Rojadirecta nato nel 2005 è uno dei siti più famosi per quanto riguarda lo streaming di contenuti illegali (eventi sportivi).
Oscurato e risorto più volte dalle proprie ceneri, cambiando domini e server, ha visto circa 2 mesi fa l'arresto del proprio fondatore.
Igor Seoane Miñán, questo il suo nome.
Igor è diventato l’eroe di chi non può permettersi di pagare un servizio pay-per-view.
Basta accedere al sito spagnolo per godersi uno spettacolo altrimenti proibito.
Ad accogliere gli utenti c’è la famosissima caricatura dell’ex arbitro Pierluigi Collina con un cartellino rosso in mano.
L'arresto è avvenuto quando Seoane si stava recando in tribunale, per testimoniare in una causa inerente Canal Plus (e qualcos'altro mai chiarito del tutto).
Curiosamente però su questa storia si sa molto poco, così come su Igor stesso.
CHI E' IGOR SEOANE MINAN?
Sino ad 1 anno e mezzo fa, l'identità del fondatore di Rojadirecta era segreta, poi un quotidiano spagnolo è riuscito a far luce su di lui.
Come detto gran parte delle informazioni sono state messe in ordine dal portale spagnolo El Mundo e quella che traspare è una vita che sembra quasi uscita da uno film cinematografico.
Igor in giovane età frequenta una delle scuole private più esclusive della Spagna, il Collegio Obradoiro Coruna, dove diventa una vera leggenda.
Crea giochi, siti Web e arriva a dare lezioni di informatica ai suoi colleghi.
I genitori lo mandano a studiare in Catalogna ed è proprio in quegli anni che ha l’intuizione giusta.
Vedere le partite della Liga era un desiderio di molti suoi coetanei.
Serviva un’alternativa e così nasce Rojadirecta, un sito, oscurato a più riprese (che secondo le ultime stime fattura intorno ai 2 milioni di euro grazie alle pubblicità e agli accessi).
Rojadirecta era nata da pochissimo e di anni, Igor, ne aveva 22.
Qualche anno dopo questa vicenda, Rojadirecta si era trasformato nel più grande database del mondo di indicizzazione di contenuti sportivi.
Igor era diventato il nemico numero 1 delle Pay TV.
Igor mantenne la sede fiscale di Rojadirecta a Arteixo, cittadina di 30mila abitanti famosa anche per aver dato i natali ad un’altra grande azienda spagnola: Zara.
Nel 2007 Prisa (gruppo editoriale spagnolo) prova a fermare Rojadirecta portandola in tribunale con la stessa accusa: violazione della proprietà intellettuale.
Il racconto che i dirigenti fanno dell’incontro con Igor vale più di mille biografie: "Ci sorprese il suo equilibro, la sua eleganza e il fatto che fosse molto giovane. Parlava con sicurezza mentre il padre cercava di negoziare. Era accompagnato dai migliori avvocati in quel campo, alcuni provenienti dalla Catalogna".
E anche in questo caso Rojadirecta ne esce illesa.
Un’altra vittoria che dà forza alla figura di un giovane in lotta contro i poteri forti.
E che alimenta la sua leggenda.
Successivamente anche Mediaset e Canal Plus hanno intentato cause simili che hanno portato a parziali oscuramenti di un sito che oggi, nonostante tutto, è ancora al suo posto.
"È stato divertente perché mentre gli agenti cercavano di convincerlo, gentilmente, a chiudere il suo sito web, ammettevano di aver visto molte partite grazie al suo servizio. E di fronte alle accuse dei rappresentati delle grandi reti, che minacciavano di rovinarlo, è rimasto impassibile. Saranno i tribunali a deciderlo, ripeteva loro"
Dopo 4 anni di udienze, nel 2010, ha la meglio su Google che lo aveva citato in giudizio per cercare di recuperare il dominio google.es, registrato dal giovane galiziano.
Nel 2011, il Dipartimento di Giustizia americano chiuse Rojadirecta.org, insieme ad altri siti che fornivano servizi simili.
"Per aver riprodotto o distribuito materiale protetto da copyright senza autorizzazione"
Ma non è una vittoria che dura a lungo.
Nel 2012 il dominio viene restituito, anche perché al fianco di Igor scendono alcuni tra i migliori avvocati della Silicon Valley.
Negli ultimi dieci anni, Igor ha passato molto tempo nei tribunali.
La giustificazione è stata grossomodo sempre la stessa: "Rojadirecta svolge solo il ruolo di intermediario. Sono gli utenti a segnalare i link per guardare le partite. Non abbiamo alcun rapporto di tipo commerciale con nessuno, ma ci limitiamo a gestire la parte tecnica del sito".
Ora arriva questo nuovo arresto che potrebbe scrivere un altro capitolo.
Sì, perché per la prima volta il capo d’accusa potrebbe non riguardare la trasmissione delle partite ma qualcosa di più complesso.
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