In un mondo sempre più "digitalizzato" colossi quali Apple Music, Spotify e soprattutto Youtube diventano sempre più importanti.
Infatti a partire dal primo febbraio, la RIAA(Recording Industry Aassociation Of America) ha deciso che anche lo streaming audio e video sarà un parametro per l'assegnazione dei dischi d'oro e di platino (oltre alla vendita dei supporti fisici).
Nel tempo la RIAA(creata nel 1958), oltre agli LP, ha incluso nel conteggio delle vendite le cassette audio, i CD e anche le suonerie per cellulari per un totale di 30 mila riconoscimenti.
Finora i riconoscimenti per gli album a 33 giri erano il disco d’oro per 500 mila copie vendute, di platino per un milione di copie e di multi platino per due milioni e oltre.
Secondo Cary Sherman, presidente dell’associazione discografica, "per quasi sessant’anni, ci si è adeguati all’evoluzione del mercato musicale, che fosse vinile, cd, download e ora lo streaming". Logica conclusione, quindi, che si tenga conto anche della musica via internet.
In pratica, le visualizzazioni su queste piattaforme saranno conteggiate dalla RIAA come vendite effettive.
La musica in streaming è rappresentata dal 57% in digitale, contro il 43% del download, sceso negli ultimi anni del 15%.
Il supporto fisico, che rappresenta ancora circa il 62% del mercato, è in calo, se si escludono le vendite di vinile.
Ma come funzionerà? 1500 richieste on demand di audio o video musicali equivalgono alla vendita di 10 tracce musicali/ 1 album tradizionale.
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