In questi giorni ha fatto scalpore il 51% attack eseguito da Qubic su Monero. Sostanzialmente ottenuto il 51% di hashrate di una chain Proof Of Work è possibile annullare/censurare/ritardare transazioni, fare double spending, riorganizzare/produrre più blocchi o una chain più lunga (che poi verrà considerata quella valida). Secondo alcuni dev e analisti, l'attacco di Qubic su Monero ha portato alla riorganizzazione di solo 6 blocchi con 60 isolati/abbandonati quindi la buona riuscita dell'attacco potrebbe anche esser stata fortuita. Charles Guillemet, CTO di Ledger, ha stimato che mantenere questo hashrate richiederebbe circa 75 milioni di dollari al giorno (quindi l'attacco non sarebbe per niente conveniente). Secondo alcune stime, accumulare il 50% dell'hashrate di Monero richiederebbe un'infrastruttura CPU estremamente costosa:
-Circa 44.302 CPU (AMD Threadripper 3990X) a 5.000 dollari ciascuna, ovvero 220 milioni di dollari solo per l'hardware.
-Circa 50 milioni di dollari per le infrastrutture (alloggi, reti, raffreddamento, etc).
-Il consumo energetico stimato è di 44 milioni di watt, con un costo di circa 100.000 dollari al giorno solo per l'elettricità.
COS'E' QUBIC? PROOF OF USEFUL WORK
Qubic è un protocollo blockchain di livello 1 che utilizza un meccanismo chiamato Proof of Useful Work (PoUW): la potenza di calcolo in eccesso non viene sprecata ma impiegata ad esempio per l’addestramento di un modello di IA decentralizzata chiamato Aigarth.
L' obiettivo è quindi creare un’infrastruttura in cui la rete dei computer non solo validi le transazioni, ma svolga anche altri calcoli, tra cui l’addestramento di un’IA. Sotto certi versi, puoi vederlo come energia in eccesso quando si mina utilizzata per svolgere altre mansioni (energie rinnovabili su Bitcoin) o risorse non utilizzate, quali CPU e banda Internet, condivise con altri client/nodi (progetti DePIN).
Il 51% attack eseguito su Monero è reso possibile grazie a incentivi economici e a una strategia di selfish mining. In questo caso, Qubic ha probabilmente acquisito abbastanza potenza di calcolo da superare il 51% dell’hashrate di Monero.
SELFISH MINING E 51% ATTACK
Il Selfish Mining è una strategia in cui i miners non pubblicano subito i blocchi che trovano, ma li tengono nascosti per trarre un vantaggio.
Questa strategia possiamo dividerla in più step:
1) Trovo un blocco ma lo tengo segreto (il miner egoista non lo pubblica subito, ma continua a minare in privato sulla propria catena).
2) Creo una catena privata/esterna più lunga (se riesco a minare altri blocchi mentre la rete "onesta" è rimasta indietro, questo sistema porta alla formazione di una chain più lunga, ovvero la propria catena ha 2 blocchi, quella pubblica solo 1).
3) Pubblico la catena quando è conveniente (il miner rivela la propria catena privata, che essendo più lunga viene accettata dal network perchè la regola è che si segue sempre la chain più lunga).
4) Tutti i blocchi minati dagli altri nel frattempo diventano orfani e non valgono nulla (quindi i miner egoisti guadagnano di più rispetto a quanto avrebbero ottenuto giocando onestamente).
Anche senza avere il 51% dell’hashrate, con questa tecnica si può ottenere una quota di ricompense superiore alla propria potenza di calcolo. Se praticato su larga scala, può minare la fiducia nella rete e avvicinarsi a un attacco del 51%.
Ipotizza più gruppi di miners:
1) Più mining pools onesti che complessivamente raggiungono il 70% dell’hashrate.
2) Egoista con il 30%.
In teoria, gli onesti dovrebbero guadagnare il 70% delle ricompense, l’egoista il 30%. Ma con la strategia egoistica: l'egoista trova un blocco e lo nasconde. Poi continua a minare in segreto.
Se trova un secondo blocco, la sua catena privata, ora è più lunga di quella pubblica. Quando l’onesto pubblica un blocco, l’egoista rivela la sua catena privata più lunga. La rete accetta la catena egoista (più lunga) e scarta i blocchi onesti quindi l’egoista guadagna più del 30%, anche se ha meno potenza.
INCENTIVAZIONE
Qubic utilizza un meccanismo di incentivazione incrociata: alcuni miners che normalmente minavano su Monero (RandomX) sono stati incentivati a spostare potenza verso questo mining pool tramite incentivi più alti in Qubic token. Il miner usa il Qubic mining pool, loro minano ottenendo Xmr, questo viene venduto per Usdt, in seguito è acquistato Qubit e una parte viene burnata (deflazione). I miners quindi vengono premiati con una % del Qubic (non burnato), ma solo se contribuiscono alla sicurezza (hashrate) della chain. Sostenendo il prezzo del suo token, Qubic ha aumentato il suo hashpower perchè chi mina su Qubic riceve maggiori rewards rispetto al minare direttamente Xmr. Il meccanismo funziona come una sorta di stake: il burn riduce l’offerta circolante e serve anche a dimostrare il tuo "impegno" energetico.
PROSSIMI TARGET
Mediante votazione, il prossimo bersaglio a subire un 51% attack dovrebbe essere Dogecoin. Dogecoin è basato su algoritmo Scrypt (merged mining con Litecoin). Se Qubic trovasse il modo di incentivare i miner Scrypt (come ha fatto con quelli RandomX di Monero), potrebbe tentare un’operazione simile, attirando hashpower. Gli altri bersagli sono Kaspa e Zcash.
Nessun commento:
Posta un commento