Applicazione in tempo reale(per Android) che avverte sulla probabile accorrenza di Tsunami e se sono in corso di svolgimento in qualche parte del mondo.
Essa è collegata con lo Tsunami Warning Center del Pacifico che controlla gli USA, il Canada e tutti le nazioni intorno all'oceano Pacifico ed Indiano.
Tsunami Alert Download
Cosa sono gli Tsunami?
Il termine Tsunami, deriva dal giapponese “Tsu-nami” che vuol dire “onda di porto”.
Per Tsunami si intende un anomalo quanto imponente moto ondoso del mare, originato da un violentissimo terremoto sottomarino, spesso di magnitudo > 8.0 Richter o da altri eventi che comportano uno spostamento improvviso di una grande massa d’acqua quali, per esempio, una gigantesca frana o un’eruzione vulcanica sottomarina.
La forza e la distruttività di uno Tsunami dipende sostanzialmente dalla quantità di acqua spostata al momento della formazione del maremoto stesso. Sovente uno Tsunami si forma in mare aperto dove tuttavia l’onda rimane poco intensa e poco visibile e concentra la sua forza in prossimità della costa quando l’onda si solleva e si riversa dentro l’entroterra sotto forma di un autentico muro d’acqua.
A differenza delle tradizionali onde marine, prodotte dal vento e dalle correnti, esso agisce come una intensa perturbazione sottomarina che coinvolge l’intera colonna d’acqua, dal fondale fino alla superficie.
Recenti studi hanno dimostrato che l’attivazione dei Maremoti non dipende tanto dalla violenza del fenomeno sismico, quanto dalle modalità di modificazione e alterazione del fondo oceanico e della profondità di quest’ultimo in vicinanza di una grossa faglia.
Difatti, durante i grandi terremoti sottomarini (come quelli che ciclicamente interessano le dorsali oceanica o l’area del Pacifico), le deformazioni del fondale che accompagnano l’evento tellurico producono un improvviso spostamento delle grandi masse d’acqua sovrastanti, innescando cosi la perturbazione sottomarina che alimenta l’insorgenza del Maremoto.
Lo spostamento d’acqua prodotto si propaga progressivamente in superficie creando onde superficiali molto lunghe, anche di qualche centinaio di chilometri, che si estendendo in tutta la superficie oceanica (come quando si lancia un sasso in uno stagno).
Tanto per darvi dei numeri le onde di Tsunami, quando attraversano un tratto di oceano molto ampio come il Pacifico, possono presentare delle lunghezze di circa 250-300 chilometri, raggiungendo velocità di propagazione di 700 km/h.
A largo, in pieno oceano, su fondali profondi oltre 6000-8000 metri, l’altezza delle onde risulta piuttosto modesta e spesso non supera neanche 1.0-1.5 metri, muovendosi a circa 600 km/h.
Valori che non consentono alle navi che lo incrociano di accorgesi della loro presenza, passando del tutto inosservato, a differenza di quanto avviene vicino alla costa, su fondali meno profondi.
Diversa la situazione sotto la superficie visto che dalla perturbazione sottomarina vengono interessati anche gli strati d’acqua molto profondi.
Quando lo Tsunami si avvicina alla costa il fondale, divenendo sempre più basso, funge da attrito alla perturbazione sottomarina, costringendola di botto a rallentare la sua elevata velocità di propagazione. Il fondale quindi rallenta la fortissima velocità di propagazione dell’onda.
Mentre ciò accade l’energia contenuta (il principio di conservazione dell’energia) in seno a tale perturbazione tenderà a far crescere a dismisura l’altezza dell’onda, favorendo cosi la formazione di un vero e proprio muro d’acqua preceduto dal graduale ritiro delle acque in prossimità dei litorali (a volte il fondale marino rimane scoperto per decine di metri), importante fenomeno premonitore dello Tsunami che si avvicina.Avendo conservato buona parte dell’energia che lo ha generato in mare aperto lo Tsunami si abbatte con grande impeto sulle coste, sotto forma di una serie di grandi ondate, con “Run Up” notevoli li dove il fondale lo consente, che penetrano sino al vicino retroterra portando gravi devastazioni, con una lunga scia di morti e distruzioni li dove colpiscono con grande energia. In alcuni casi, come avviene spesso alle Hawaii, in Giappone e lungo le coste indonesiane, della Papua Nuova Guinea, delle isole Figi e Samoa, la presenza di estese scogliere (con 1-2 metri di fondo) sottocosta possono far rallentare di colpo la velocità di un Maremoto oceanico favorendo lo sviluppo di colossali ondate che possono toccare delle altezze davvero considerevoli, pronte a superare persino i 20 metri di altezza.
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