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sabato 23 settembre 2017

La Diffusione e La Crisi Delle Videoteche (Anni 80 e 90)

Le videoteche nacquero grazie alla diffusione di VHS e videoregistratori e all'elevato costo del film in videocassetta. Il noleggio infatti dava la possibilità di visionare il film, abbattendo notevolmente i costi. La più nota catena fu Blockbuster, poi affiancata da migliaia di videoteche dipendenti e non.
Col tempo, al fianco delle tradizionali videoteche, si sono affiancati nuovi tipi di negozi: su tutti i distributori automatici di VHS, ed in seguito di DVD, degli anni 90.
Il tutto grazie a schede magnetiche o codici a barre che garantivano il servizio 24 ore su 24.
Negli anni 90 era prassi vedere una famiglia recarsi in videoteca e nell’immenso mare di VHS sceglierne una per dare una svolta alla giornata. Poi sono arrivati i DVD. Poi i Blu-ray.
E il successo delle videoteche cala, sempre di più. Poi internet, Tele +, la band larga, Sky, Infinity, Premium, Netflix. E la pirateria online.
Con la diffusione di internet comunque sono sorte anche alcune videoteche online che recapitano i film a domicilio.

Cristina Bricoli (ex proprietaria di Videoland a Parma: "Abbiamo aperto nel 1988 e sono stati anni straordinari, non avevamo nulla contro. I clienti non mancavano, i film erano numerosi, la voglia di scoperta era tanta. Purtroppo i tempi cambiano ma non pensavamo così velocemente. Nel 2012 siamo stati costretti a chiudere. Mi illudevo di poter essere l’ultima videoteca a farlo a Parma, ma il mercato non me l’ha permesso. Oggi mi sono appassionata alle fiere del collezionismo, ho aperto un banchetto e ogni martedì, con il vento, la pioggia o il bel tempo, sono qui. 
E poi partecipo spesso a fiere esterne, come quella dell’elettronica di Modena. 
I collezionisti sono tanti ed io ho diversi film di nicchia, molto rari, che spesso servivano agli studenti del corso di cinema.  In più mi stupisco dei giovani che spesso mi chiedono informazioni e comprano film di grandi autori del passato per averli nella loro collezione. Tutto sommato sono contenti. 
L’ambito rimane quello cinematografico e sono felice di poterne parlare ancora, anche se all’interno di un contesto fieristico"


CRISI IN ITALIA
Dagli anni 2000 lo sviluppo di nuove forme di fruizione (Internet e in primis delle bande larghe che hanno dato il là alla pirateria), ha fatto calare notevolmente il giro di affari, al punto di arrivare a far parlare di una gravissima crisi del settore.
Infatti nel triennio che porta al 2009 si è registrata la chiusura di oltre 1000 videoteche solo in Italia.
In quegli quello delle videoteche fu un vero e proprio tracollo.
La crisi colpì il colosso Blockbuster ma che fu solo la punta dell’iceberg di una piaga che affossò anche le videoteche indipendenti.
Iole di Video1 (Bari): "Molti anziani vengono a chiederci vecchie pellicole che hanno visto da giovani. Per questo negli anni abbiamo creato un archivio di classici, addirittura muti o in bianco e nero. Il calo fu inevitabile soprattutto quando aprì Blockbuster. Per molti quello era un luogo in cui intrattenersi e quindi lo preferivano alla videoteca tradizionale, in cui tuttavia resiste ancora un rapporto più familiare"

Fino ai primissimi anni del 2000, a Roma, si contavano circa 500 videoteche sparse per la città, compresi tanti punti costituiti da soli «slot» esterni.
Nel 2008 erano poco più di 300, con la chiusura di sedi importanti come Primafila e Fantasy Video, due catene che avevano filiali sparse in tutta la città, così come hanno chiuso uno dopo l’altro punti storici sulla Tiburtina, a via Tripolitania, fino a Colleverde.
Un calo per quanto riguarda il noleggio del 25% in Italia (erano sino al 2007 circa 60mila le videoteche sparse sul territorio italiani).
Sempre a Roma poi ne sono nate altre ma dal 2010 al 2015 circa 500 hanno chiuso.

