venerdì 20 novembre 2015

Edward Snowden: Gli Alieni Criptano I Loro Messaggi?

Edward Snowden , colui che scoperchiò il vado di pandora facendo scoppiare lo scandalo privacy della National Security Agency, in un'intervista radiofonica di un mese fa ha parlato indirettamente degli alieni (si parlava ovviamente di privacy e di telecomunicazioni criptate).
Snowden ha suggerito che le comunicazioni aliene potrebbero essere criptate così bene che gli esseri umani che cercano di intercettarle pensano di ascoltate solo "disturbi".
Egli ammette certamente la possibilità dell’esistenza di vita extraterrestre anche evoluta, al punto tale che questa potrebbe essere così avanzata da fare sì che gli Alieni siano in grado di criptare le loro trasmissioni e di confonderle con le radiazioni cosmiche di fondo.
Da qui deriverebbe la nostra incapacità di intercettarle o di rilevarle come tali.
Questa pratica sarebbe necessaria per mantenere riservata la loro privacy.
Così, almeno, ritiene Snowden.
La cosa è molto logica e anche noi la mettiamo in pratica: il sistema per criptare le telefonate cellulari CDMA fa esattamente questo.
Nasconde il segnale in un rumore.
Se non  si conosce la cifra per la decrittazione, il segnale è indistinguibile dal rumore bianco di fondo della radio.
Questo, in un certo senso, risolverebbe il paradosso di Fermi: "se è vero che nell'universo, o anche solo nella nostra galassia, esistono probabilmente migliaia di pianeti simili alla Terra dove può essersi sviluppata vita intelligente, come mai non captiamo trasmissioni di queste civiltà?".
Ci sono ovviamente varie possibili risposte; che non ci siano altre civiltà là fuori, che durino troppo poco e quindi sia improbabile l'esistenza contemporanea, che ci siano ma non vogliano comunicare, o che comunichino con altre tecnologie.
O anche che ogni civiltà che comunica, facendosi così scoprire, venga tempestivamente distrutta da qualche superpotenza galattica.
Secondo Snowden sarebbe estremamente saggio per una civiltà evitare di farsi identificare inviando nello spazio trasmissioni riconoscibili come tali.
Per quanto ne sappiamo, là fuori potrebbero esserci qualcuno estremamente potente ed estremamente poco amichevole.
Gli alieni saggi, quindi, comunicherebbero usando trasmissioni criptate.
"Quando guardi una trasmissione criptata, se è criptata bene, non hai nessun modo di distinguerla dal rumore di fondo" dice Snowden.
"Quindi, se hai una civiltà aliena che cerca di ascoltare altre civiltà, o la nostra civiltà che cerca di ascoltare civiltà aliene, c'è solo un breve periodo nella storia dello sviluppo di quella società durante il quale le trasmissioni sono inviate nello spazio in modo non protetto".
"Anche adesso i nostri satelliti potrebbero stare captando i loro programmi televisivi, o le loro telefonate, ma non possono distinguerli dalla radiazione cosmica di fondo".
Naturalmente arrivare a questa conclusione significa presumere che tutti gli alieni là fuori prendano molto seriamente la sicurezza e vogliano evitare accuratamente di farsi trovare.


LA RISPOSTA DI SETI
Pronta la risposta del direttore del centro del SETI Institute For Research:
"Non stiamo cercando il messaggio" ha detto Seth Shostak "Stiamo cercando il segnale che ci dice che qualcuno ha un trasmettitore".
I segnali radio sono un modo relativamente semplice ed economico per inviare segnali lontano attraverso lo spazio, ma per quanto tempo una civiltà userebbe questa tecnologia ?
Il SETI Institute utilizza potenti radiotelescopi sulla Terra per cercare segnali a banda stretta, o segnali focalizzati in un punto sul quadrante radio ha chiarito Shostak.
Un sacco di corpi naturali producono onde radio di fondo, ma l'unica cosa che rende un segnale a banda stretta, per quanto gli scienziati sanno, è un trasmettitore.
Shostak ha spiegato che il messaggio in sé potrebbe essere indistinguibile dal rumore se fosse ben cifrato, ma continuerebbe tuttavia ad essere un messaggio.
Nei suoi commenti, Snowden ha suggerito che se gli esseri umani sentissero gli alieni che comunicano tra di loro, il messaggio potrebbe essere così bene cifrato da risultare invisibile tra le "chiacchiere radio" dell'universo naturale.
"Anche i nostri segnali radio e televisivi che sono in streaming nello spazio sarebbero rilevabili da noi se fossero fuori dal sistema stellare più vicino oltre la Terra" ha detto Vakoch.
"Se un'altra civiltà vuole nascondere la sua identità, non ha nemmeno bisogno di preoccuparsi della crittografia", secondo Vakoch.
"Se si guarda alle telecomunicazioni, come si stanno sviluppando qui sulla Terra, siamo stati  già rumorosi in passato. Molti segnali TV e radio stanno viaggiando ora nello spazio. Ora, mentre ci spostiamo verso la comunicazione in fibra ottica o via satellite la dispersione nel cosmo è minore.
Così, se un civiltà avanzata è alla ricerca di un segnale ha effettivamente una breve finestra di tempo per farlo, a prescindere dalla crittografia.
Il segnale radio non è l'unico modo per trovare agli alieni, sebbene rimanga il più economico e più promettente al momento.
Ci sono esperimenti SETI che cercando la luce nello spettro visibile o con gli infrarossi ma sono messaggi molti "costosi e problematici".
La luce svanisce anche su distanze più brevi rispetto onde radio oscurate dalla polvere interplanetaria.
Ad oggi l'unico vero segnale potenzialmente alieno rimane il famoso segnale Wow! che passò allo storia come l’appunto accanto a una sequenza di numeri e frequenze, scritto di getto in un giorno d’estate il 15 agosto 1977 da Jerry R.Ehman, mentre lavorava proprio per il SETI con il radiotelescopio Big Ear dell'Università dell’Ohio.
Il segnale non solo aveva avuto una durata anomala, 72 secondi, ma possedeva le caratteristiche previste un ventennio prima da altri due ricercatori, Giuseppe Cocconi e Philip Morrison: il valore di 1420 Mhz corrispondeva infatti alla radiazione dell’idrogeno, l’elemento più comune nel cosmo, e quindi  da un logico punto di vista il messaggio universale per antonomasia, quello che qualunque mente può concepire come l’alfa e l’omega.
Per contribuire alla ricerca alieni: SETI@HOME

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