La privacy degli utenti di internet è sempre più in pericolo, a causa di leggi che mirano sempre più a raccogliere dati, controllare e tassare qualsiasi cosa (soprattutto in Italia, anche se alcune di queste sono a livello di EU). Se la proposta di Chat Control (fortunatamente) non è passata neanche questa volta, ci sono in atto altri attacchi alla privacy e al controllo (censura). Vediamo i principali: DAC7 (vendite online), DAC8 (BTC, Cripto e Asset Digitali), Albo degli Influencers (Social Network) e Siti Ristretti Ai Minori (Verifica Età).
DAC7
Piattaforme quali Vinted, eBay, Subito.it o Facebook Marketplace, hanno facilitato le transazioni tra privati. Questo vale sia per venditori professionali (con partita IVA) che per venditori saltuari.
Il confine tra i due tipi di profili è abbastanza labile dal punto di vista fiscale, al punto che risulta difficile distinguere se si tratta di uno "svuota-armadio" o di vendita professionale.
E' possibile vendere in modo occasionale oggettistica e beni usati, in modo sempre saltuario ma ottenendo una grossa plusvalenza (ad esempio un bene raro che ha acquistato grande valore) e quello in cui si vende per guadagnare in modo professionale. Sicuramente nel primo caso non sono dovute imposte sul reddito, cioè l’IRPEF, né l’IVA, l’imposta sulle vendite. Il problema è quando si superano alcune soglie, che sono stabilite dalla DAC7, la normativa europea per le vendite online che in Italia è stata recepita nel 2023: sopra le 30 transazioni e i 2.000€ di ricavi all’anno le piattaforme sono obbligate a segnalarlo al fisco. Non significa in automatico che gli utenti che superano le soglie devono pagarci le tasse, ma vengono girati questi dati alle autorità fiscali (le piattaforme inviano il resoconto delle vendite e un modulo compilato dall’utente con i suoi dati personali, fiscali e bancari). Ovviamente non è automatico l’arrivo del controllo una volta superata la soglia, perché per le autorità fiscali gli accertamenti sono costosi, e vengono fatti quando ne vale la pena e si ha già (quasi) certezza di evasione. Nel caso di vendita continuata nel tempo e in modo professionale sussiste attività di impresa: si deve aprire la partita IVA, fare la segnalazione alla Camera di Commercio, e pagare sul margine di profitto delle vendite sia l’IRPEF che l’IVA.
DAC8
La direttiva europea DAC8 (Dir. UE 2023/2226), approvata nel 2023, riguarda lo scambio automatico di informazioni fiscali tra Stati membri, aprendo un capitolo nuovo nella lotta all'evasione nell'economia digitale. La direttiva, modificando la vecchia 2011/16/UE, amplia la cooperazione amministrativa tra le autorità fiscali europee. Finora lo scambio automatico riguardava redditi da lavoro, pensioni, conti finanziari, dividendi, polizze assicurative e ruling preventivi. Con la DAC8 si aggiungono cripto-attività e i loro operatori. Il Crypto-Asset Reporting Framework (CARF) elaborato dall'OCSE, fissa standard globali per la raccolta e trasmissione dei dati fiscali legati ai token digitali. Il decreto europeo integra ciò con il Regolamento MiCAR (UE 2023/1114) e coordinandole con la normativa antiriciclaggio e sulla protezione dei dati personali. Un'operazione complessa, che dovrebbe bilanciare il controllo fiscale con la tutela della privacy e la certezza del diritto. Enti che offrono servizi su cripto-attività (CASP) sono obbligati alla comunicazione e si tratta di: operatori autorizzati o notificati ai sensi del regolamento MiCAR, intermediari residenti o stabiliti in Italia e soggetti extra-UE che operano con utenti italiani o europei. A questi operatori si richiede di identificare gli utenti oggetto di comunicazione, verificarne la residenza fiscale e trasmettere all'Agenzia delle Entrate dati completi sulle operazioni effettuate: acquisti, trasferimenti, pagamenti, con i relativi valori in valuta fiat. L'obbligo scatterà dal 1° gennaio 2026, con invio delle comunicazioni entro il 30 giugno dell'anno successivo (2027). Sono previste soglie operative: per esempio, le transazioni superiori a 50.000 dollari saranno sempre oggetto di segnalazione. I dati raccolti confluiranno nello scambio automatico internazionale con gli altri Paesi UE e con le giurisdizioni che hanno aderito al CARF. Gli operatori dovranno applicare procedure di verifica fiscale con raccolta delle autodichiarazioni di residenza. La raccolta dati dovrà essere regolarizzata entro il 1° gennaio 2027, previa sospensione dell'account del soggetto che non invia i dati. Da parte degli enti, chi omette le comunicazioni o non le esegue correttamente sarà passibile di sanzioni amministrative e, nei casi più gravi, di sospensione operativa.
