venerdì 19 maggio 2017

Facebook e WhatsApp Scambiano Dati? Maxi Multa Da 110 Milioni

L'Antitrust UE ha deciso di infliggere una pesante multa da 110 milioni di euro a Facebook per aver fornito informazioni fuorvianti nel momento dell'acquisto di WhatsApp, l'applicazione di messaggistica per Smartphone, avvenuto nel febbraio del 2014 per 19 miliardi di dollari.
Mark Zuckerberg e soci avevano assicurato alla Commissione UE di non poter collegare gli account Facebook con quelli di WhatsApp.


FACEBOOK E WHATSAPP COLLEGATI E CON INTERSCAMBIO DI DATI?
Invece nell'agosto del 2016, aggiornando i termini del servizio, la società ha imposto il collegamento tra i numeri di telefono della chat e i profili del social network.
WhatsApp può utilizzare le informazioni che riceve e il gruppo di società può utilizzare le informazioni che WhatsApp condivide con esse per migliorare e commercializzare i suoi Servizi e quelli del gruppo di società fornendo assistenza in relazione ad essi.
Facebook e le altre società del gruppo Facebook possono utilizzare le informazioni di WhatsApp per migliorare le esperienze degli utenti all'interno dei loro servizi come per fornire suggerimenti sul prodotto (ad esempio, suggerimenti relativi ad amici o collegamenti oppure a contenuti interessanti) e per mostrare offerte e inserzioni pertinenti.
Tuttavia, i messaggi di WhatsApp dell'utente non saranno condivisi su Facebook per essere visti da altri.
Facebook non utilizzerà i messaggi di WhatsApp dell'utente per scopi diversi dall'assistenza a WhatsApp affinché possa rendere disponibili e fornire i servizi.
Quindi nessuna problema per i contenuti inviati tramite messaggio privato ai vostri contatti, che sono criptati e non possono essere letti né da terzi né dalla stessa app.
Ma lo stesso non si può dire per le non meglio precisate informazioni che vengono condivise con il database del social e delle altre aziende associate al gruppo, come Instagram, per implementare i servizi sulle varie piattaforme e personalizzare sempre più l'offerta pubblicitaria su Facebook, visto che per il momento WhatsApp sembra ancora libero da spot e banner pubblicitari.
Di sicuro il numero di telefono usato in fase di registrazione non diventa pubblico, ma permette a Facebook di suggerirvi in maniera più efficace gli amici: se un vostro contatto WhatsApp con cui non siete in contatto su Facebook e con cui non avete conoscenze in comune potrebbe venirvi suggerito dal social se ha acconsentito alla condivisione del suo numero telefonico.
Facebook per rendere il suo sistema più efficiente, raccoglie le informazioni dei profili dei suoi utenti, e quindi ora anche quelle fornite da WhatsApp, e li fornisce alle aziende che pagano per pubblicizzare sulla piattaforma i loro prodotti (per una pubblicità mirata).
Escludendo i dati sensibili, tutte le informazioni sulle vostre abitudini online permettono di profilare in maniera sempre più efficace l'inserzione che ricevete e alle aziende di risparmiare su inserzioni inutili.


L'INDAGINE E LA MULTA
Nel dicembre successivo l'EU ha chiesto spiegazioni su questa novità e ha indagato, scoprendo che già nel 2014, quando venne chiuso il deal, ai tecnici del social era ben presente la possibilità di realizzare questo incrocio di dati.
Nella nota della Commissione si ricorda che in via teorica la sanzione avrebbe potuto raggiungere l'1% del fatturato complessivo della società che ha violato le norme: nel caso specifico, prendendo il bilancio del 2016, si sarebbero potuti superare i 250 milioni di multa, ma la cifra poi individuata è stata ritenuta "proporzionata" al caso (come detto 110 milioni di euro).
Ad alleggerire la durezza della sanzione è stato anche l'atteggiamento collaborativo di Facebook durante il procedimento, che le autorità europee riconoscono.
Soltanto pochi giorni fa era stato il Garante italiano della concorrenza e dei mercati a puntare il dito contro i termini e le condizioni imposti agli utenti del servizio di messaggistica.
Chiudendo due indagini relative alla piattaforma, che sono valse una multa da 3 milioni di euro, l'Antitrust tricolore ha concluso che gli utenti erano portati a credere che senza l'accettazione delle nuove condizioni (che comportavano la condivisione dei dati con il social network) sarebbe stato impossibile proseguire l'utilizzo dell'applicazione.

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