venerdì 1 aprile 2022

Regolamentazioni Cripto: Wallet Non Custodial. Cosa Cambierà?

Le commissioni ECON & LIBE del Parlamento europeo hanno votato a favore degli emendamenti FTR D&E (AMCOM: LegReport) che reprimono i wallet "unhosted" (non custodial, senza KYC). Ci sono stati 58 voti a favore, 52 no e 7 astenuti. Sembra che la maggioranza dei deputati di S&D (Socialisti e Democratici), GUE (Sinistra Unitaria Europea), Greens & Renew abbia votato a favore, mentre la maggioranza dei deputati di EPP (Partito Popolare Europeo) & ID (Identità e Democrazia) ha votato contro. L'ECR (Conservatori e Riformisti Europei) sembra più diviso. Se nessuno lo contesta richiedendo un voto in plenaria (1/10 dei voti del PE), il trilogo tra Parlamento/Commissione/Consiglio dell'UE inizierà poco dopo (aprile). Esso richiede pochi mesi ed offre le ultime opportunità per apportare delle modifiche.
Ma cosa dice questa legge? Che tutte le transazioni in entrata e in uscita da un exchange, se superiori a 1000 euro, devono essere verificate. Sostanzialmente se sposto da un exchange a Metamask o su Ledger devo dimostrare di essere il proprietario di quell'indirizzo. Il problema è che questo tipo di wallet non hanno alcun riconoscimento tramite carte d'identità, patenti o prove di residenza.
E mai potrebbero averlo.


EVENTUALI CONSEGUENZE
Oltre ad evidenti problemi di privacy, questa legge potrebbe impattare negativamente sui wallet non custodial. I wallet non custodial non distinguendo tra quelli software ed hardware (Metamask, Phantom, Terrastation, Electrum, Keplr, Zillpay, Trezor, Ledger, etc) sono tutti quei portafogli dove è possibile detenere cripto senza eseguire un riconoscimento (KYC). Sono detti "non custodial" perchè il proprietario gestisce seed e provate key (che permettono il recupero delle cripto, qualora il dispositivo andasse distrutto).
L'AML della Commissione europea include una revisione del regolamento sul trasferimento di fondi (TFR) che estenderà l'obbligo degli istituti finanziari di accompagnare questi trasferimenti con informazioni sul mittente e sul beneficiario delle criptovalute. Dunque gli exchange devono condividere le informazioni personali (nome, indirizzo, etc) dei loro clienti quando vengono effettuate transazioni. Diversamente dalla proposta iniziale che richiedeva solo di raccogliere (non verificare) i dati personali derivanti dai trasferimenti effettuati da/verso un portafoglio "unhosted", la bozza ora richiede di "verificare l'esattezza delle informazioni di mittente e destinatario". Questa stessa bozza comunque non dice come un provider di servizi crittografici dovrebbe essere in grado di verificare la controparte non ospitata. Piccoli exchange, per non avere rogne, potrebbero impedire i trasferimenti verso i wallet non custodial oppure aumentare i costi di transazione. Per ogni trasferimento di criptovalute da un portafoglio centralizzato (cex) ad uno "non custodial", superiore a 1000 euro, gli exchange sarebbero obbligati ad informare le "autorità AML competenti", per tutte le transazioni, anche se non vi è alcun segno/sospetto di riciclaggio di denaro. Come si può facilmente capire, si tratta di una violazione assoluta dei diritti alla privacy. Una legge simile è stata già approvata in Canada.
Questa proposta crea anche enormi honeypot di dati per gli hacker (cioè archivi che possono essere hackerati con tanto di dati trafugati per eventuali estorsioni, scam ed addirittura furti nella vita reale).
Ciò condurrà inoltre ad un sistema che è molto simile a SWIFT, in cui ogni trasferimento di criptovalute (tranne P2P) è accompagnato da un trasferimento di informazioni personali.

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