La Sequoia Capital venne fondata nel 1972 da Don Valentine a Menlo Park (California).
Si tratta di una società di venture capital (capitali di rischio) che ha quasi sempre investito nel settore tecnologico (da 100mila dollari ad 1 milione per le società in fase di lancio, sino a 100 milioni di dollari per quelle già avviate e in fase di crescita).
La società ha elargito soldi per Atari, Apple, Google, Yahoo, Youtube, Paypal, Airbnb, Cisco, Electronic Arts, Plaxo, DropBox, LinkedIn, Nvidia, etc
Tra gli uomini più importanti della società il gallese Michael Moritz, laureatosi ad Oxford ed entrato nella società nel 1986.
LO SCHERZO DI ZUCKERBERG E PARKER
Sequoia non fu solo gioia e dolori ma ebbe anche una storia curiosa con Facebook quando il social network di Mark Zuckerberg era popolare solo in America.
Siamo nel 2004 e Zuckerberg non era ancora convinto di voler rimanere a capo di Facebook e aveva in mente un’altra idea per una start up, che voleva chiamare Wirehog, e che pensava potesse avere più successo.
Così iniziò a parlarne con i fondi di investimento per ottenere il denaro che gli sarebbe servito per realizzare la sua idea ma anche per avere soldi per Facebook (Severin che aveva messo i primi soldi era stato fatto fuori).
Sequoia Capital si mise in comunicazione con lui, e Zuckerberg non aveva nessuna intenzione di considerare un investimento che venisse da Sequoia, dal momento che Zuckerberg aveva assunto Sean Parker, co-fondatore di Napster (con Shawn Fanning) e vecchio nemico della società.
Sequoia aveva investito proprio in una startup di Parker, Plaxo, ma poi non si sa bene per quale motivo Parker era stato sbattuto fuori (probabilmente per spamming).
Facebook seppur ancora agli inizi già faceva gola ad un sacco di società quindi Zuckerberg su suggerimento di Parker ebbe la brillante idea di prendere per i fondelli la società d'investimenti.
I due fissarono comunque l’appuntamento, perché avevano in mente uno scherzo.
Così Zuckerberg si presentò in ritardo all’appuntamento fissato per le otto del mattino, e per di più indossando un pigiama.
Si avviò verso la lavagna elettronica e fece la sua presentazione mostrando delle slide in power point sullo stile di quelle utilizzate da David Letterman durante il suo “Late Show”.
Il titolo era “Le dieci ragioni per cui non dovreste investire”.
Tra queste:
“Non abbiamo guadagni”
“Saremo probabilmente citati in giudizio dall’industria musicale”
“Abbiamo fatto tardi all’appuntamento e ci siamo presentati in pigiama”
“Sean Parker è coinvolto”
“Siamo qui soltanto perché ci hanno chiesto di esserci”
Il risultato fu che Sequoia non investì in Wirehog, e non investì nemmeno in Facebook.
Ma a partire dal 2010 Zuckerberg ha iniziato a sentirsi in colpa per questo scherzo, e infatti ha raccontato a David Kirkpatrick: “Capisco che li abbiamo davvero offesi, e ora mi sento davvero male per questo”.
Durante l'acquisizione di WhatsApp, Zuckerberg ha pagato il prezzo del suo scherzo, con l’acquisizione di Whatsapp per 19 miliardi di dollari.
Il gigante della messaggistica infatti era finanziato per il 40% proprio da Sequoia Capital, che era stato l’unico fondo di investimento, a farsi carico di finanziare il progetto.
Lo scherzo di gioventù sarebbe costato a Mark Zuckerberg circa 6,4 miliardi di dollari.
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