Negli anni uscirono i primi computer o console se così le vogliamo definire: stiamo parlando di ZX Spectrum e del mitico Commodore 64, versioni avanzate dei più limitati ZX81 e VIC20.
E in questo contesto che imperversavano anche le sale giochi: proponendo voluminosi cabinati.
L'interfaccia utente di quelle macchine da gioco era costituita da uno schermo e un numero limitato di colori, da una leva e un paio di pulsanti, oltre ai classici tasti per la selezione di una partita per uno o due giocatori. Inoltre, in bella vista, la fessura per inserire i gettoni ovviamente.
I videogiochi erano accusati di provocare danni alla salute, attacchi di epilessia, dipendenza psicologica, alienazione dal mondo reale.
Inoltre, se si considera che l'ambiente delle sale giochi, frequentate da un gran numero di ragazzi, poteva attirare anche generi di persone poco raccomandabili, è chiaro che la diffidenza attorno a questi locali e ai videogiochi con i loro cabinati non poteva che aumentare.
IL MISTERO DI POLYBIUS
In questa cornice si colloca una delle leggende metropolitane più oscure che abbiano interessato il mondo dei giochi elettronici: Polybius, appunto, il misterioso gioco psichedelico.
Il nome deriverebbe da "Poly-bios", una combinazione di parole che significherebbe "multi-vita" secondo una traduzione letterale.
Si racconta che questo cabinato comparve nel 1981 in un sobborgo di Portland, la città più importante dell'Oregon.
La tiratura fu davvero limitata: un esemplare, forse due.
Si dice che, appena fu installato, cominciò ad attirare lunghe file di giocatori, alcuni dei quali divennero davvero incalliti, catturati in modo irresistibile dalle caratteristiche ipnotiche del gioco.
A quanto si racconta, i giovani che si cimentavano in Polybius sperimentavano successivamente fenomeni di amnesia, dimenticando il loro nome e dove abitavano, e soffrivano di inquietanti incubi notturni.
Si narra di alcuni soggetti che, a causa di quegli orribili sogni, si svegliavano in piena notte in preda a deliri.
Si ritenne plausibile che il gioco fosse stato sviluppato da qualche fantomatico gruppo di ricerca governativo, naturalmente segreto, che aveva utilizzato particolari tecniche per analizzare e modificare il comportamento umano.
Queste voci vennero alimentate da un presunto gestore di una sala giochi in cui era stata ospitata una delle due macchine su cui era eseguito Polybius.
Si racconta, inoltre, che le macchine venissero occasionalmente visitate da degli uomini in nero intenti a raccoglierne i dati e a testarne gli effetti stupefacenti
IL GIOCO
Secondo le descrizioni, il gioco era decisamente insolito: uno sparatutto statico ma dai contenuti astratti e con alcuni enigmi da risolvere.
Altri parlano di un Action fantasy.
Il gioco utilizzava stimoli luminosi intermittenti, effetti psichedelici e messaggi subliminali visivi e sonori non percepiti in modo conscio dai giocatori.
In alcuni livelli erano presenti solo linee nere e altri oggetti del gioco, flash velocissimi e messaggi ambigui.
I messaggi trasmessi erano piuttosto inquietanti: per esempio, uno di essi ripeteva "Suicide Yourself", ovvero "Suicidati".
Si dice che uno dei giocatori più incalliti, all'epoca un ragazzo, sia diventato uno dei più feroci oppositori all'uso dei videogiochi.
Dalla sua testimonianza sappiamo che i due cabinati di Polybius sono scomparsi dopo poco più di un mese dalla loro prima apparizione e nessuno ne ha più sentito parlare.
Vista la limitata diffusione, non sorprende che non siano mai state trovate le sue ROM o i sorgenti del programma.
In una delle (presunte) immagini rimaste si deduce che lo sviluppatore del gioco fu una fantomatica società "Sinneslöschen"(Sudamericana) che secondo traduzioni non propriamente letterali dal tedesco suona come "cancellazione dei sensi" o "privazione sensoriale".
Ogni fatto presentato si è diffuso come un'eco che, amplificata e trasformata da nuovi racconti, ha acquisito una forma quasi definitiva che comunque si accresce sempre di altri contributi.
Perciò non è facile capire quale sia l'origine della leggenda e quanto ci sia di vero.
LE TESTIMONIANZE DELL'ESISTENZA?
Nel 2006 Steven Roach scrisse su "coinop.org" e raccontò del suo coinvolgimento nello sviluppo del gioco.
Affermò di aver voluto tentare nuovi effetti grafici, ma che questi avrebbero causato crisi epilettiche in persone sensibili agli effetti luminosi intermittenti.
Di conseguenza il gioco venne ritirato, la casa produttrice fallì e il programma venne azzerato.
Nel 2011 venne rinvenuta una possibile macchina di Polybius a Newport, nell'Oregon.
Uno sconosciuto disse che il gioco era riconoscibile dal nome presente sul lato scritto con uno stile simile a quello di Pac-man.
La cabina sparì poco tempo dopo che la sua esistenza era stata rivelata.
In una scena dei Simpson, dove vede Bart alla sala giochi, si riesce a scorgere per qualche secondo un Polybius.
RispondiEliminaSi si ricordo la puntata e c'erano anche gli uomini in "nero" di cui parla la leggenda metropolitana del gioco!
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