Si va da quelle meno gravi (richieste di lavoro) a quelle che comportano la perdita di centinaia di euro.
Ne parlo qui perchè la maggiorparte di queste vengono perpetrate via Web.
UFFICI DI COLLOCAMENTO FANTASMA
Sono oltre 500 gli uffici di collocamento sparsi in Italia, impegnano 10mila dipendenti pubblici e soltanto il 3% di chi ne fa richiesta trova una possibilità.
Sono circa 2 milioni le persone che ogni anno si rivolgono ad un centro per l'impiego italiano chiedendo un lavoro che non c'è.
Il quadro generale è omogeneo e drammatico, non si salva alcuna provincia: da Milano a Bari, migliaia di cittadini vengono accolti in scenari apocalittici da personale con poca o nessuna formazione.
La clientela è variegata: giovani, disoccupati, ventenni e quarantenni, uomini e donne con i più disparati titoli di studio.
Tutti alla ricerca di qualcosa: prime esperienze, stage, tirocini, impieghi brevi, manuali, contabili, amministrativi.
Sul Web si leggono testimonianze da centri di Milano in cui il richiedente lavoro ha addirittura ricevuto una fotocopia di una cartella delle Pagine Gialle , con un suggerimento: «Prova con questi».
Veronica(nome di fantasia per privacy), invece, neodottoressa di 23 anni, si è rivolta ad un centro di Bari, sentendosi rispondere un sibillino: «Non illuderti, non ti chiameremo mai».
Anche Francesco, dopo l'Università, ha deciso di tentare la carta del collocamento a Roma, ma la storia è sempre la stessa.
Questa volta l'impiegato fa qualcosa in più, forse non nel modo più appropriato: «Guarda, non so che dirti. Magari quest'azienda è interessata, telefona».
Insomma, i centri per l'impiego non rappresentano la soluzione alla disoccupazione giovanile.
Nonostante l'imbarazzante inefficienza, questi servizi della pubblica amministrazione sono pagati dai contribuenti.
Chissà se gli «uffici di collocamento» hanno veramente mai rappresentato un'alternativa allo sbocco professionale, o sono invece sempre stati una delle tante leggende di questa Italia.
CORSI DI STUDIO ALL'ESTERO
Negli ultimi tre anni sono aumentati del 55% i giovani italiani che scelgono uno scambio culturale in un altro Paese.
In rete si trova di tutto: da organizzazioni serie come la Onlus Intercultura, che però non riesce ormai a soddisfare tutte le richieste ad altre poco professionali se non addirittura “fantasma”.
«Queste ultime, che sono delle vere e proprie agenzie di viaggio, organizzano soggiorni studio e fanno da interlocutori delle scuole estere, ma non c’è alcun modo di verificarne l’attendibilità: a volte molti studenti italiani si ritrovano in un Paese straniero abbandonati a se stessi, con un forte rischio per la propria sicurezza, oltre che per il portafogli dei loro genitori".
Per questo l’associazione Konsumer Italia ha deciso di avviare una campagna di raccolta informazioni dagli stessi utenti.
«Invitiamo giovani e genitori a contattarci (info@konsumer.it) raccontandoci le loro disavventure».
L’associazione intende poi intervenire tutelando tutte quelle persone a cui siano venute meno le condizioni del proseguimento degli studi o, peggio, ci abbiano rimesso dei soldi.
Konsumer è inoltre in grado di effettuare una verifica in rete delle eventuali criticità, e di fare un primo controllo alla stipula del contratto sull’affidabilità dell’agenzia.
BIGLIETTI AEREI
Biglietti aerei fantasma, con soldi spariti e agenzie costrette a pagare il corrispettivo alle compagni aeree.
Serie di truffe ai danni di agenzie viaggi di tutta Italia, con persone che si presentano alle agenzie fornendo generalità e credenziali bancarie false, affermando di riuscire a vendere biglietti aerei con destinazioni internazionali.
Una volta ottenuta la fiducia dei titolari delle agenzie il truffatore cede i biglietti emessi a prezzi concorrenziali, incassato il corrispettivo spariva nel nulla, trasferendosi in altre province, senza corrispondere il dovuto alle agenzie ed annullando gli ordinativi dei bonifici, se richiesti.