Gianluca (proprietario di TuttoCiak di Parma): "Il guadagno è misero: circa un 1,50€ sulla vendita di un DVD da 10 euro, il 15%. Prima c’era Blockbuster: aveva normative troppo vaghe per immettersi nel mercato e così abbiamo intentato diverse cause contro di loro. Anche io personalmente. Per loro però era facile: non avevano il permesso di rimanere aperti 7 giorni su 7, per esempio. 
La Municipale gli presentava una multa da 60 euro, che su un guadagno di migliaia di euro era un’inezia, loro la pagavano ed erano a posto per qualche altro mese. Oggi la Feltrinelli ha l’esclusiva e riceve alcuni titoli prima di chiunque altro e poi ci sono le edicole: hanno l’Iva ribassata al 4% e ricevono un sacco di prime visioni"
A contribuire alla crisi quindi anche l' Iva al 20%  (mentre come detto quella per gli «abbinamenti editoriali» è al 4%, cioè lo stesso DVD in edicola costerà sempre meno che dentro un negozio).
Nel 2013 invece ha compiuto 30 anni l'Hollywood, videoteca cult di Roma.
Tutto cominciò nel 1983 quando Marco e Barbara, giovani innamorati di cinema, si davano un gran da fare vendendo locandine cinematografiche con un banchetto a piazza Navona, durante le feste natalizie. Girando tra i cinema romani, recuperavano i manifesti destinati al macero.
L'attività si rivelò redditizia ma aprire un negozio non era certo un'impresa da poco, finché un giorno arrivò l'anziano signor Torossi col suo negozietto di giocattoli antichi, prossimo alla chiusura. Rilevarono l'attività pagando la licenza per continuare a vendere manifesti.
Poi venne il tempo delle foto di scena, recuperate aiutando a svuotare vecchie cantine, pubblicando annunci o grazie al semplice passaparola, seguite da magliette e gadget di James Dean o Marylin Monroe. In seguito si diffusero le VHS, agli albori del videonoleggio, il mercato si popolava di voyeur: avanzava l'era del porno, che poi era la stessa delle videocassette taroccate dei cartoon Disney.
Fu allora che Marco decise per il videonoleggio d'autore.
L'Hollywood sopravvive ancora oggi, nonostante la pirateria, Marco dice "a cui va aggiunto un inspiegabile silenzio della SIAE di fronte alla mia richiesta di spostare la nostra attività in rete. Pellicole che valgono oro, introvabili perché non riversate su DVD, potrebbero essere noleggiate assieme al videoregistratore".
A Torino invece, Ettore Sacerdote (proprietario di una videoteca dal 1985) racconta: "Ho venduto perché era un hobby costoso. La crisi, il calo dei consumi ha dato l'ultimo colpo, il resto lo ha fatto già prima la pirateria. Se apri il PC e scarichi gratuitamente, nessuno ti dice nulla, perché mai dovresti noleggiare? È come quando apri il rubinetto in casa: l'acqua scorre"


NUOVE GENERAZIONI, INTERNET E VIDEO ON DEMAND
Le videoteche furono abbandonate in primis dalle nuove generazioni: cioè dai ragazzi dai 13 ai 25 anni, una generazione che viveva (vive oggi) su Internet e che scaricava di tutto, compresi i film di prima visione e quelli del passato. Come dimenticare le qualità "cinemacam" ovvero gente che durante spettacoli semideserti riprendevano il film per poi immetterlo in rete o personaggi interni alle distribuzioni che lo fanno ancora oggi.
Perché? Spesso le major hanno interessi e sono legate direttamente ai gestori telefonici.
Maggiore è la mania di scaricare e maggiore sarà il bisogno di connessioni ultra-veloci.
Quello che i produttori di film si auspicavano era il cosiddetto "metodo Sarkozy".

"Quello che auspichiamo è il cosiddetto metodo Sarkozy o quanto meno un sistema che filtri l’accesso a certi siti e rallenti la procedura. Nel primo caso viene invece bloccato
l’accesso a chi infrange le regole, a chi scarica materiale coperto da diritti d’autore" 

Prima arrivava una mail di avviso, poi una sospensione e ancora dopo il blocco della connessione.
È un metodo «duro» adottato in primis da Inghilterra e Giappone che ridusse di circa il 30% la pirateria on line.
Ovviamente non solo la pirateria ha influito ma anche i film on demand: Netflix, Infinity, etc
Marco Brozzi (titolare, insieme a Mario Trivelloni, di DivaVideo di Parma): "Netflix, gestendo tutto dal Lussemburgo, si evita la spesa non indifferente del 22% di Iva che noi invece paghiamo. Per quanto riguarda il catalogo ha un’enorme scelta per le serie TV e in Italia non abbiamo distribuzione di audiovisivi di questo genere, ma relativamente al cinema la lista non risulta troppo varia. Si rischia di esaurire le possibilità nel giro di un mese di abbonamento"


