Per via della crisi che ha colpito la Grecia, nelle 3 settimane passate l'unico bancomat funzionante ad Atene sarebbe stato quello che permetteva l’acquisto dei Bitcoin, la moneta virtuale che non ha istituti centrali di emissione diversi da Internet.
Da fine giugno, da quando le banche in Grecia sono state chiuse ed è stato imposto il Capital Control, non era più possibile effettuare transazioni digitali e/o acquistare servizi in rete.
Chi possiedeva un account collegato a un conto greco (o a una carta di credito riconducibile a un conto greco) non poteva più comprare nulla in rete.
Dunque i servizi di PayPal da conti bancari greci, così come le operazioni transnazionali non erano più disponibili.
Nessun disservizio dunque per i turisti stranieri.
Ma per i greci pagare online era diventato praticamente impossibile.
Come detto con la serrata degli istituti di credito reperire liquidità in Grecia era diventato sempre più difficile e tra turisti e utenti si stanno diffondendo informazioni su come fare acquisiti o far circolare capitale dentro e fuori il territorio utilizzando sistemi di pagamento virtuali.
E quale miglior soluzione, se non il Bicoin? Una moneta senza banche centrali né emittenti certificati e che, grazie al trading online, può essere convertita in valute “reali” (dollari, sterlina, etc) arrivando a controvalori da capogiro: oltre 5 miliardi di dollari solo nel 2013.
Inoltre con questa moneta è ormai possibile fare acquisti online (siti appositi ma anche Amazon, eBay, etc) o pagare tasse universitarie (come succede già in Cipro, a Nicosia).
IL BITCOIN IN GRECIA?
Non a caso nelle settimane passate, il picco di accesso e di transazioni è avvenuto proprio dalla penisola ellenica.
E' ovviamente difficile ipotizzare che i problemi della Grecia vengano risolti dal Bitcoin, tuttavia essendo il loro numero limitato e la loro domanda molto alta, variazioni al rialzo possono solo significare un boom di utilizzo della moneta stessa.
Circa 1 mese fa, in concomitanza con la pubblicazione delle dichiarazioni del ministro greco delle finanze Yanis Varoufakis sul fatto che Atene non avrebbe proposto una nuova lista di riforme a Bruxelles per trovare un accordo anti default, il Bitcoin ha visto salire le sue quotazioni schizzando a 257 dollari(un aumento del 20% negli ultimi 30 giorni).
I greci, ormai da tempo, hanno iniziato a valutare sistemi alternativi di investimento o di protezione dei propri risparmi, o di ciò che ne resta.
Sicuramente la versione attuale di Bitcoin non è una alternativa valida per una nazione.
Al momento il protocollo impone un massimo di circa 7 transazioni per secondo.
L'attuale versione di Bitcoin non potrebbe oggi sostenere la globalità del traffico di un paese come la Grecia con 11 milioni di abitanti che evidentemente necessita di una infrastruttura preparata a gestire un numero di transazioni decisamente superiore.
Tuttavia questo è un falso problema, visto che il numero di transazioni potrebbe essere modificato.
Varoufakis individua tre caratteristiche utili delle monete matematiche: trasparenza, efficienza e zero costi di transazione.
E' invece notizia delle ultime ore che le banche greche riapriranno i loro uffici al pubblico.
Il massimo prelievo possibile è di 420 euro alla settimana, da oggi anche in un'unica soluzione e non più solo a "colpi" di 60 euro al giorno, come era stato invece concesso nelle tre settimane di chiusura degli istituti.
IL BITCOIN SALVA CRISI NEL FUTURO?
Per la sua architettura, il Bitcoin e in generale le monete virtuali, potrebbero un giorno risolvere le crisi monetarie.
Lo scrive il Wall Street Journal, notando che "il problema fondamentale della Grecia è che non può uscire dal suo buco nero finanziario stampando moneta. Siccome il trasferimento di fondi fuori dal paese è stato congelato e c'è un severo limite a quanto denaro i greci possono prelevare al bancomat ogni giorno, il rischio che molte imprese finiscano in bancarotta e le famiglie non riescano a far fronte alle necessità quotidiane è quanto mai reale".
I Bitcoin ovviamente non possono al momento essere d'aiuto perché per averli occorre prima comprarli con gli euro e nessun greco ora userebbe i pochi euro a disposizione per acquistare valuta virtuale.
Tuttavia, la loro tecnologia apre inimmaginabili possibilità per il futuro di qualunque scambio economico che avvenga tra persone o imprese.
Yanis Varoufakis aveva scritto sul suo blog più di un anno fa che, se la Grecia voleva creare una propria moneta per sostituire l'euro, poteva usare la tecnologia dei Bitcoin per forgiare una valuta il cui valore sarebbe stato garantito dal futuro introito fiscale del governo.
In Grecia, molte aziende stanno facendo quello che spesso si fa in tempi di crisi monetaria: pagano fornitori e dipendenti in "pagherò" cioè promesse di restituire il debito non appena le banche sbloccheranno i soldi dell'azienda".
Secondo Michael Casey, consulente senior adviser del MIT Media Lab sulle criptovalute, la tecnologia dei Bitcoin può essere usata per emettere "pagherò" con un nuovo meccanismo chiamato “Sidechains”.
Con la tecnologia attuale, le transazioni in Bitcoin o simili sono registrate su un registro digitale principale (il Blockchain).
Questo registro non viene conservato da un ente centrale, ma è distribuito su una rete globale di computer: non esiste quindi un'autorità centrale che regola o verifica le transazioni e il sistema funziona a prescindere da chiunque lo usi, non occorre la verifica di terze parti.
Ciò rende il sistema enormemente più veloce e meno costoso di quello tradizionale.
Il meccanismo Sidechains è la principale tra le tecnologie emergenti che potrebbero sostituire il blockchain. Ciò fa anche intuire che, se il Bitcoin non è semplicemente una moneta, ma un protocollo e una piattaforma, i sistemi e le applicazioni che gli sviluppatori possono creare sono teoricamente senza limiti.
Le criptomonete che rappresentano una porzione degli asset del paese manterrebbero il loro valore finché le persone crederanno nel valore di quegli asset.
In futuro, invece, i token digitali potrebbero essere usati in modo permanente per formare un sistema simile al vecchio baratto (il sistema cui si finisce spesso per ricorrere quando si verifica una crisi monetaria).
“Il motivo per cui il baratto non è efficiente è che non si può tagliare un cavallo in due in cambio di un pugno di frecce o simili”, spiega Casey.
Invece dei cripto-token, sorta di "buoni digitali", che rappresentano ciascuno una porzione di un asset, possono essere divisi all'infinito.
"Nessuna tecnologia può risolvere i problemi creati da una cattiva gestione o da sistemi che non funzionano", scrive il Wall Street Journal.
"Ma la cosa più entusiasmante della tecnologia dei Bitcoin è il potenziale di rendere veramente democratico il modo in cui il denaro viene creato. E questo, secondo molti, è il cuore del dibattito sulla Grecia e sul destino dell'intera Unione europea".
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