si è svolto a gennaio, Chris Urmos, responsabile del progetto delle auto senza pilota di Google, aveva anticipato un futuro prossimo in cui le Google Car saranno in grado di portare i cittadini da un quartiere all’altro, allo stesso modo di tram e pullman ma per percorsi più brevi e ad impatto zero.
La mossa di Google arriverebbe due anni dopo l’investimento, da parte del ramo di impresa Google Ventures, di 258 milioni di dollari proprio nello sviluppo di Uber, di cui Larry Page e soci sono divenuti i principali finanziatori.
Anche grazie a Google, Uber è riuscita ad aumentare il proprio valore di mercato portandolo a 40 miliardi di dollari in poco più di tre anni.
Ciò ovviamente sarebbe un tantino contradditorio per questo la partnership potrebbe finire qui.
MACCHINE SENZA PILOTA
Le voci sui taxi senza pilota di Google sono arrivate solo qualche ora dopo l’indiscrezione di un progetto di Uber per la realizzazione di un’auto senza guidatore.
Si legge infatti che l’azienda abbia stretto una collaborazione strategica con la Carnegie Mellon University per realizzare lo Uber Advanced Technologies Center a Pittsburgh e studiare il futuro dei trasporti mantenendo le caratteristiche di “sicurezza e affidabilità di cui ci facciamo portatori”.
Uber non menziona da nessuna parte i taxi automatizzati ma fonti vicine alla compagnia americana confermano come l’obiettivo finale sia proprio quello.
Che si tratti di Uber o di Google è evidente che il futuro prevede sempre più una serie di servizi di mobilità che fanno a meno dell’uomo al volante, puntando su quelle caratteristiche di sicurezza e affidabilità già evidenziate da entrambe.
Lo sforzo economico e di ricerca e sviluppo portato avanti dalle due probabili rivali servirà anche a spianare la strada ad altre aziende, pronte a cavalcare l’onda dell’entusiasmo del trasporto 2.0.
Smart city e robot sono dietro l’angolo e portano con sé una bella ventata di innovazione ma anche una certa dose di paura per una società che potrebbe affidarsi fin troppo all’intelligenza artificiale.
La vera novità riguarda la tecnologia utilizzata all’interno dei taxi: l’assenza del conducente.
Di recente l’amministratore delegato di Google, Larry Page, ha confermato come un primo modello di auto senza pilota potrebbe arrivare nel giro di quattro o cinque anni; un anticipo del lungimirante progetto sotto forma di taxi non sarebbe dunque così improbabile.
Poco prima, durante il Detroit Auto Show che si è svolto a gennaio, Chris Urmos, responsabile del progetto delle auto senza pilota di Google, aveva anticipato un futuro prossimo in cui le Google Car saranno in grado di portare i cittadini da un quartiere all’altro, allo stesso modo di tram e pullman ma per percorsi più brevi e ad impatto zero.
La mossa di Google arriverebbe due anni dopo l’investimento, da parte del ramo di impresa Google Ventures, di 258 milioni di dollari proprio nello sviluppo di Uber, di cui Larry Page e soci sono divenuti i principali finanziatori.
Anche grazie a Google, Uber è riuscita ad aumentare il proprio valore di mercato portandolo a 40 miliardi di dollari in poco più di tre anni.
Ciò ovviamente sarebbe un tantino contradditorio per questo la partnership potrebbe finire qui.
MACCHINE SENZA PILOTA
Le voci sui taxi senza pilota di Google sono arrivate solo qualche ora dopo l’indiscrezione di un progetto di Uber per la realizzazione di un’auto senza guidatore.
Si legge infatti che l’azienda abbia stretto una collaborazione strategica con la Carnegie Mellon University per realizzare lo Uber Advanced Technologies Center a Pittsburgh e studiare il futuro dei trasporti mantenendo le caratteristiche di “sicurezza e affidabilità di cui ci facciamo portatori”.
