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sabato 30 gennaio 2016

Nicola Grauso e Video On Line: Il Primo Internet Provider Italiano (1994-1996)

Nicola Grauso, ex editore de L'Unione Sarda, fu tra i pionieri della rete Internet.
Infatti il 31 Luglio 1994 ebbe l'idea di mettere online il suo quotidiano, primo giornale in Europa a sbarcare sul Web, da quella intuizione nacque Video On Line, uno dei primi Internet Service Provider d'Italia (in Inghilterra nel 1992 era stato lanciato Demon Internet).

"Le potenzialità di Internet a molti erano chiare da subito. Ricorderò sempre la chiacchierata fatta con il presidente di una importante casa discografica in cui parlammo dello sviluppo della Rete, della scomparsa dei supporti CD e teorizzammo di Google, Facebook, eBay e di tutto quello che quella nuova tecnologia avrebbe portato. Come ricorderò sempre le 50 persone di diverse età portate a guardare il sito web del giornale. Mentre i ventenni si annoiavano, c'erano anziani, ottantenni che avevano reazioni ataviche tra eccitazione, curiosità e paura. Proprio vedendo quelle reazioni ebbi la conferma che si trattava di una cosa rivoluzionaria"

Come detto Grauso già nel 1994 aveva compreso le potenzialità della Rete, della circolazione delle informazioni a livello globale mettendo online il suo quotidiano (L'Unione Sarda).
L’unico quotidiano americano che riuscì a “sfondare” con successo sulla strada degli abbonamenti fu il Wall Street Journal, presente sul Web dal 29 aprile 1996. Il più autorevole giornale americano, il New York Times, fece il suo esordio sul Web il 19 gennaio 1996, con una formula mista: l’accesso alla prima pagina del giornale era libero ma, per poter visualizzare gli articoli contenuti nelle pagine interne, l’utente necessitava di una registrazione gratuita sul sito. Il New York Times era dotato anche di un archivio on-line consultabile a pagamento, al costo di 2.5 dollari per ogni singolo articolo.
Per quanto concerne la pubblicità, il primo banner apparve nel 1994 su HotWired, edizione on-line della rivista di tecnologia e cultura digitale Wired.