ALBO INFLUENCERS
I creators, con più di 500k followers e almeno 1 milione di visualizzazioni mensili (media ultimi 6 mesi), devono iscriversi all'albo degli influencer. L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha approvato la delibera del Consiglio numero 197 del 2025 che non solo istituisce l'albo, ma introduce anche un codice di condotta che disciplina trasparenza e tutela dei minori nel mondo social. Si tratta di un quadro normativo italiano che equipara, almeno in parte, gli influencer a fornitori di servizi di media audiovisivi, come TV o piattaforme on demand. L'obiettivo è controllare un settore che ormai muove centinaia di milioni di euro e incide sulle scelte di consumo e sui comportamenti sociali (sponsorizzate e quant'altro), regolando l'influencer marketing in linea con il Digital Service Act (DSA). Ogni collaborazione dovrà essere immediatamente riconoscibile: l'uso di hashtag come #pubblicità, #adv o #sponsorizzato è obbligatorio, così come l'indicazione visiva delle partnership o dei prodotti forniti a fini promozionali. Anche i contenuti realizzati con intelligenza artificiale dovranno essere dichiarati in modo chiaro attraverso diciture come "foto modificata". L'AGCOM potrà intervenire per valutare la conformità dei contenuti diffusi, soprattutto in caso di discorsi d'odio, stereotipi offensivi, istigazione alla violenza, a commettere reati o pratiche ingannevoli. Le multe per mancata iscrizione e non rispetto delle regole vanno da 103.000€ (per mancanza di iscrizione) e sino a 600.000€ (per gravi infrazioni). AGCOM potrà richiedere l'eliminazione dei contenuti alla piattaforma che ospita l'influencers.
VERIFICA IDENTITA' SITI VIETATI AI MINORI
Da mercoledì 12 novembre sono entrate in vigore le disposizioni approvate dall'AGCOM in una delibera dello scorso aprile. Le nuove misure obbligano i portali di condivisione video e i siti che diffondono in Italia materiale a luci rosse a introdurre strumenti per controllare l'età degli utenti, così da impedire che persone con meno di 18 anni possano visualizzare tali contenuti. I siti che non si adeguano rischiano multe fino a 250.000€ e un oscuramento del sito da parte dell'Agcom.
Non verrà utilizzato lo SPID tramite un ente terzo certificato dalla Privacy verrà controllata l’età dell’utente tramite un token (ZK Proof), un QR code o un sistema collegato alla SIM del telefono. Quel token servirà solo a dire “questa persona è maggiorenne”. Non contiene nome, cognome né altri dati personali. Nella lista pubblicata dall'AGCOM il 31 ottobre scorso, e che dovrebbe essere ampliata nei prossimi mesi, sono presenti 46 siti, tra cui OnlyFans. Le nuove regole, approvate dal consiglio dell'AGCOM, puntano a rafforzare la protezione dei minori nel mondo digitale ("digital service act") e con la normativa sulla cyber sicurezza.

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