Uber non menziona da nessuna parte i taxi automatizzati ma fonti vicine alla compagnia americana confermano come l’obiettivo finale sia proprio quello.
Che si tratti di Uber o di Google è evidente che il futuro prevede sempre più una serie di servizi di mobilità che fanno a meno dell’uomo al volante, puntando su quelle caratteristiche di sicurezza e affidabilità già evidenziate da entrambe.
Lo sforzo economico e di ricerca e sviluppo portato avanti dalle due probabili rivali servirà anche a spianare la strada ad altre aziende, pronte a cavalcare l’onda dell’entusiasmo del trasporto 2.0.
Smart city e robot sono dietro l’angolo e portano con sé una bella ventata di innovazione ma anche una certa dose di paura per una società che potrebbe affidarsi fin troppo all’intelligenza artificiale.
lunedì 2 febbraio 2015
Google Plus: Idea Fallimentare o Di Successo?
Per il solo fatto di esser stato ideato dall'azienda di Mountain View, Google Plus è nato come un social network dalle grandi aspettative ma non ha avuto il successo sperato.
Indubbiamente la contemporanea diffusione di Facebook(attivo diversi anni prima) non ha aiutato ulteriormente.
I social network riscuotono successo perché si rinnovano e si adeguano alle esigenze degli utenti diventando sempre più immediati, Google Plus invece sembra non aver rispettato questa regola non scritta.
Ovviamente per avere successo bisogna pensare a qualcosa che altri non hanno ancora pensato.
Il declino di Google Plus coincide tra l'altro anche con la dipartita di Vic Gundotra, il padre della piattaforma, e dopo l'annuncio di Google stesso che affermava che buona parte degli sviluppatori impiegati sarebbe passata allo sviluppo di Android.
“A tre anni dal lancio”, avvenuto il 28 giugno 2011, “la piattaforma social è un ritrovo per pochi”, questa è l’accusa che viene ripetutamente mossa dagli improvvisati profeti che vedono un’imminente chiusura, nello stile Google, nota per tagliare i servizi che non riscuotono il successo atteso.
Secondo Chris Messina, uno dei suoi designer, sarebbe un "Facebook fallito".
MA E' UN FALLIMENTO SU TUTTA LA LINEA?
Per la verità Google Plus ha introdotto tante novità e non è un classico social network stile Facebook.
Infatti l’azienda di Mountain View ha costretto tutti quelli che utilizzavano i suoi servizi ad avere un account unico, in cui Google Plus rappresenta l’anello di congiunzione e il collante tra essi.
Cinque anni fa pochissimi facevano ricerche su Google da autentificati, ora lo sono tutti.
Questo significa che loro salvano tutti i nostri interessi per motivi pubblicitari e Google ci campa con la pubblicità.
Inoltre Google Plus è ovunque.
Nelle Maps, nei contatti di Gmail, nei risultati del motore di ricerca, in YouTube, sui blog, etc.
Tutto l’universo del motore di ricerca è collegato e unito a questo social network.
Poi, è sicuramente vero, che a livello di traffico e di utenze attive non c'è paragone con Facebook.
Sarebbero ben 2.2 miliardi gli utenti iscritti, con un’impennata dovuta al collegamento con altri servizi di Google, YouTube su tutti.
Di questi però, solo il 9% conta un contenuto postato.
In buona parte si tratta di un commento a un video di Youtube o del cambiamento della foto-profilo.
Tra gli utenti attivi, nel mese di gennaio, solo il 3% ha messo online qualcosa di diverso da un commento su YouTube.
Questo significa che appena lo 0.2-0.3% degli utenti posta effettivamente contenuti, cioè tra i quattro e i sei milioni di persone.
Indubbiamente la contemporanea diffusione di Facebook(attivo diversi anni prima) non ha aiutato ulteriormente.
