Nell'ultimo anno, la moneta concorrente dei Bitcoin è sicuramente Ethereum, anche se l'ultimo mese ha visto Ether subire un vero e proprio tracollo: passando dai 408 dollari del 13 giugno scorso, record dalla sua nascita, ai quasi 210 dollari attuali (13 luglio 2017).
Si parla di una capitalizzazione di mercato attualmente poco sopra i 19 miliardi contro i 39,2 miliardi dei Bitcoin.
Il bilancio resta positivo del 2.400% per Ethereum e del 146% per Bitcoin, ma all’apice dei prezzi, toccati un mese fa, i guadagni erano arrivati rispettivamente al 5.000% e al 210% quest’anno.
Generalmente quando un titolo o un mercato nuovo appare all’orizzonte, prima lo si guarda con sospetto, successivamente iniziano ad evidenziarsi i guadagni, i quali man mano che avanzano attirano sempre più investitori nuovi, nella speranza di un boom che cambi le cose.
Si crea attorno un clima di entusiasmo eccessivo, tutti pensano di poterci fare soldi facili in poco tempo, alimentando una bolla finanziaria, che porterà tutti sul "lastrico".
Nel caso dei Bitcoin e degli Ethereum, tuttavia, non siamo a una vera esplosione di una bolla, anche perché non è chiaro se formalmente una bolla sia mai nata.
Queste monete digitali si stanno caratterizzando per la loro volatilità, motivo per cui molti investitori in fuga dalle monete fiat e dagli assets “tradizionali”, vi continuerebbero a puntare.
A fronte di una domanda crescente, infatti, l’offerta resta o identica o aumenta di poco e a ritmi prefissati, assicurando contro il rischio di inflazionamento.
Prezzi appena ripartiti?
Se i Bitcoin vengono impiegati perlopiù per i pagamenti in rete (legali e non), gli Ethereum sono diventati allettanti per gli “Smart Contracts”, ovvero per il loro utilizzo nella regolazione automatica di contratti, una volta soddisfatti determinati criteri.
Per gli Ether si tratta probabilmente di una fase di riassestamento, in vista di una probabile ripartenza delle quotazioni.
Improbabile pensare che nell'immediato ci sia un altro crollo di questo tipo.
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