La Polizia Tributaria di Napoli e il Nucleo Speciale Polizia Valutaria di Roma nella mattina del 6 dicembre hanno effettuato arresti e sequestri nei confronti di 8 persone ritenute responsabili di aver costituito un’associazione a delinquere finalizzata alla commercializzazione di banconote contraffatte in numerosi Stati dell’Unione Europea.
L’operazione, che si è avvalsa del contributo essenziale di Europol, ha visto anche il coinvolgimento delle forze di polizia di diversi Paesi europei.
Secondo quanto appurato dai finanzieri, a guidare il gruppo criminale sarebbe stato Carmine Guerriero campano di Castellammare di Stabia.
Fin da ragazzo aveva sempre manifestato un grande talento per l’informatica che poi l’ha tramutato in attività illegali.
Nel 2013, Guerriero venne bloccato addirittura in Spagna dove aveva appena concluso uno degli ultimi colpi nel mondo informatico.
E’ infatti considerato uno dei più pericolosi broker in tutto il territorio europeo.
In questo caso invece, le transazioni avvenivano sui principali market del Deep Web.
"Dopo avere instaurato i primi contatti con i clienti la consorteria criminale provvedeva ad inviare alcuni campioni da visionare, l’indirizzo e-mail da contattare per definire l’acquisto e un foglio con indicati i mezzi di pagamento preferiti"
In totale 2 arresti, 3 domiciliari e 3 obblighi di firma.
Oltre alle banconote false, le accuse riguardano anche falsificazione di atti e documenti (patenti di guida e permessi di soggiorno).
Da quanto emerso nella conferenza stampa, indetta questa mattina, l’indagine è partita nel 2015.
Nel relazionarsi con i clienti, Guerriero, utilizzava diversi nickname, tra cui quello di “NapoliGroup”, una sorta di marchio di garanzia, in quanto si tratta dell’espressione utilizzata dagli organismi per etichettare l’ottima fattura della falsificazione di banconote realizzata da una rete di falsari operanti nell’hinterland di Napoli.
Una volta ricevuto il pagamento, l’organizzazione inviava la valuta contraffatte occultata all‘interno di libri (pagine tagliate, volumi svuotati per far posto non alle pistole come si usava un tempo ma alle banconote false) dal peso di non più di 1 kg che venivano affidati a ignari corrieri nazionali o esteri, utilizzando falsi documenti (allo scopo di non rendere identificabili i mittenti dei plichi).
I soldi contraffatti, arrivavano fino in Austria, Spagna, Portogallo, Olanda, Svezia, Lituania, Slovenia e finanche Colombia.
Le banconote facevano il giro di mezza Europa, attraverso migliaia di spedizioni con semplici distributori come DHL.
Complessivamente il valore facciale delle sole banconote false sottoposte a sequestro spedite dai membri dell’associazione a delinquere ammonta a oltre 150 mila euro (venivano vendute al 30% del loro valore nominale).
Secondo le stime iniziali, l’associazione ha contraffatto monete per un totale di circa 600mila euro.
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