sabato 25 gennaio 2020

Chiuso Anche Berlusconi Market: Arrestati Tre Pugliesi (Deep Web)

Da poco più di 2 mesi è arrivata la fine anche per Berlusconi Market: il secondo market italiano chiuso (dopo Babylon). Se il centro nevralgico di Babylon era la Campania, Berlusconi Market era made in Puglia. E' stata la Guardia di Finanza di Roma, a seguito di una grossa operazione partita nel maggio scorso (Darknet.Drug), ad eseguire persecuzioni ed arresti. I nomi degli arrestati sono tre ragazzi di Barletta (BAT), Andria (BAT) e Putignano (Bari). Nel corso dell’attività i finanzieri hanno sequestrato oltre due kg di stupefacenti (cocaina, ketamina e Mdma), 163 pasticche di ecstasy, 78 francobolli impregnati di LSD.


L'ARRESTO DI G00D00
L’indagine aveva consentito di identificare a Barletta prima g00d00 (ex fondatore di IDW) e di trarlo in arresto unitamente ad un altro soggetto trovato in possesso di armi da fuoco.
Egli frequentava forum e negozi online nei quali vendeva principalmente cocaina. Attivo tra il febbraio del 2016 e il giugno del 2018, g00d00 era titolare di un wallet sul quale sono state registrate transazioni per un valore di 732,2452137 Bitcoin, per un controvalore di quasi 1 milione di euro.
Il barlettano operava anche su Alphabay ed aveva fama internazionale.


VLADIMIRPUTIN ED EMMANUELMACRON
Berlusconi Market era però gestito da VladimirPutin (amministratore) ed EmmanuelMacron (moderatore), due ragazzi di Putignano ed Andria. A partire da gennaio 2019, Berlusconi Market era diventato tra i principali mercati del Dark Web, sia per quantità di oggetti in vendita, sia per il volume degli scambi con oltre 100.000 annunci di prodotti illegali.
Ufficiali e agenti di polizia giudiziaria appartenenti al predetto Nucleo Speciale hanno dato esecuzione alle misure disposte, eseguendo 5 perquisizioni domiciliari a Barletta, Andria, Putignano (BA) e Torino (uno dei tre gestori operava da Torino, anche se era originario di Putignano).


PRODOTTI IN VENDITA
I prodotti in vendita erano organizzati nelle seguenti categorie: "Bank Drops", servizi per i quali un intermediario si offre di effettuare una transazione su un conto corrente indicato dal cliente, dietro pagamento di una commissione pari ad una certa % della transazione effettuata.
Ciò serve quando si vuole nascondere la provenienza di una certa disponibilità finanziaria che verrà inviata all’intermediario, il quale provvederà a recapitare la somma al destinatario finale tramite un tradizionale bonifico bancario da un conto corrente pulito a sua disposizione (annunci relativi a documenti di identità, nazionali ed esteri). Nel caso dei documenti di identità digitali, vi era la possibilità da parte dei clienti di acquistare cosiddetti template, ovvero veri e propri file editabili sui quali inserire dati anagrafici e fotografie a piacimento degli utilizzatori finali, per poi stampare un numero illimitato di documenti falsi. Poi ovviamente erano presenti oltre 30.000 annunci di vendita di droghe, 600 annunci riguardanti la vendita di oro, argento ed altri prodotti di gioielleria (di provenienza illecita o contraffatti), più di 5.000 gli annunci relativi alla vendita di armi, esplosivi e munizioni, tra cui armi da guerra quali Kalashnikov, ovviamente Virus, Botnet, Malware ed Exploits, VPN ed altri software per l'anonimato. I 3 pugliesi avrebbero guadagnato circa 400.000 euro a fronte di un volume complessivo di transazioni annue pari a circa 2 milioni di euro.
In sostanza, hanno allestito l’infrastruttura informatica allo scopo di gestire il Black Market, che si rivolgeva a utenti di tutta Europa e del mondo (USA, Canada, Australia), e quindi consumare una serie indeterminata di delitti in concorso, quali la vendita di armi da guerra, di sostanze stupefacenti in ingenti quantitativi e di valuta contraffatta, ricettazione eseguita mediante l'offerta in vendita di carte di credito contraffatte, documenti di identità contraffatti, di codici e credenziali relativi a carte di credito o home banking carpiti mediante accesso abusivo a sistemi informatici, tutti delitti aggravati dalla transnazionalità della condotta. Per le spedizioni, il sistema usato era quello di Poste Italiane. Quanto alle armi, i finanzieri del Nucleo Speciale di tutela Privacy e frodi tecnologiche guidato dal colonnello Giovanni Reccia, hanno accertato che le consegne non venivano effettuate direttamente in Italia ma seguivano rotte alternative con scali in Germania, Svezia e Stati Uniti.

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