Tornare indietro nel tempo o conoscere il futuro è una sfida che affascina l’uomo da secoli.
L’origine del concetto di viaggio nel tempo è difficile da inquadrare in un contesto storico preciso.
Ma questo fenomeno è sempre rimasto, soprattutto per la direzione che va dal presente al futuro, relegato in una posizione meta-scientifica, sospeso tra scienza e immaginazione.
A fine anni 90 comparve su Internet John Titor un presunto viaggiatore nel tempo ma tra conferme e smentite nessuno ha mai risolto il mistero.
Nel 2009 Stephen Hawking per verificarne l'esistenza organizzò una festa diffondendo gli inviti solo al termine della stessa.
Il party andò deserto.
Rispetto a questo scenario, le cose sono leggermente cambiate visto l'esistenza di uno studio che rivela che su internet potrebbero essere presenti le tracce di prove scientifiche di viaggi nel tempo già realizzati.
O almeno questo si è cercato di dimostrare.
Alcuni dati presenti nelle ricerche online, infatti, contengono riferimenti ad eventi che, all’epoca della ricerca, non potevano essere noti ai contemporanei ma solo a chi, appunto, aveva sbirciato nel futuro. La ricerca si deve a Robert Nemiroff e Teresa Wilson dell’Università del Michigan (USA).
"Abbiamo avuto una discussione con gli studenti riguardo questo tema e la conclusione è stata che dovevamo fare un lavoro divertente, ma serio, per vedere attraverso internet se ci sono viaggiatori in visita dal futuro" ha osservato il professore.
Sconsolato dice di non aver scoperto tracce di pneumatici della DeLorean (la famosa macchina del tempo dei celebri episodi della saga cinematografica "Ritorno Al Futuro"), ma i risultati sono stati comunque interessanti, per quanto scarsi.
L’osservazione di ricerche è stata fatta sui social network (in particolare su Facebook, Google Plus e soprattutto Twitter) e motori di ricerca e si è concentrata nel periodo compreso tra gennaio 2006 e settembre del 2013.
PAROLE CHIAVE DELLA RICERCA
Se fra un centinaio di anni gli scienziati inventassero una macchina del tempo e tornassero indietro fino ai giorni nostri, il modo migliore per trovarli, secondo i ragazzi della Michigan Technological University, sarebbe Google, perché sicuramente lascerebbero delle tracce sul web.
Per fare questo, hanno quindi sviluppato una strategia di ricerca sulla base di ciò che hanno chiamato la “conoscenza profetica“, cioè trovare sulla Rete un riferimento a un avvenimento precedente al momento in cui l’informazione ha raggiunto la popolazione.
La ricerca dell'Università del Michigan si è focalizzata su alcuni termini considerati di cruciale importanza nell'ottica dello studio.
Non tutti gli argomenti o le parole possono essere utili allo scopo.
Per indizi e tracce di viaggi nel tempo, si è scelto come argomenti la cometa ISON (prima della sua scoperta nel settembre 2012) e “Papa Francesco” prima della sua elezioni a marzo 2013.
In questi casi la possibilità di confusione con altre comete o persone con lo stesso nome è azzerata: nella storia ecclesiastica non ci sono altri pontefici con questo nome.
Gli "indizi" più attendibili in teoria sarebbero dovuti provenire da Twitter.
Il maggior vantaggio di questo canale è che i tweet sono limitati in lunghezza (massimo 140 caratteri) quindi ogni ricerca è veloce e diretta.
A differenza di Facebook, inoltre, questo Social Network non permette agli utenti di collocare indietro nel tempo i post.
Dal gennaio del 2006 al settembre del 2013, hanno speso parte della loro giornata nel cercare in Rete le parole chiave: "Papa Francesco" e "Cometa ISON", o "#popefrancis" e "#cometison" nel caso di Twitter.
Né Google Plus né Facebook si sono rivelati utili per le loro analisi.
La rete di Big G non sempre ordina temporalmente le ricerche e preferisce quelle ad alto volume di traffico.
Su Facebook peggio ancora perchè è possibile modificare un post.
Meglio invece su Twitter.
Nel caso della cometa ISON non sono state trovate indicazioni risalenti a prima che il meteorite fosse scoperto nel settembre 2012.
