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sabato 26 ottobre 2024

Come Ridurre o Evitare La Tassazione Sulle Criptovalute

In Italia la tassazione sulle cripto-attività è del 26% su plusvalenze superiori ai 2000€ ( Normativa 2023 Sulle Cripto: Anni Passati, Imposte Su Plusvalenze, NFT ), tuttavia per la Legge di Bilancio del 2025 verrà proposto un aumento (folle) dal 26% al 42% (il massimo in Italia è il 43% per il momento). Nel caso venisse approvata, varrà per eventuali plusvalenze a fine 2025. Ricordo che ad oggi, la legge prevede:

1) Dichiarazioni cripto-attività nel quadro RW (monitoraggio fiscale, le sanzioni vanno dal 3 al 15% degli importi non dichiarati)

2) Compilazione quadro RT con tassazione del 26% solo su plus valenze nell'anno fiscale oltre i 2000€ (viene considerato un guadagno concretizzato la vendita di cripto per asset diversi: vendita di Cripto per Euro, vendita di Cripto per stablecoin collateralizzate da dollari reali ovvero Usdc o Pyusd la stable di Paypal, vendita di Cripto in cambio di NFT o di beni/servizi)

Guadagno concretizzato è da intendere anche vendita di Cripto per stable MiCA compliance su exchange (ad oggi Usdc, Eurc, Pyusd), invece Usdt per il momento non è compresa (Tether Foundation è restia ad adattarsi alle normative MiCA in quanto una delle regole prevede il deposito del 60% del loro collaterale nelle banche e ciò, oltre a ridurre i loro profitti in quanto questi dollari vengono messi da Tether a rendita ed utilizzati per titoli di Stato e bond, sposta il rischio dalla loro foundation alle banche: basta vedere il fallimento di banche quali Silicon Valley Bank/Silvergate e il depeg di Usdc). Altra soluzione è PaxGold (che traccia il prezzo dell'oro).


STRATEGIE
Quali strategie si potrebbero adottare per evitare/spostare in futuro (in modo legale) il pagamento delle tasse?

1) La cosa più banale è holdare BTC

2) Vendere per stable "virtuali" non collateralizzate da dollari reali (Dai e Usd.e principalmente)

3) Aumentare il costo di carico rimanendo sotto i 2000€ (se hai margine finanziario per investire ed hai intenzione di farlo, potresti acquistare un ulteriore quantità della stessa criptovaluta quando il prezzo è più alto aumentando il prezzo medio d'acquisto. Se hai acquistato una criptovaluta a 1.000 euro e il suo valore è aumentato a 3.001 euro, realizzando una plusvalenza di 2.001 euro, potresti comprare altro di quella criptovaluta a un prezzo più alto, ad esempio 2.500 euro. Questo aumenterebbe il costo medio di carico, riducendo la plusvalenza netta)

4) Tax Loss Harvesting (questa strategia è usata per ridurre le tasse sulle plusvalenze, compensando i guadagni ottenuti con delle perdite realizzate vendendo delle criptovalute in perdita, ossia a un prezzo inferiore rispetto al costo d'acquisto, per compensare le plusvalenze derivanti dalla vendita di altre criptovalute che hai venduto con un guadagno. Se hai realizzato una plusvalenza di 3.000 euro vendendo una criptovaluta e hai una perdita di 1.400 euro vendendo un’altra criptovaluta, puoi sottrarre la perdita dal guadagno. In questo modo, il guadagno netto sarà di 1.600 euro, sotto la soglia di 2.000 euro per la tassazione. Terminata l'operazione puoi riacquistare, la cripto venduta in perdita. Gli Stati Uniti, impongono una regola chiamata "Wash Sale Rule", che vieta il riacquisto dello stesso asset entro 30 giorni per evitare abusi)

5) Utilizzare una piattaforma di lending centralizzata (Nexo) o non (Aave, MarginFi, Venus, etc) dove BTC ed altre cripto vengono messe a collaterale prendendo sino al 70/80% in prestito del deposito. L'utilizzo di questi asset per comprare o fare altre cose non genera una plusvalenza nel momento in cui avviene la vendita. Tuttavia, in caso di liquidazione (qualora la garanzia diventi sottocollateralizzata) avverrebbe una cessione di questi asset e il guadagno diverrebbe fiscalmente rivelante 

6) Utilizzo di servizi di liquid staking per ovviare alla tassazione da staking (Jito Network, Marinade, Lido, EtherFi, MilkTia, Stride, etc)

7) Vendere al 26% a fine 2024 pagando il 26% e ricomprare subito dopo ad inizio anno 2025

8) Se si vuole essere esposti a BTC rimanendo al 26%, si possono utilizzare prodotti tipo ETC/ETN (simili agli ETF) qualora non venga aumentata la tassazione anche per servizi di investimento tradizionali (chiaramente questi prodotti replicano solo i "prezzi" e BTC perderebbe i suoi fondamentali. In generale, per spiegare le differenze tra questi prodotti: ETF è un paniere di azioni o un indice dove l'emittente detiene anche il sottostante, ETC riguarda principalmente materie prime dove a volte viene detenuto il sottostante fisico e a volte no, infine ETN è un titolo di debito cioè ci si fida di chi li emette ma se questo diventa insolvente investimento è perso)

9) Utilizzo di Trust esteri (servono per proteggere grossi patrimoni, ridurre il carico fiscale e gestire eventuali successioni/eredità. Chiaramente per BTC non è l'ideale perchè si perderebbe il possesso e il senso verrebbe meno ma queste entità proteggono patrimoni da eventuali creditori ed aggressori; sicuramente in ambito Cripto meglio un Trust revocabile in qualsiasi momento) o detenzioni di cripto mediante società/fondazioni

10) Ottenere il Golden Visa in paesi a bassa/nulla tassazione per società (non è una residenza fiscale ma una residenza legale senza vivere effettivamente nel paese dove lo si ottiene. Può essere ottenuto mediante grossi investimenti in titoli, immobili, imprese ed essere utile a fini lavorativi per aprire una società che deve essere comunque residente effettivamente in quel paese, per evitare esterovestizione che è reato. Sempre a fini lavorativi a distanza, da remoto, per nomadi digitali e per chi investe all'estero un ID virtuale utile è la Palau Digital ID che facilita apertura di conti esteri, attività online, di imprese e servizi finanziari a distanza)

11) Trasferimento all'estero (residenza fiscale) in paesi a bassa o nulla imposizione fiscale sul capital gain (di solito dopo 6 mesi di residenza)



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