La notizia degli ultimi giorni è sicuramente la diatriba Huawei-Google e quindi le azioni del Governo Trump che avranno sugli smartphone dell’azienda.
Secondo il governo Trump, Huawei va inserita nella così detta entity list, in quanto ritenuta azienda pericolosa per la sicurezza nazionale (spionaggio). La minaccia sarebbe costituita dalle infrastrutture di rete 5G di Huawei, ma non solo.
Donald Trump ha firmato un documento che vieta a Huawei, e a 70 società a essa collegate, di vendere ed installare le proprie infrastrutture negli Stati Uniti senza una specifica autorizzazione.
Gli attuali smartphone Huawei ed Honor continueranno a funzionare ed a ricevere patch di sicurezza (Huawei ha parlato di “aggiornamenti di sicurezza”, Google ha invece citato solo la protezione di Play Protect).
Potrebbero essere bloccati solo gli aggiornamenti delle componenti software di più basso livello, ma l’impatto andrà verificato nel tempo.
FUTURI HUAWEI
I futuri modelli dell’azienda, quelli non ancora disponibili in commercio, potrebbero dover fare a meno del Play Store e dei servizi Google, portando ad un profondo mutamento dell’esperienza utente. In ogni caso, fino al 19 agosto 2019 c’è una sospensione completa del blocco imposto a Huawei, che potrà continuare ad operare come sempre nei prossimi 3 mesi.
In seguito ci sono varie opzioni: l'utilizzo della distribuzione Android senza servizi di Google che già ora l’azienda utilizza in Cina (ma che probabilmente sarebbe comunque osteggiata dagli USA), ad un nuovo sistema operativo tutto suo e compatibile con le app Android.
Il problema diventa anche lo store di applicazioni, non potendo più usare Google Play.
Qualcuno ha citato Aptoide, uno store alternativo conosciuto più per il suo uso illecito che altro (e a forte rischio app infette come si sa).
Ma app del calibro di Facebook, WhatsApp, ed Instagram potrebbero essere legittimamente distribuite in questo modo? Ed i servizi Google?
I problemi per Huawei si sono poi moltiplicati col passare dei giorni. Non solo Google infatti, ma altri partner storici hanno preso le distanze dall’azienda cinese.
Parliamo di Qualcomm, Intel ed ARM su tutti, minando così alla radice il business smartphone di Huawei.
Huawei è inoltre uno dei principali fornitori al mondo per lo sviluppo della rete di nuova generazione, ed i problemi con gli USA potrebbero portare facilmente ad un rallentamento generale nell’arrivo del 5G per tutti quegli operatori globali che avessero accordi con Huawei.
E Honor? L’azienda è indipendente, ma comunque di proprietà di Huawei, ed il recente lancio di Honor 20, dove il modello “Pro” era praticamente assente, parla già da solo.
Ken Hu, vicepresidente di Huawei: "Di recente sono state imposte a Huawei alcune restrizioni, basate su accuse infondate, che mirano a ostacolare i nostri rapporti commerciali. Riteniamo fermamente che queste accuse siano totalmente ingiustificate"
In Europa, circa tre quarti degli utilizzatori di smartphone si affida a un dispositivo basato su Android. Huawei detiene circa il 20% di questo mercato.
Come si evince chiaramente il business mondiale (sia a livello di aziende che di consumatori) può radicalmente cambiare.
COSA CAMBIERA'?
Il decreto anti-Huawei sarebbe dovuto diventare operativo subito dopo la firma, ma il Dipartimento del Commercio Americano ha concesso una licenza temporanea di 90 giorni, cioè fino al 19 agosto, che permetterà a Huawei di acquistare beni americani per mantenere le reti e realizzare gli aggiornamenti per la sua linea di smartphone.
Dal canto loro Huawei e il governo Cinese hanno già messo in chiaro che si affideranno ai legali per tutelare il loro business e la loro immagine. Nel frattempo l’azienda, per la quale la mossa di Trump non è giunta del tutto inaspettata, potrebbe premere l’acceleratore sullo sviluppo di un nuovo sistema operativo proprietario, completamente compatibile con Android.
Il nuovo sistema andrebbe ad equipaggiare le nuove generazioni di smartphone e renderebbe Huawei del tutto autonoma rispetto a Google (un po' come fecero Microsoft con Windows Phone e Samsung con Tizen...anche se fu un flop clamoroso per entrambe).
L’azienda avrebbe inoltre già pronta una propria famiglia di processori che sostituirebbe quelli a stelle e strisce.
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