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mercoledì 4 gennaio 2023

Normativa 2023 Sulle Cripto: Anni Passati, Imposte Su Plusvalenze, NFT

In Italia, secondo ChainAnalysis, ci sarebbero 90 miliardi di euro in asset digitali al 31 dicembre 2021. L'idea del governo Meloni è quella di fare cassa provando a regolarizzare un settore che aveva vissuto sempre nell'ombra, senza regole. Da questa nuova normativa secondo delle stime potrebbero entrare 3 miliardi di euro tra sanatoria, plus valenze e mancate dichiarazioni
Dal 1° gennaio 2023 infatti è entrata in vigore la nuova normativa inerente le criptovalute, inizialmente presentata come bozza a novembre. Prima di questa data, l’unico riferimento era rappresentato dagli interpelli dell’Agenzia delle Entrate, che classificava le cripto simili a valute estere, a parte l'IVAFE.
La normativa entrata in vigore nel 2023 (e valevole per la dichiarazione del 2024) definisce le criptovalute come "asset digitali", e verranno tassate in caso di vendita in fiat (anche rimanendo gli euro sugli exchange), prelievo in fiat sul proprio conto e di trasferimento a terzi (donazioni e scambio con beni e servizi, comprendendo ovviamente anche le varie carte cashback di Binance e Crypto.com. Il cahsback andrà sommato a tutti gli altri possedimenti in cripto). Le plusvalenze (capital gain), invece, avranno una tassazione al 26%, ma solo al superamento di 2.000 euro annui totali (quindi ad esempio con 5 prelievi da 500 euro verrebbero tassate in quanto sono 2.500 euro di cash out). Non parrebbero tassati gli scambi cripto/cripto, poco chiara la legge su cripto/stable. Tassati invece scambi cripto/NFT e in generale cripto/beni (in quanto non sono tassati gli scambi solo tra categorie omogenee, ovvero BTC/ETH).
Viene anche introdotta una "sanatoria", la quale, attraverso il pagamento di un’imposta del 3,5%, permette di mettere in regola chiunque avesse effettuato un cash out precedentemente al 1° gennaio 2021, dando la possibilità di affrancare il valore al 1° gennaio 2023 pagando il 4,67% all’anno per 3 anni. Rimane abbastanza misteriosa questa sanatoria in quanto prima di questa legge, non esisteva alcuna normativa (seppur gli ormai vecchi interpelli dell'Agenzia dell'Entrate pretendevano la compilazione del quadro RT e RW inerente monitoraggio e il pagamento del 26% qualora si fosse superata la soglia di 51.000 euro per 7 giorni consecutivi, facendo cash out. Duole ricordare che l'Agenzia dell'Entrate non ha potere di diramare leggi).
Il riferimento ad "Asset digitali" dovrebbe comprendere anche NFT, considerando periodi di acquisto e vendita, rimane invece un mistero l'eventuale monitoraggio (non essendo possibile indicare un prezzo di riferimento ad una certa data, se si sta holdando quel NFT).
Il monitoraggio (RW) va fatto, a parte sugli exchange italiani qualora facessero da sostituto d'imposta.


PLUSVALENZE E MINUSVALENZE
Le plusvalenze soggette a tassazione sono calcolate come differenza tra il corrispettivo percepito e il costo (valore di acquisto), mentre le eventuali minusvalenze di importo superiore ai 2.000 euro possono essere portate in deduzione integrale dalle plusvalenze degli anni successivi, sino al quarto. Se non si riesce a dimostrare con bonifici il costo di acquisto, i possedimenti verranno considerati tutti plusvalenza.
Vengono quindi riportate anche le eventuali minusvalenze sino ad un massimo di 4 anni. Ovvero se faccio una minusvalenza superiore a 2000 euro, l'anno successivo andrà sottratta all'eventuale plusvalenza (se faccio una minus di 3000 e l'anno successivo una plusvalenza di 5000, pagherò le tasse del 26% sui 2000 euro e non su 5000)


EXCHANGE FELLITI O SCAM
Eventuali cripto perse non vanno dichiarate nel quadro RW e farebbero da minusvalenza, qualora si riesca a dimostrare la loro perdita.


DONAZIONE
Per quanto riguarda la donazione di un asset crypto, invece, fa fede il costo di acquisto del donante. In questo senso, verranno considerate plusvalenze quelle relative a casi di trasferimento a soggetti diversi dagli intestatari.


BOLLO
Viene aggiunta l’imposta di bollo del 2×1000 sul valore delle cripto-attività, da pagare nel giugno 2024. Non viene specificato quali sono i valori di riferimento (momento della giornata, su quale exchange, etc) ma è applicato sulla giacenza.


RIVALUTAZIONE CRIPTO ATTIVITA'
E' anche prevista dalla legge la rivalutazione del valore delle cripto-attività detenute al 1 gennaio 2023. Al posto del costo di acquisto originario è possibile assumere il valore a tale data attraverso il pagamento di un’imposta sostitutiva sui redditi del 14%, rateizzabile in 3 rate annuali, con prima rata da versare entro il 30 giugno 2023. È concessa quindi la scelta di rideterminare il costo di carico attraverso il pagamento dell’imposta, il che potrebbe essere conveniente in caso di presenza di pochi bonifici di investimento effettuati o nella mancanza degli stessi. Cioè viene assunto una tassazione del 14% su tutto il quantitativo all'1 gennaio 2023 (e non sulle plusvalenze/minusvalenze) tramite F24.


MANCATA DICHIARAZIONE PASSATA
Per chi non ha fatto il monitoraggio delle cripto detenute alla data del 31 dicembre 2021 (e in assenza di cash out), sarà possibile regolarizzare la posizione versando una sanzione (condono) per omessa dichiarazione nella misura dello 0,5% per ciascun anno sul valore delle attività non dichiarate (dal 2018 sino al 2021), prendendo come riferimento il valore di fine anno, per ogni anno. In caso di cash out da dichiarare, invece, sarà concessa un’imposta sostitutiva del 3,5% per ogni anno non dichiarato (non sul plusvalenza ma sulla somma totale in possesso!). Anche in questo caso, le sanzioni verrebbero applicate, pur non essendoci mai stata una legge prima del 2023.


RIEPILOGO
Chi non ha mai dichiarato andrà a pagare lo 0,5% sul valore delle cripto possedute al 1° gennaio degli anni in questione. Nel caso di cash out precedenti al 1° gennaio 2021 non dichiarati, l’imposta sostitutiva sarà del 3,5% su questi ultimi. Tutti quelli che registrano valori di carico inferiori rispetto al valore attuale potranno rivalutare il capitale al 1° gennaio 2023, versando all'Agenzia delle Entrate il 14% sul valore del capitale in 3 anni. Infine, le plusvalenze fatte dal 1° gennaio 2022 sono tassate al 26%.

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