Le agenzie, quindi, non incassano i soldi pur dovendo comunque corrispondere il costo del biglietto al tour operator di riferimento.
Poi ci sono altre agenzie di viaggi che incassano le quote dei clienti, stampano documenti di viaggio cui non corrisponde nessuna prenotazione, per poi chiudere bottega e svanire nel nulla.
Il meccanismo è sempre lo stesso: pagamento, consegna dei voucher e poi l’amara scoperta di non essere in possesso di nessuna prenotazione presso compagnie aeree o tour operator.
VIAGGI E CROCIERE FANTASMA
In questi casi i turisti (o aspiranti tali), dopo aver acquistato e regolarmente pagato in una data agenzia, crociere, biglietti aerei e ferroviari e pacchetti vacanze di vario genere, al momento della partenza avevano avuto l'amara sorpresa di scoprire che i titoli di viaggio comprati non davano loro diritto a nessun viaggio.
I malcapitati avevano ricevuto solo documenti falsi e titoli di viaggio inesistenti, che tuttavia permettevano all'indagata di intascare fraudolentemente i corrispettivi ricevuti.
Generalmente, per attirare più clienti, le crociere e gli altri viaggi venivano spesso offerti sul Web a prezzi di gran lunga inferiori rispetto a quelli di mercato, permettendo ai titolari di incassare cospicui introiti illeciti.
Un'altra truffa molto utilizzata è quella d'incassare i soldi e poi al momento di elargire biglietti e voucher, l'agenzia scompare nel nulla con il bottino.
Cioè viaggi fantasma regolarmente venduti e poi annullati.
CASE VACANZA FANTASMA
Le truffe sono sempre piuttosto simili: i truffatori aprono su siti di annunci online, finti profili intestati a persone inesistenti, fornendo tramite e-mail dati personali e contatti altrettanto fasulli.
In alcuni casi si spacciano anche per agenzie immobiliari.
Inseriscono quindi in questi siti, annunci di affitto di case vacanza di loro presunta proprietà o disponibilità, situate nelle migliori zone balneari di Italia(da Gallipoli a Rimini, passando per la Sicilia).
Vengono allegate anche delle foto di appartamenti e villette, per rendere l’annuncio il più veritiero possibile. Agganciato il malcapitato potenziale inquilino, spedivano via mail un contratto di locazione ad uso turistico che, firmato, veniva poi di nuovo rispedito, sempre tramite posta elettronica.
A questo punto il locatario pagava la caparra, attraverso bonifico bancario o ricarica su carta prepagata.
Giunte finalmente nella località turistica, davanti alla casa che erano convinte di aver preso in affitto, le vittime trovavano appartamenti già occupati o addirittura inesistenti.
O ancora: "Il proprietario dell'immobile si trova all'estero, le chiavi le ha solo lui, però può inviarvele tramite corriere. L'unica richiesta è il versamento, a titolo di cauzione e a testimonianza del vostro reale interessamento, di un mese di affitto. Richiesta motivata da precedenti esperienze negative".
Le varianti sono diverse, ma tutte hanno in comune la richiesta anticipata di denaro, che, una volta inviato, difficilmente potrà essere recuperato.
I consigli sono sempre gli stessi: bisogna diffidare di chi chiede la caparra con accredito su Postepay o su altre carte prepagate perchè in questo modo è più difficile risalire all’identità di chi ha beneficiato dei soldi .
Richiedere sempre all’inserzionista tutti i dati in quanto è obbligatorio a fornirli e sospettare di chi non vuole dare un numero di telefono fisso o non risponde mai quando viene chiamato.
In aggiunta , richiedere al proprietario una fotocopia della sua carta d’identità o passaporto.
Assicurarsi sopratutto che l’annuncio e il suo proprietario diano garanzie sufficienti prima di effettuare il bonifico bancario che è più sicuro, lasciando traccia di tutta la transazione : ad esempio, dubitare se l’Iban o il conto corrente del proprietario risultano all’estero e la casa in Italia.
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