VIDEO ON LINE: LA RIVOLUZIONE
Come detto l'editore sardo creò, il 3 dicembre 1994, Video On Line, il principale internet service provider italiano. Vennero investiti 30 milioni di dollari.
Video On Line dimostrò che nel mondo del Web non era importante l’ubicazione e la dislocazione fisica (la Sardegna ovviamente è un'isola staccata dal resto dell'Italia): verrà tra l'altro tradotto in 26 lingue. Il team era composto da italiani ma anche da inglesi, olandesi, cinesi.
Una tappa storica fu l’accordo siglato nel 1995 tra Video On Line e Sprint, “trasportatore” americano in cui venne convogliato tutto il traffico telematico.
A metà di quell’anno, il primo fornitore italiano di servizi Internet raccolse circa 30 mila adesioni, con una media di 400 mila accessi al giorno. Il progetto fu innovativo e venne apprezzato più o meno da tutti, anche a livello europeo. La mancanza dell'utilizzo del prefisso(in realtà si trattava di una chiamata urbana), la velocità e la facilità d'uso (bastava avere un modem, PC e telefono) facevano il resto. Video On Line era un nuovo servizio telematico, destinato alle famiglie e alle aziende, per informarsi e comunicare. Un sistema che permetteva di fare tutto tramite computer: dalla lettura dei giornali e libri alla rassegna stampa, dalla consultazione della Borsa valori a quella di banche dati.
Per collegarsi era sufficiente possedere un PC, un modem e una linea telefonica.
Video On Line garantiva una connessione da più città in Italia, con il costo di una semplice telefonata urbana e senza dover comporre un prefisso telefonico. Questo è stato uno dei fattori di progresso rispetto ai fornitori di accesso a Internet concorrenti. Dal punto di vista grafico, Video On Line si configurava come un portale generalista accompagnato da un logo raffigurante un uccello stilizzato.
Una volta attivato il collegamento, sul video del PC compariva un’immagine con una serie di icone che rappresentavano le porte di accesso ai vari servizi inizialmente previsti: Internet, edicola ipertestuale, posta elettronica, spesa via video. Essendo interattivo era inoltre possibile ottenere informazioni su musei, spettacoli, teatri, concerti, negozi, orari e prezzi di biglietti di treni.
Il costo dei modem in quegli anni oscillava fra le 100 e le 250 mila lire. I punti di accesso in Italia erano 28. Tra i servizi introdotti da Video On Line non si può non ricordare il browser Web Tiber, la VOLmail prima Webmail commerciale (al di fuori del circuito delle università) disponibile sul Web, il motore di ricerca VOLume, Rete!: il più completo sito sul Calcio e VOLftp (servizio FTP).
L’accesso fu completamente gratuito per i giovani fino ai 18 anni, con l’esclusivo pagamento per accedere ai servizi ausiliari. L’unica spesa certa era quella del collegamento telefonico, equivalente a una telefonata urbana. In sostanza, Video On Line era una rete telematica che si irradiava in tutta Europa: partiva da Cagliari, attraversava l’Oceano e arrivava a Washington, mettendo così in comunicazione i due continenti. Lungo queste migliaia di chilometri transitavano dati, immagini e suoni. Vennero istituiti anche abbonamenti gratuiti per le scuole.
L’accesso a Internet consentì il dialogo tra le scuole e permise agli insegnanti di attingere da quel bagaglio di archivi e conoscenze che costituivano la dote maggiore del Web.
All’inizio del mese di dicembre 1995 si concretizzò il progetto di diffondere Internet fra tutti coloro che non avevano a disposizione le tecnologie e i mezzi necessari per poter navigare in rete.
Grauso fece aprire uno spazio denominato Volpoint, in piazza Costituzione a Cagliari: una postazione in cui vennero messi a disposizione del pubblico diversi computer collegati a Internet per chiunque avesse avuto la necessità di navigare o avesse voluto scoprire la nuova realtà della Rete.
L’obiettivo di questo spazio ad hoc fu agevolare l’approccio dell’utenza con la realtà multimediale per far sì che nello studio, nel lavoro e nella vita privata, tutti potessero trarre vantaggio dai servizi e dalle informazioni fornite da Video On Line. Nel primo mese promozionale l’accesso fu libero.
L’unico vincolo era la compilazione di una scheda con le proprie generalità.
Tra aprile e giugno 1995, Video On Line venne presentato anche in importanti capitali europee come Londra o città americane del calibro di New York.
All'epoca quasi il 30% degli utenti italiani si connetteva utilizzando il provider sardo ma nel 1996 a causa di problemi finanziari Video On Line fu ceduta a Telecom Italia e da qui nacque Tin.it.
Infatti l’utente dei servizi Video On Line, munito di un personal computer e di un modem, attraverso un numero verde, si connetteva dal distretto telefonico più vicino a uno dei nodi del provider.
Il numero verde implicava che il costo dell’intera operazione risultasse a carico di Video On Line che, a sua volta, doveva pagare alla Telecom tariffe determinate in assenza di adeguate regolamentazioni da parte dell’Autorità. La Telecom, all’epoca, deteneva infatti il monopolio delle telecomunicazioni in Italia. In pochissimi mesi, dunque, Video On Line accumulò debiti nei confronti di Telecom Italia per circa 20 miliardi di bollette da pagare. In sostanza, sulle nuove tecnologie Grauso fece investimenti importanti. Se è vero che parliamo di un servizio molto innovativo per l'epoca è altrettanto vero che a livello economico, Grauso non ci guadagnò molto (anche i tour europei e mondiali per pubblicizzare il prodotto influenzarono la "crisi").

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