Per quanto riguarda invece il Pontefice, come ha spiegato il gruppo di lavoro sul loro sito web, è stata trovata una voce su un blog che fa riferimento alla scelta di Francesco come nuovo Papa prima della data delle elezioni, ma, a loro avviso, si trattava più di una fatalità che di una reale conoscenza del futuro.
"I risultati negativi non smentiscono la possibilità di viaggi nel passato ma, data la grande portata di Internet, questa è forse la più completa ricerca condotta fino a oggi".
"Forse i social network non esisteranno nel futuro, perciò chi viaggia nel tempo non sa come twittare" osserva Brian Greene, fisico teorico alla Columbia University.
A nulla servì pure il lancio dell'hashtag "#ICanChangeThePast", l'ipotetico viaggiatore nel tempo avrebbe dovuto modificarlo in una data prestabilita.
L’obiettivo dichiarato dello studio era quello di provare che alcune informazioni hanno viaggiato dal futuro al presente ed è verosimile dedurre che a veicolarle fossero delle persone.
Come queste ultime si siano spostate in un’era futura per poi fare ritorno non è dato sapere.
COSA VUOL DIRE VIAGGIARE NEL TEMPO? IL TEOREMA DI NEMIROFF
Se si vuole tornare indietro nel tempo è necessario andare più veloci della luce (300mila km/s) e questo, oltre che tecnicamente vietato dalla teoria della relatività di Albert Einstein, può generare paradossi, come i gemelli fantasmi che si annientano.
Il "Teorema Nemiroff" pone diverse incognite per un ipotetico viaggio temporale, a cominciare dalla possibilità che un essere umano possa finire per sdoppiarsi, creando così una versione duplicata tra passato (o futuro) e il presente.
Inoltre di cosa sarebbero fatti i doppi? E quale sarebbe quello vero?
Il fisico ammette di non avere le risposte, e comunque si tratta di ipotesi irrealizzabili nella realtà.
Le conseguenze ipotizzate non sarebbero piacevoli e finirebbero per creare un paradosso temporale. Una teoria, quella del professor Robert Nemiroff, senza dubbio non convenzionale e carica di suggestioni.
In particolare afferma che una ipotetica navicella spaziale in grado di viaggiare alla velocità della luce, potrebbe di conseguenza spostarsi anche nel tempo.
Lo afferma Robert Nemiroff, fisico del Technological University di Houghton (Michigan, Usa).
Lo scienziato ha effettuato un caso studio immaginando il percorso “a ciclo chiuso” di una navicella spaziale dotata di velocità superiore a quella della luce.
Nel caso che lui definisce “semplice” il veicolo va avanti e indietro con questa velocità, in quello più complesso la stessa navicella arriva prima in un traguardo intermedio a velocità inferiore a quella della luce.
In quest’ultima situazione si potrebbe verificare un viaggio a ritroso nel tempo.
Secondo Nemiroff cioè è dovuto alla rottura dell’invarianza di Lorentz, cioè un sistema che si comporta in questo modo è come se non fosse più soggetto a questa limitazione, potendo quindi anche tornare indietro nel tempo.
E questa, secondo l’ipotesi del fisico, non sarebbe l’unica conseguenza.
“Questo passaggio intermedio si è dimostrato essere stranamente legato all'improvvisa creazione di una coppia di veicoli spaziali, una delle quali rimane e l’altro che si annienta con la navicella originale”.
Ma è possibile superare la velocità della luce?
La relatività impone che qualsiasi cosa con massa diventi più pesante, in quanto questa avrebbe necessità di comprimersi sempre più velocemente, in modo da raggiungere e superare la velocità della luce, ma per farlo dovrebbe avere energia infinita.
Il problema non sono i viaggi nel futuro, dunque, perché i fisici possono inviare le particelle subatomiche chiamate muoni nel futuro appunto, ma indietro nel tempo nasce il conflitto con la causalità.
Il tempo ha una freccia rivolta in avanti.
Senza questa garanzia, possono verificarsi ogni genere di situazioni assurde.
David Deutsch, invece asserisce che si può viaggiare a partire da un dato istante in un dato mondo per arrivare ad un altro istante in un altro mondo, tuttavia nessuno può ritornare indietro nel passato fino ad un tempo arbitrariamente precedente dello stesso mondo.
In altre parole, non abbiamo viaggiatori dal futuro perché si può navigare nel passato solo fino all’istante in cui si è attivata la macchina del tempo, fatto non ancora avvenuto come gli autori stessi scrivono”.
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