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martedì 12 aprile 2016

Adrian Lamo e Gli Attacchi A WorldCom, NY Times e I Contatti Con Bradley Manning

Adrian Lamo, nato nel 1981 a Boston, è uno degli Hacker ad essersi messo maggiormente in evidenza alle soglie del nuovo millennio. Quando aveva 17 anni ed i suoi genitori hanno lasciato San Francisco per Sacramento, Adrian ha iniziato a vagabondare in pullman tra Frisco e Washington, con uno zaino come unico bagaglio. Adrian non aveva la patente, perché «con la Greyhound senti di far parte dell’America...E poi è l’ultimo modo di viaggiare che non richiede nessun tipo di identificazione».
La notte dormiva spesso sul divano di qualche amico: «Le sere in cui sono solo in città e non ho nessun posto dove infilarmi, passo tutta la notte da Kinko’s. Kinko’s è una specie di catena di copisterie aperte 24 ore al giorno e dotate di connessioni ad Internet: loro non ti cacciano mai via».
Non avendo una casa e vivendo come un vagabondo, non ebbe mai timore di finire in carcere: per questo, forse, riuscì in azioni che hanno dell'incredibile. Il metodo di Adrian Lamo era abbastanza semplice: tramite un programma chiamato "Proxy Hunter", trovava i server proxy mal configurati che permettono ad un qualunque utente di entrare nella rete Intranet di un’azienda.


EXCITE@HOME, YAHOO, WORLDCOM
Nel gennaio del 2001, trovò bug nel network aziendale di Excite@Home. A settembre, entrò nella sezione news di Yahoo! e modificò una notizia del 23 agosto riguardante il programmatore russo Dmitry Sklyarov, sotto processo per aver annientato le protezioni degli e-book Adobe; la notizia modificata lasciava intuire che Sklyarov rischiava la pena di morte. A dicembre, infine, scoprì nella Rete di WorldCom una falla che, se sfruttata, avrebbe potuto mettere in pericolo i network delle più grandi aziende statunitensi, tra le quali AOL Time Warner, la Bank Of America, McDonald's, Citygroup e Sun Microsystems.

"Per quelli di WorldCom, Intranet non è altro che una cosa fastidiosa che appare sui loro browser. Per me, invece, è un campo di gioco che sta lentamente ed inesorabilmente franando sotto la loro infrastruttura di sicurezza"

Una volta che ha trovato una falla, Adrian aiutava sempre i sistemisti dell’azienda in questione a ripararla. L’unico filo conduttore in tutte le azioni di Adrian Lamo era la curiosità:

"Provo a vedere quello che mi circonda da tutte le prospettive che in genere non vengono prese in considerazione dagli altri. Se non avessi un computer, esplorerei i canali di scolo dell’acqua piovana, o le grotte delle montagne. E accidenti se non lo faccio quando non ho un accesso ad Internet"


NBC
Nel 2002 continuò a penetrare nei server delle più grandi aziende di Internet, smascherandone le falle di sicurezza. Ad agosto del 2002, per dimostrare il proprio talento, l'Hacker fu invitato al TG dell'emittente televisiva americana NBC. La TV gli aveva lanciato una sfida: prova ad entrare nel nostro sistema informatico. Pensava di riuscire a metterlo in difficoltà. In meno di tre minuti il giovane era nel server.


NEW YORK TIMES
Nel 2003 hackerò anche il New York Times, sfruttando una falla del server proxy, riuscendo ad entrare nella rete Intranet del quotidiano e scorazzando indisturbato nei loro database. Probabilmente nessuno si sarebbe accorto dell’intrusione, né del fatto che, ai 3 mila opinionisti elencati nel database, se ne era aggiunto uno mai sentito: Adrian Lamo, nato nel 1981, esperto in hacking informatico, sicurezza nazionale ed intelligence delle comunicazioni. Nessuno se ne sarebbe accorto, se Adrian Lamo non avesse contattato il sito SecurityFocus.com riferendo tutti i particolari del suo viaggio di due minuti nei server del quotidiano più venduto della città più grande del mondo. Lo scherzo gli costò sei mesi di arresti domiciliati, due anni di libertà condizionata e 65 mila dollari di multa.