I social network riscuotono successo perché si rinnovano e si adeguano alle esigenze degli utenti diventando sempre più immediati, Google Plus invece sembra non aver rispettato questa regola non scritta.
Ovviamente per avere successo bisogna pensare a qualcosa che altri non hanno ancora pensato.
Il declino di Google Plus coincide tra l'altro anche con la dipartita di Vic Gundotra, il padre della piattaforma, e dopo l'annuncio di Google stesso che affermava che buona parte degli sviluppatori impiegati sarebbe passata allo sviluppo di Android.
“A tre anni dal lancio”, avvenuto il 28 giugno 2011, “la piattaforma social è un ritrovo per pochi”, questa è l’accusa che viene ripetutamente mossa dagli improvvisati profeti che vedono un’imminente chiusura, nello stile Google, nota per tagliare i servizi che non riscuotono il successo atteso.
Secondo Chris Messina, uno dei suoi designer, sarebbe un "Facebook fallito".
MA E' UN FALLIMENTO SU TUTTA LA LINEA?
Per la verità Google Plus ha introdotto tante novità e non è un classico social network stile Facebook.
Infatti l’azienda di Mountain View ha costretto tutti quelli che utilizzavano i suoi servizi ad avere un account unico, in cui Google Plus rappresenta l’anello di congiunzione e il collante tra essi.
Cinque anni fa pochissimi facevano ricerche su Google da autentificati, ora lo sono tutti.
Questo significa che loro salvano tutti i nostri interessi per motivi pubblicitari e Google ci campa con la pubblicità.
Inoltre Google Plus è ovunque.
Nelle Maps, nei contatti di Gmail, nei risultati del motore di ricerca, in YouTube, sui blog, etc.
Tutto l’universo del motore di ricerca è collegato e unito a questo social network.
Poi, è sicuramente vero, che a livello di traffico e di utenze attive non c'è paragone con Facebook.
Sarebbero ben 2.2 miliardi gli utenti iscritti, con un’impennata dovuta al collegamento con altri servizi di Google, YouTube su tutti.
Di questi però, solo il 9% conta un contenuto postato.
In buona parte si tratta di un commento a un video di Youtube o del cambiamento della foto-profilo.
Tra gli utenti attivi, nel mese di gennaio, solo il 3% ha messo online qualcosa di diverso da un commento su YouTube.
Questo significa che appena lo 0.2-0.3% degli utenti posta effettivamente contenuti, cioè tra i quattro e i sei milioni di persone.
domenica 1 febbraio 2015
Cosa Vuol Dire "Hai Ripetutamente Violato I Nostri Termini Di Servizio" (Ask.fm)
Anche se apparentemente su Ask.fm non ci sono Admin o Moderatori, la cosa è appunto apparente perchè il sito non è una zona franca dove scrivere/insultare a piacimento.
Se vi è comparso l'avviso "hai ripetutamente violato i nostri termini di servizio. Se le violazioni non termineranno immediatamente il tuo account verrà bloccato" bè vuol dire che qualcuno vi sta segnalando.
La segnalazione può giungere sia inviando domande che rispondendo.
Ovviamente le "segnalazioni" verranno prese in considerazione se e solo se, effettivamente, state infrangendo il regolamento.
Dopo di ciò il vostro account verrà sospeso o bloccato in modo definitivo ma non finisce qui perchè per infrazioni gravi potreste incorrere anche in problemi legali(denuncia).
Forum, blog o social network la storia non cambia: se insultate e qualcuno vi denuncia rischiate grosso.
