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martedì 14 luglio 2015

La Storia Della Nintendo e La Morte Di Satoru Iwata

Sabato scorso è morto a 55 anni per un cancro Satoru Iwata, il presidente della Nintendo.
È molto difficile che non sappiate cosa sia la Nintendo, e se siete nati dagli anni 70 in avanti è impossibile perchè quest'azienda ha significato moltissimo in ambito videoludico e non solo.
Stiamo parlando di giochi e personaggi storici: Mario, Donkey Kong, Link, Bowser, Princess Zelda, Kirby, Falcon, etc
Quest'azienda nasce addirittura nel 1889.
Hiroshi Yamauchi è l’uomo che raccoglie in eredità una piccola fabbrica di carte e la trasforma nel gigante che conosciamo.
I giocattoli compaiono già negli anni 60, i giochi elettronici negli anni settanta.
Le prime console proprio a fine anni 70(Color TV Game del 1977).
La Nintendo è sostanzialmente questo: una fabbrica di carte prima e di giochi elettronici poi.
Con nel mezzo la vendita di giochi.
Con la spinta creativa di Shigeru Miyamoto, padre di Mario(creato nel 1981 per Donkey Kong), la Nintendo cresce moltissimo soprattutto negli anni 80 e 90.
Non che il Super Nintendo (1991) e la Nintendo 64 (1996) abbiano avuto poco successo ma per raggiungere il podio come uomo più ricco del Giappone, Yamauchi ha bisogno della rivoluzione realizzata dal primo presidente della Nintendo senza legami familiari di sangue, cioè Satoru Iwata.


SATORU IWATA 1959-2015
Dopo un passato come programmatore nello studio HAL Laboratories, nel 2002 Iwata era stato chiamato a guidare le sorti di Nintendo, sostituendo il decano Yamauchi che aveva gestito l’azienda per oltre cinquant’anni.
Iwata fu l’uomo della rinascita dopo la debacle del Gamecube: convinto che i videogiochi dovessero essere qualcosa di accessibile a tutti, e non esclusiva di pochi appassionati, nel 2006 fu l’artefice del successo planetario del Wii, la console da oltre 100 milioni di pezzi venduti, così come del Nintendo DS e 3DS, di fatto lo standard per i videogiochi portatili anche prima dell’avvento degli smartphone.
Con la DS abbiamo la prima è la rinascita del Gameboy, la rifondazione di una tradizione di giochi portatili soprattutto per bambini che è e rimane da sempre appannaggio della Nintendo; la Wii invece è un ritorno alle origini dei videogiochi, quando erano degli accessori per il televisore, destinati a tutti quelli che vicino al televisore ci stavano comunque.
La Wii è stata la presa di coscienza del fatto che i videogiochi erano diventati un linguaggio universale, e che la tecnologia contemporanea permetteva invece di superare ogni barriera anagrafica per metterli nelle mani della famiglie, trasformarli in strumenti sociale e perchè no di fitness.
Per capire come e quanto la Nintendo sia diversa dagli altri basta prendere in mano una delle loro macchine e guardarla.
Oggi siamo alle lame di alluminio  degli smartphone, lucide e lussuose tanto che sembra un peccato maneggiarle troppo.
Un Nintendo DS è l’antitesi ella modernità: ci sono controlli analogici, il 3D senza occhialini, batterie che durano giorni.
La Nintendo pensa e ha sempre pensato i videogiochi come espansione dei giocattoli.
Con questa ricetta l’azienda di Kyoto ha saputo godere per decenni insieme di un successo molto popolare e di un fanatismo rigoroso da maniaci.
All’ultimo E3 di Los Angeles, mentre altri si scontravano a suon di novità presenti e future, la Nintendo ha mostrato qualche idea per un pubblico ristretto, facendo intendere che dietro l’angolo ci fossero sorprese. L’attuale console domestica Wii-U, uscita da qualche anno, è stata un passo falso, soprattutto se si pensa che viene dopo la valanga Wii.
Dato lo scarso successo del Wii U, Iwata aveva persino deciso di tagliarsi a metà lo stipendio per aiutare l’azienda e dare un segnale forte agli investitori.
Ed è stato proprio il fattore umano a farlo diventare uno dei personaggi più importanti di quest’industria: dalle interviste ‘Iwata Asks’ pubblicate sul sito Nintendo alle numerose conduzioni dei Nintendo Direct, le dirette streaming pensate per annunciare nuovi prodotti, Iwata ha sempre cercato un contatto diretto coi fan, dimostrando quando fosse in grado, nonostante la sua carica, di prendersi molto poco sul serio e creare un rapporto di fiducia coi giocatori.
Ora la guida dell’azienda passerà, temporaneamente, Genyo Takeda e Shigeru Miyamoto, altre due figure centrali nella storia della casa giapponese.
Tutta l’industria videoludica lo ha ricordato come uno dei personaggi che hanno fatto la storia di questo mondo, e la stessa Nintendo, ha annunciato il silenzio stampa su tutti i canali social in segno di rispetto.

“Nella mia mente sono uno sviluppatore. Ma nel cuore, rimarrò sempre un giocatore”. 


IL FUTURO
Per il 2016 è attesa una nuova piattaforma che potrebbe di nuovo cambiare tutto, rimescolare ulteriormente le carte.
C’è chi dice che sarà una console e insieme un tablet, oppure una console e insieme un cellulare.
Ma sono solo voci: la Nintendo non parla, non svela, non fa trapelare, non lo ha mai fatto e non lo farà mai, è il suo lato piemontese.
Contemporaneamente l’azienda ha ufficializzato accordi con Universal per la costruzione di parchi a tema con le sue proprietà intellettuali.
Qualche giorno fa è uscito nei negozi "Yoshi Woolly World", un videogioco a piattaforma che ha per protagonista il drago Yoshi in un mondo di lana interamente fatto a maglia.
L’idea di usare i tessuti in contesti videoludici, rimandando al mondo reale tramite superfici e consistenze, e non imitandolo direttamente, non è originale: altri l’hanno sfruttata anni fa con risultati sorprendenti.


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