Qualcosa, però, non sembra aver funzionato nel sistema di comunicazione e molti utenti si sono prima visti rinnovare a vita l’abbonamento a WhatsApp, per poi vedere un passo indietro e una data di scadenza in alcuni casi di qualche mese.
Il servizio quindi è diventato gratis a vita come annunciato nei giorni scorsi oppure il pagamento è solamente posticipato come annuncia un altro messaggio pochi istanti dopo?
E perché questi tipi di messaggio arrivano solo ad alcuni utenti e non ad altri?
Sul sito di WhatsApp si legge:
“nel corso delle prossime settimane rimuoveremo le tasse dalle diverse versioni della nostra app e non avrete più addebiti per il nostro servizio”.
Dunque la versione ufficiale è questa, abbastanza sinistro però il secondo messaggio che alcuni utenti hanno ricevuto: “siamo spiacenti, abbiamo modificato il tuo account, il tuo servizio scadrà il xx/xx/xxxx”.
In molti, almeno a giudicare dai post su Facebook e su Twitter, si chiedono inoltre come mai non abbiano ricevuto ancora nulla, o addirittura come mai, per loro, Whatsapp non sia mai stato a pagamento(Whatsapp non ha mai fatto pagare alcunché ai suoi primi iscritti, ovvero a coloro che si sono iscritti prima del 2013).
Quanto accaduto nelle ultime ore fa nascere comunque un interrogativo: chi fino a ieri ha effettuato il pagamento di un abbonamento annuale o peggio pluriennale, ignaro di quanto stava per accadere, sarà rimborsato? Per il momento sembrerebbe di no.
WhatsApp gratis a vita non dovrebbe comportare l’introduzione di pubblicità.
Semmai, l'app effettuerà una serie di partnership con grandi aziende per fornire i suoi servizi di comunicazione e da qui nasceranno i nuovi introiti.
Ok, 89 centesimi all'anno per il singolo utente non sono niente però per WhatsApp, avendo quasi superato il miliardo di utenze, si.
Infatti creare e mantenere una piattaforma di messaggistica di queste dimensioni ha dei costi per nulla trascurabili, si pensi ad esempio a tutta la gestione dell’infrastruttura informatica, sicurezza compresa.
Ok WhatsApp ha ricevuto 2 anni fa circa 20 miliardi di dollari (per via della partnership con Facebook), ma ci sono comunque sviluppatori e gestori del software da pagare.
Forse la già risicata privacy verrà ancor meno.
Inoltre il modello di WhatsApp, che poi è quello di Facebook e Google, rischia in questo senso di impoverire la qualità dei contenuti presenti sui vari Apple Store e Google Play Store.
Presumibilmente gli iscritti aumenteranno ulteriormente ed è altrettanto evidente che per una WhatsApp che può rinunciare agli spiccioli degli utenti monetizzando tramite i nostri profili, ci sono almeno migliaia di applicazioni che non hanno alternativa: o i soldi o la morte.
Del resto, ora che WhatsApp è gratuito, chi è il pazzo che sceglierà app meno "note" (in quanto gratuite) o addirittura a pagamento?
Forse il futuro è appunto puntare sulla privacy come stanno facendo Telegram e Signal Private Messenger.
Territorio che, per forza di cose, WhatsApp non potrà mai percorrere.
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