mercoledì 24 gennaio 2018

Sgominata Banda Di Estorsori Sul Web: Ricattavano Le Vittime

Un 39enne, piemontese ma di origine sarda, si presentava alle sue vittime come l'ispettore Marco Gigliotti della Polizia Postale di Roma e poi le ricattava tramite vere e proprie estorsioni.
Il 39enne è risultato poi a capo di una associazione a delinquere composta da 21 persone dedite ad estorsioni e truffe in tutto il Nord Italia e specializzata nel contattare gli inserzionisti dei più noti siti d'incontri.
L'indagine è partita dopo che qualche mese fa un uomo era stato ricattato, dopo aver pubblicato annunci sul web a sfondo sessuale, da un ispettore della Polizia Postale.
La vittima aveva anche pagato 5 mila euro di multa.
Il finto ispettore però lo aveva anche minacciato di possibili ripercussioni sulla sua vita lavorativa, così il nuorese si è tolto la vita.
Il suicidio è avvenuto quattro mesi fa.
La Procura ha ipotizzato a carico del promotore dell'associazione criminale il delitto di morte come conseguenza di altro reato.
La mattina del 24 gennaio, i Carabinieri del Comando Provinciale di Nuoro, in collaborazione con i Comandi Provinciali di Torino, Vercelli e Catania hanno arrestato 17 persone (di cui 2 in carcere e 14 ai domiciliari), eseguito un obbligo di dimora e indagate 4 persone a piede libero con l'accusa di fare parte di una associazione criminale specializzata in truffe ed estorsioni con base a Torino e Vercelli.
A carico di tutti gli indagati è stato disposto anche il sequestro conservativo di beni per un corrispondente di 100 mila euro.
I carabinieri di Nuoro hanno raccolto una serie di elementi sui profili social del giovane che si era tolto la vita, approfondendo le attività svolte su alcuni siti d'incontri.
È quindi emerso che, in attesa di essere assunto come operatore socio-sanitario, il ragazzo era stato ricattato.
L'ispettore di polizia gli chiedeva il pagamento di contravvenzioni per inesistenti violazioni connesse alla pubblicazione degli annunci online a sfondo sessuale.
A capo dell’associazione c’era Simone Atzori che agiva insieme a Francesco Reina, 31enne pregiudicato di Catania anche lui residente a Torino, come spiegato in conferenza stampa dal tenente colonnello Franco Di Pietro e dal maggiore Gianluca Graziani.
L’associazione aveva un giro d’affari di circa 1000 euro al giorno per oltre 600 truffe documentate, di cui 45 riuscite.
Le vittime venivano indotte a pagare cifre che andavano dai 3000 fino ai 5000 euro, ma nel caso di un imprenditore piemontese anche di 20000 euro.
Ad Atzori viene contestata l’associazione a delinquere e una serie di altri reati.

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