ADEGUARSI AL MERCATO E COMBATTERE IL DESTINO
A Roma nel 2015 si diffuse il Plurivision System, cioè il poter noleggiare anche i film in vendita, permettendo di abbattere di molto i costi del noleggio.
Competenza e servizi innovativi, quindi, oltre al già citato Plurivision System, servizi e iniziative diffuse da Carpe Diem Home Video (nel quartiere Nuovo Salario di Roma).
Felipe Lopez (collaboratore Carpe Diem Home Video): "Ci sono sempre iniziative intraprese dalla videoteche per aumentare la fidelizzazione del cliente. Ad esempio il servizio dei DVD in vendita ex noleggio va per la maggiore: ci sono tantissimi clienti che prenotano il proprio film, che vedono in esposizione, dopo un po’ di tempo che il film ha il suo ciclo di vita cioè che è noleggiabile passa alla vendita ex noleggio. Ci sono offerte che permettono al cliente di scegliere il titolo che preferisce. Un altro dei servizi che offriamo è quello di riparazione dei DVD, abbiamo un macchinario professionale che permette di rimuovere i graffi dal supporto digitale al costo di quattro euro, e capita spessissimo che oltre a DVD veri e propri questi servizi vengono utilizzati per videogiochi delle consolle"

Invece Alessandro Bernardi, titolare di NonSoloVideo in piazzale Pablo a Parma, ha aperto la sua attività nel 1996, concentrando il 99% dello spazio sui prodotti video e il resto su qualche strumento informatico.

"Circa 10 anni fa ho iniziato a capire dove saremmo finiti, ho sempre avuto una predisposizione informatica, quindi ho iniziato a trattare anche di telefonia e altri strumenti tecnologici. Per quanto riguarda i film, ormai tutto si è ridotto ad un metro quadro, lo terrò finchè funzionerà" (cioè un distributore automatico all'ingresso del negozio)

Mario Trivelloni (DivaVideo, Parma): "I titoli escono prima nelle videoteche che su altre piattaforme, quindi bisogna cercare di specializzarsi, raddoppiare gli sforzi e reperire materiale difficile da trovare nella grande distribuzione. Film d’essai, d’autore, film d’importazione: così otteniamo clienti anche dalla provincia e addirittura da altre città"

Gianluca (titolare di DVD Store, Bari): "Ho aperto nel 2002 e fino al 2005 gli affari andavano bene. Poi ha iniziato a diffondersi la pratica del download ed è andata sempre peggio. Purtroppo su internet hanno cominciato a scaricare film non solo privati cittadini, ma le videoteche stesse. Chi noleggia illegalmente film scaricati da internet o copie masterizzate lo può fare a prezzi inferiori rispetto a chi, come me, acquista solo DVD originali che per noi noleggiatori mediamente costano 60 euro. Punto molto sulla qualità, in particolare blu-ray e 3D che attirano chi è appassionato di cinema e quindi tiene molto a una buona visione. Però molte case di produzione pubblicano film in 3D solo per la vendita"
Mattia (titolare di Video Planet, Bari): "Per sopravvivere faccio un altro lavoro, sono un tecnico informatico. Oggi non si superano mai i 50 noleggi al giorno, si tratta soprattutto di appassionati di cinema che non si rassegnano all’idea di vedere un film su computer o smartphone. Ma questo non basta a rinvigorire un mercato che negli ultimi anni si è sempre più ristretto. Si potrebbe permettere alle videoteche di offrire in prima persona un servizio di streaming, a pagamento e regolamento. In alternativa si potrebbe introdurre in Italia il principio, già sperimentato in America, della contemporaneità. Se un film uscisse nello stesso giorno al cinema, sulle PayTV e in DVD a noleggio, lo spettatore avrebbe più libertà di scelta. E si eviterebbe la ricerca della scappatoia per pagare sempre meno o non pagare affatto la visione di un film. Però per tutto questo occorre innanzitutto un intervento a livello istituzionale"

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