COME NON INFRANGERE IL REGOLAMENTO DI ASK.FM
Tra le linee guida di Ask, si legge:
Le principali azioni che non sono permesse all'utente sul nostro sito web
1) Bullismo
2) Troll
3) Scrivere domande o commenti maleducati o volgari, o qualsiasi altra cosa che possa turbare o mettere in imbarazzo chiunque altro
4) Pubblicare foto o video angoscianti, disgustosi o spaventosi
5) Pubblicare qualsiasi tipo di materiale pornografico, sessualmente esplicito o violento
6) Comportamenti intimidatori
7) Comportamenti razzisti o qualsiasi altra cosa che possa offendere la razza, la religione o la sessualità di chiunque altro
8) Qualsiasi altra azione considerata illegale
9) Diffondere menzogne su chiunque altro o dire o pubblicare qualsiasi cosa che l'utente sa essere falso
10) Inviare spam
11) Pubblicare cose che non appartengono all'utente o che quest'ultimo non ha il diritto di pubblicare
12) Diffondere virus
13) Cercare di entrare in possesso di qualsiasi informazione personale o riservata
14) Fingere di essere qualcuno che non si è
15) Pubblicare qualsiasi cosa che possa danneggiare o ferire l'utente o chiunque altro
Io direi che c'è poco da aggiungere perchè il tutto mi sembra abbastanza chiaro.
ALCUNE PAROLE FILTRATE AUTOMATICAMENTE
Alcune parole e frasi maleducate/offensive vengono filtrate automaticamente da Ask.fm.
Qualora qualcuno compiesse una di queste azioni, lo staff riceverà un avviso rimuovendo tali contenuti.
Inoltre se lo staff ha sospetti su qualcuno potrebbe monitorarne l'attività e per casi estremi disattivare l'account.
Se vi è comparso l'avviso "hai ripetutamente violato i nostri termini di servizio. Se le violazioni non termineranno immediatamente il tuo account verrà bloccato" bè vuol dire che qualcuno vi sta segnalando.
La segnalazione può giungere sia inviando domande che rispondendo.
Ovviamente le "segnalazioni" verranno prese in considerazione se e solo se, effettivamente, state infrangendo il regolamento.
Dopo di ciò il vostro account verrà sospeso o bloccato in modo definitivo ma non finisce qui perchè per infrazioni gravi potreste incorrere anche in problemi legali(denuncia).
Forum, blog o social network la storia non cambia: se insultate e qualcuno vi denuncia rischiate grosso.
COME NON INFRANGERE IL REGOLAMENTO DI ASK.FM
Tra le linee guida di Ask, si legge:
Le principali azioni che non sono permesse all'utente sul nostro sito web
1) Bullismo
2) Troll
3) Scrivere domande o commenti maleducati o volgari, o qualsiasi altra cosa che possa turbare o mettere in imbarazzo chiunque altro
4) Pubblicare foto o video angoscianti, disgustosi o spaventosi
5) Pubblicare qualsiasi tipo di materiale pornografico, sessualmente esplicito o violento
6) Comportamenti intimidatori
7) Comportamenti razzisti o qualsiasi altra cosa che possa offendere la razza, la religione o la sessualità di chiunque altro
8) Qualsiasi altra azione considerata illegale
9) Diffondere menzogne su chiunque altro o dire o pubblicare qualsiasi cosa che l'utente sa essere falso
10) Inviare spam
11) Pubblicare cose che non appartengono all'utente o che quest'ultimo non ha il diritto di pubblicare
12) Diffondere virus
13) Cercare di entrare in possesso di qualsiasi informazione personale o riservata
14) Fingere di essere qualcuno che non si è
15) Pubblicare qualsiasi cosa che possa danneggiare o ferire l'utente o chiunque altro
Io direi che c'è poco da aggiungere perchè il tutto mi sembra abbastanza chiaro.
ALCUNE PAROLE FILTRATE AUTOMATICAMENTE
Alcune parole e frasi maleducate/offensive vengono filtrate automaticamente da Ask.fm.
Qualora qualcuno compiesse una di queste azioni, lo staff riceverà un avviso rimuovendo tali contenuti.
Inoltre se lo staff ha sospetti su qualcuno potrebbe monitorarne l'attività e per casi estremi disattivare l'account.