InterNIC tra il 1993 e il 1998 fu il più potente gestore di domini su Internet (DNS): si trattava di una gestione monopolistica o quasi. Bisogna però fare un piccolo passo indietro. Inizialmente (anni 90), la registrazione di nuovi domini e la loro manutenzione erano assolutamente gratuiti per il registrante e il gestore del sito. Tuttavia nel 1995, la National Science Foundation autorizzò la Network Solutions (NSI), la società privata che aveva il compito di mantenere e far funzionare i registri, ad obbligare i registranti di domini a pagare una quota annuale. Alcuni percepirono questa mossa come ingiusta, inoltre il mercato in mano alla Network Solutions e alla loro InterNIC, venne "chiuso" ai concorrenti.
ALTERNIC
Eugene Kashpureff e la sua nascente compagnia chiamata AlterNIC (che gestiva domini di primo livello) decisero appunto di creare un registro alternativo sfidando il monopolio della NSI.
La registrazione dei domini avveniva senza seguire le direttive governative perchè a loro dire si battevano contro il monopolio degli indirizzi in Internet, Gli utenti della rete furono felici perchè ciò rendeva la nascente internet più democratica e meno accentrata. Essi fornivano domini: .biz, .alt, .fam, .eur, .free, .sex, .wtv, etc
CRASH E NAVIGAZIONE IMPOSSIBILE
L'11 giugno 1997 alle 23,30 InterNIC subì un pesante attacco hacker, infatti vennero trovati dati corrotti all’interno dei loro database. L'attacco durò 3 giorni, sino al 14 luglio 1997. Poi riprese il 18 luglio. Ciò provocò un improvviso “crash”, rendendo impossibile per giorni la navigazione sui domini ”.com” e ”.net”. Inizialmente fu attribuito ad un hackeraggio come detto, in seguito Network Solution smentì l’accaduto attribuendolo a un semplice problema tecnico che riguardava il consueto controllo che i nameservers della Rete effettuavano su InterNIC per aggiornare i loro database con le registrazioni di nuovi domini Sebbene i file messi a disposizione di InterNIC fossero corretti, molti networks non riuscirono ad aggiornare i loro server.
L'ATTACCO HACKER
Tuttavia Eugene Kashpureff, fondatore di AlterNIC come abbiamo visto, si attribuì la paternità dell’accaduto in un’intervista alla rivista Wired. Kashpureff affermò di aver scoperto un “buco” nel software che traduceva i nomi dei siti nei corrispondenti indirizzi numerici (gli IP).
Inizialmente cambiò l’indirizzo a molti dei siti contenuti nel registro creando un effetto a cascata. Infine nelle 24 ore precedenti l'attacco cambiò l’indirizzo anche al sito della InterNIC: così digitando “http://www.internic.net” si veniva dirottati sul sito “http://www.alternic.net/protest.html”.
Kashpureff dichiarò di non aver modificato gli indirizzi (IP) che sono il vero numero di identificazione dei computer in rete ma di aver "solo" reindirizzato i siti mettendo in cache informazioni false sul name server di InterNIC.
RETE LIBERA O CENTRALIZZATA?
Questo attaccò sollevò molti dubbi su Internet e sui suoi punti deboli. Fu comunque evidente che la rete allora, come oggi, diventava instabile quando assume strutture centralizzate (con un unico grosso gestore di domini in questo caso ma l'esempio è estendibile). Un monopolio che distruggeva il primo principio di Internet: il suo essere fin dalla sua nascita negli anni 70 (ARPANET), fortemente decentralizzata. Una rete, appunto, che permette anche nel caso di un crash su un nodo (o di un attacco Hacker), di aggirare i problemi attraverso altre connessioni o vie.
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