Oscar Wilde diceva che si può prevedere tutto, tranne il futuro.
Il sociologo Roberto Poli non è d'accordo.
Poli nel 2013 ha ottenuto la prima cattedra Unesco sui "Sistemi anticipanti" (The UNESCO Chair in
Anticipatory Systems).
Gli studi sulla “anticipazione” usano informazioni sul futuro per immaginare come potrebbero cambiare le cose in un determinato contesto: informatico, domotica, elettronica, popolazione, etc
Roberto Poli: "L’idea di fondo è studiare come le persone e le comunità “usano” il futuro. Se riusciamo a capire meglio come il futuro influenza direttamente il presente, possiamo calibrare meglio gli interventi che sviluppiamo, ad esempio per aiutare una comunità a fare le proprie
scelte strategiche. Il mio compito di studioso è fornire la base teorica per spiegare come le anticipazioni sul futuro influenzano la realtà presente. La tesi di partenza è che tutti i sistemi biologici, psicologici e sociali sono anticipanti ovvero sono sistemi che decidono e agiscono nel presente sulla base di ciò che prevedono, si attendono, per il futuro.
In questo senso, la teoria dei Sistemi anticipanti si presenta come naturale base unitaria per le scienze biologiche, psicologiche e sociali"
Ma di cosa si tratta esattamente? La cosa più banale è fare un confronto con le previsioni del tempo.
Tuttavia gli algoritmi del meteo non sono "anticipanti": sono ipotesi basate su dati.
La vera anticipazione comincia quando, sulla base del meteo, decido se prendere o meno un ombrello.
Insomma, la futurologia è la scienza delle decisioni che il presente deve prendere per prepararsi al futuro.
Quando la Shell, nei primi anni 70, commissionò a un bizzarro manager del petrolio, Pierre Wack, uno scenario di previsione sui mercati, lui avvertì che non era affatto certo che i paesi arabi avrebbero tagliato la produzione e i prezzi sarebbero impazziti: ma era possibile.
Così, la Shell preparò un piano B: e quando la crisi petrolifera esplose, fu la meglio attrezzata delle "sette sorelle".
Sarebbe stata la scelta giusta anche se la crisi non fosse scoppiata.
Come tante altre cose imprevedibili, per esempio internet, anche la futurologia viene dalla guerra. Così nel 1948 il Pentagono chiese profezie credibili alla Rand Corporation, dove lavorava un uomo, Herman Kahn, che poi fondò il primo think tank futurista, lo Hudson Institute, ma è famoso per essere stato il probabile modello ispiratore del Dottor Stranamore di Kubrick.
"Limiti della crescita", del 1972, è l'atto di nascita della moderna scienza anticipatoria.
Nel suo "An Experiment in Profecy" (1901) H.G. Wells aveva previsto per il 2000 la nascita di un'Europa unita dopo una disastrosa avventura militare tedesca, mica male.
I visionari dell'800, come Verne, tendevano a immaginare il futuro come un presente esagerato.
Nelle cartoline fantasiose di un secolo fa, quando imperversava la moda del ciclismo, i cieli delle città del futuro erano pieni di biciclette volanti. E nel film "Ritorno al futuro 2" di Zemeckis, benché girato nel 1985, il mondo del 2015, non prevede i telefonini.
No, la scienza dell'Anticipazione non fa copioni di film. Costruisce scenari, partendo dai dati.
Roberto Poli: "Se devo prevedere come sarà il mercato dei frigoriferi in Polonia fra 25 anni, devo studiare come ha funzionato nei 25 anni scorsi"
Ovviamente i dati funzionano su previsioni a breve termine, come quelle finanziarie.
Oppure a lunghissimo termine, come le evoluzioni del clima.
Il vero rebus sono le previsioni nell'ordine dei decenni: quelle che servono alle aziende che investono, ai programmatori.
Lì, più che i dati certi, serve una scienza dell'incertezza.
Roberto Poli: "Se ipotizzo per il 2050 un mondo senza più automobili, cosa dovrà essere successo nel 2030 per arrivare a quel punto? E nel 2020?"
Il sito è raggiungibile qui: ProjectAnticipation
Nessun commento:
Posta un commento