ADRIAN LAMO, BRADLEY MANNING E WIKILEAKS
Nel maggio 2010, Lamo venne contattato via mail da un'analista informatico dell’esercito USA, chiamato Bradley Manning. I due cominciarono a chattare frequentemente, diventando amici.
Finché un giorno, durante una missione in Iraq, Manning chiese a Lamo cosa avrebbe fatto se avesse avuto accesso ad alcune reti privilegiate per «14 ore al giorno, sette giorni alla settimana per otto mesi all’anno». Fu allora che il soldato confessò che aveva scaricato dei files delle reti segrete del Pentagono, copiati in CD vergini, mentre fingeva di ascoltare la musica di Lady Gaga, e di aver dato tutto il materiale a Julian Assange, fondatore di Wikileaks. 
Per approfondire: La Storia Di Wikileaks e Di Julian Assange
Materiale top secret che l'associazione di Assange, prontamente, divulgò ai quattro venti, causando all'amministrazione di Barack Obama grane a non finire. I documenti e le rivelazioni erano talmente delicate che persino Lamo ebbe degli scrupoli. E finì con il decidere di informare dell'accaduto il dipartimento di contro-intelligence dell’esercito statunitense. Lamo si presentò in tribunale il 4 giugno 2013, tre anni dopo aver rivelato al mondo il nome della (ex) talpa più  famosa al mondo.
In tribunale, tuttavia, Lamo cercò di scagionare Manning.
Secondo le trascrizioni fornite dallo stenografo della Freedom Press Foundation, presente in aula (i verbali del processo non sono pubblici), l'Hacker ha raccontato che il soldato passò i file riservati ad Assange per senso di responsabilità nei confronti del mondo.
Stando alla testimonianza, Manning sentiva che «tutti gli esseri umani sono collegati, che siamo tutti una famiglia». All'epoca, Manning, omosessuale con problemi di accettazione, aveva frequentemente pensieri suicidi. E aveva cercato Lamo proprio perché l'Hacker era impegnato a favore dei diritti di Gay e Lesbiche. All'epoca dei loro scambi, il soldato si spinse a dire a Lamo che coltivava il sogno di buttarsi in politica, un giorno, perché «l'umanità avrebbe potuto ottenere molto se le persone si fossero messe a cooperare». Ma il sogno si spense prematuramente il giorno stesso della confessione di Lamo, con il suo arresto. E una condanna esemplare (35 anni di carcere). Subito dopo la condanna, Manning dichiarò di non essersi mai riconosciuto nel suo sesso biologico ed aveva chiesto di essere chiamato Chelsea Elizabeth e di essere trattato come una donna. Per alcuni, durante la detenzione in completo isolamento nel carcere di Quantico, lo “strano” soldato Manning era stato sottoposto a una condizione di stress tale da condurlo a momenti di completa catatonia, e questo poteva averlo portato a un rifiuto della propria identità. Per altri poteva trattarsi di una sorta di stratagemma per essere spostato in una struttura civile e, presumibilmente, meno dura, dal momento che non sarebbe stato possibile effettuare un cambio di sesso in una struttura del Dipartimento della Difesa Americano. Ai transgender, infatti, non è possibile arruolarsi nelle Forze armate statunitensi. Successive indagini psichiatriche, rivelarono invece che Bradley Manning era davvero affetto da disforia di genere, un disturbo che lega l’alterazione dell'umore in senso depressivo (con manifestazioni continue di agitazione, irritabilità e nervosismo) a un disagio di identità, quale la sensazione di essere una donna nel corpo di un uomo. Oggi è conosciuta come Chelsea Manning, appunto.

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