Nashshon Even-Chaim (detto anche Phoenix), Richard Jones (Electron) e David John Woodcock (Nom) furono tre temibili Hacker australiani facenti parte del gruppo Underground "The Realm" con sede a Melbourne.
Operarono tra fine anni 80 ed inizio anni 90.
Violarono i sistemi informatici americani della difesa, della NASA e quelli di ricerca inerenti armi nucleari.
Penetrarono illegalmente anche nei computer dell'Australia Commonwealth Scientific And Organization ottenendo l'accesso ad una mailing list, chiamata "Zardoz List", che presumibilmente diede loro informazioni su falle di sicurezza informatica.
Violarono anche sistemi telefoni in Australia (X.25).
Jones, nato nel giugno del 1969, fu arrestato il 2 aprile 1990 grazie a raid simultanei dalla polizia federale australiana di Melbourne che portò all'arresto anche di Phoenix e Nom.
LA NUOVA LEGGE INERENTE LE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE ED INFORMATICHE
Questo fu il primo caso che vide coinvolti pirati informatici in Australia.
Fu anche la prima volta in cui la polizia riuscì a formulare prove e condanne tramite intercettazioni a distanza di un computer e di una linea telefonica.
In particolare nel 1988 gli agenti di polizia federale australiana scoprirono l' identità di Chaim utilizzando una combinazione di lavoro sotto copertura, intercettazioni ed altri informatori (probabilmente la FBI Americana).
Aiutati da una nuova legge inerente reati informatici che entrò in vigore nel giugno 1988, l'AFP ottenne un mandato nel gennaio 1990 per intercettare non solo le conversazioni telefoniche di Even-Chaim, ma anche i dati trasmessi attraverso il suo modem.
Le intercettazioni iniziarono il 26 gennaio 1990.
Già sei settimane prima del raid, membri della sezione reati informatici AFP di Canberra (650 km da Melbourne) tenevano sotto controllo le attività telefoniche di Chaim (Phoenix).
Le sue conversazioni con Electron e Nom, fornirono le prove nei confronti del trio, che si vantava delle loro imprese sottolineando che avrebbero potuto violare qualsiasi sistema informatico al mondo.
IL RAID SIMULTANEO E GLI ARRESTI
Nelle prime ore del 2 aprile 1990, la casa di Even-Chaim a Caulfield North, periferia di Melbourne, venne perquisita dalla polizia federale australiana e lui arrestato.
Allo stesso tempo, l'AFP fece irruzione nelle case dei colleghi Jones e Woodcock.
Jones (Electron) fu dichiarato colpevole di 14 reati e nel giugno 1993 venne condannato a sei mesi di carcere e 300 ore di servizio sociale.
Anche Chaim (Phoenix) fu dichiarato colpevole di ben 48 capi d'accusa, avendo violato: il Commonwealth Scientific e Industrial Research Organisation di Melbourne (dove ottenne come detto l'accesso non autorizzato alle Zardoz List, un bollettino che conteneva le falle di sicurezza di sistemi operativi Unix), dell'University Of Berkeley (inserimento di dati), della NASA (accesso ai dati, inserimento di dati, alterazione di dati, ostacolando anche l'uso dei loro computer), della società software texana Execucom (alterazione e cancellazione di dati), del Lawrence Livermore National Laboratory (alterazione di dati), dell'University Of Wisconsin (inserimento dato) e di un'Università dell'Indiana.
Il 6 ottobre 1993 Even-Chaim, che nel frattempo aveva negoziato un accordo in cui si sarebbe dichiarato colpevole se il numero di accuse fosse stato ridotto a 15, venne condannato a 500 ore di servizio alla comunità ed ad 1 anno di carcere.
Fu così che la temibile banda "The Realm" fu sgominata.
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