lunedì 27 aprile 2015

Tornano Le Penali Per Il Cambio Di Operatore Telefonico?

Se il decreto ddl Concorrenza venisse approvato (come sembra), d'ora in avanti, cambiare operatore telefonico, fisso o mobile, prima della scadenza del contratto potrebbe costare molto caro.
Il disegno di legge sulla concorrenza approvato 2 mesi fa dal Governo, prevede all’art. 16 che “nel caso di risoluzione anticipata le spese devono essere eque e proporzionate al valore del contratto”.
Frase che di fatto significa che con questa norma vengono reintrodotte le vecchie penali.
Se il ddl dovesse completare il suo iter e diventare legge i consumatori, infatti, rischieranno di pagare anche oltre i 100 euro per recedere anticipatamente dal contratto.
Un salasso per le tasche dei consumatori che in realtà già esisteva e che era stato abolito nell’ormai lontano 2007.
Risalgono ad allora infatti quelle liberalizzazioni che nel caso specifico delle telecomunicazioni, disponevano "la facoltà del contraente di recedere dal contratto o di trasferirlo presso altro operatore senza vincoli temporali o ritardi non giustificati da esigenze tecniche e senza spese non giustificate da costi dell'operatore".
Tutto ciò per facilitare la concorrenza nel settore della telefonia.
Legge che, però, viene puntualmente aggirata dagli operatori che continuano a imporre i cosiddetti "contributi di disattivazione" (in bolletta sono indicati come importo per dismissione o costo per attività di migrazione etc.) ostacolando il recesso da parte dei consumatori.
Recedere da un contratto telefonico o passare a un altro operatore, quindi, può costare dai 30 ai 100 euro.


IL NUOVO DECRETO
Secondo le novità introdotte da Renzi, dunque, l'utente che cambierà operatore dovrà pagare una penale alla società con la quale disdice il contratto.
L'importo verrà determinato dai restanti mesi e da quanto era stato pattuito in sede di stipula.
Quindi tradire un operatore diventerà costoso.
Per quanto riguarda la telefonia mobile, da un lato la concorrenza e la maggiore flessibilità del settore hanno garantito condizioni più favorevoli, dall’altro proprio il “ritorno delle penali rischia di peggiorare la situazione” a fronte dei costi comunque applicati per la chiusura dei rapporti.
Ai quali vanno eventualmente aggiunte le rate restanti dei telefonini compresi nell’accordo.

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