giovedì 9 agosto 2018

La Storia Di Doxbin: Gli Hacker Contro L'Avvocato Van Dyke (Deep Web)

Tra fine 2014 e 2015 più di 100 siti sulla Darknet di TOR vennero attaccati e/o oscurati.
I motivi li sapete bene: si trattava di mercati neri o altri siti poco raccomandabili (CP, armi, Hacking, etc).
Tra i siti ad essere attaccati ci furono anche Doxbin (un sito che pubblica informazioni personali quali indirizzi mail, numeri di telefono, immagini, video etc rubati quà e là sul web tramite attacchi d'ingegneria sociale o sui social network) e PinkMeth (un sito di revenge-porn).
Su Doxbin, di tanto in tanto, venivano pubblicate anche foto sconce inerenti bambini.
Sempre sul medesimo sito vennero pubblicati anche i dati della giudice federale Katherine Forrest, rea di aver inflitto la sentenza a Ross Ulbricht (il fondatore di Silkroad), nonchè diverse minacce di morte.
Dopo che questi due siti (ed un'altra centinaia, come detto) furono attaccati da Polizia ed FBI, successe il finimondo.
In particolare si trovò implicato in questa incresciosa faccenda Jason Lee Van Dyke, un avvocato del Texas.
Qualche tempo prima, Van Dyke aveva infatti presentato una mozione contro Pink Meth per conto di una cliente le cui fotografie di nudo erano state caricate sul sito senza autorizzazione.
Tuttavia Van Dyke incluse nel documento legale anche TOR che appunto includeva quei siti.
Poco dopo la querela, Doxbin, pubblicò il dox (slang che indica l'insieme di dati personali) di Van Dyke.
Doxbin era guidato da Nachash ed Intangir (due Hacker).

Nachash: "Inizialmente ho detto semplicemente a Van Dyke che era stupido tentare di citare in giudizio l'intero TOR" 

Van Dyke ha poi postato su Twitter una promessa di ricompensa per chiunque identificasse i due hacker.
Una taglia su Intangir e Nachash di 5 000 dollari.
In seguito "daremo una ricompensa a chiunque riveli informazioni personali sul loro conto perché vogliamo identificare chi sono, in modo che possano essere consegnati alla giustizia"
Per tutta risposta Nachash ha pubblicato il numero di sicurezza sociale di Van Dyke.
Nachash poi ha affermato che i tweet di Van Dyke si sono fatti man mano più espliciti, fino a culminare in minacce di morte.

"I vostri bambini sono una seccatura. Il mio consiglio: scappate e nascondetevi. Se vi trovo, ucciderò voi e la vostra famiglia" avrebbe scritto Van Dyke su Twitter.

Anche se Van Dyke ha sempre negato di aver pubblicato un tweet del genere.
Nachash ha poi reagito pubblicando i numeri di previdenza sociale e altri dettagli personali dei genitori di Van Dyke.
Secondo Van Dyke, sono stati fatti diversi tentativi di accedere ai conti bancari a nome suo e dei suoi genitori, ma senza successo: "Non sono stati in grado di fare proprio nulla" ha detto.
Per quanto riguarda il sito di revenge porn Pink Meth, il proprietario del quale è in contatto con lui, Nachash ha affermato che "fanno dei controlli prima di pubblicare (per i contenuti pedopornografici), quindi per me sono a posto"

Gli account Twitter di Pink Meth e Doxbin sono stati poi bloccati, e Nachash avrebbe ricevuto una e-mail da Twitter che affermava fosse stato bannato poiché faceva il login da diversi luoghi (conseguenza dell'uso di VPN e TOR).
Ovviamente anche in questa vicenda ci fu lo zampino di Van Dyke.

"Sono stato io a portare l'attenzione dei legali di Twitter sulla questione, ho detto loro chi fossero queste persone e in che tipo di attività fossero coinvolte. Ho intenzione di fare tutto il possibile per impedire loro di comunicare la propria presenza ad altre persone, sostanzialmente, sto cercando di distruggere le loro possibilità di fare business. Sto cercando di distruggerli. Non sto cercando di privare le persone della libertà di parola. Voglio attirare l'attenzione sul fatto che non esiste un diritto che permette alle persone di pubblicare foto pornografiche di altri senza autorizzazione"

Ad ogni modo il sito Doxbin, il 14 maggio 2015, venne oscurato dalla FBI.

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