La storia iniziale della diffusione dei primi contenuti televisivi è abbastanza controversa.
In particolare, nel 1948, gli imprenditori della TV via cavo iniziarono a portare i cavi televisivi nelle abitazioni ma si rifiutarono di pagare i produttori per i contenuti veicolati ai clienti.
Anche quando iniziarono a vendere l’accesso alle trasmissioni televisive, rifiutarono di pagare per i contenuti che vendevano.
Le società delle TV via cavo stavano dunque piratando i contenuti delle emittenti che li producevano.
Le emittenti televisive e i detentori del copyright furono lesti a bloccare questo furto.
Rosel Hyde, responsabile della Federal Communications Commission, considerò la pratica come un tipo di “concorrenza sleale e potenzialmente distruttiva”.
La richiesta dei detentori di copyright apparve abbastanza ragionevole:
"Chiediamo solo una cosa molto semplice, che coloro che oggi accedono alla nostra proprietà senza dare nulla in cambio, paghino. Stiamo cercando di bloccare la pirateria e non credo esista un termine meno forte per descrivere questa condotta. Credo anzi che definizioni più pesanti sarebbero perfettamente adatte"
Si trattava di “passeggeri che viaggiavano a sbafo”, come affermò Charlton Heston, presidente della Screen Actors Guild.
I detentori del copyright trascinarono in tribunale le aziende delle TV via cavo.
Per due volte la Corte Suprema stabilì che queste ultime non dovevano nulla ai titolari del diritto d’autore.
Il Congresso impiegò quasi trent’anni prima di decidere se le aziende delle TV via cavo dovevano pagare o meno per i contenuti che “piratavano”.
Alla fine, il Congresso risolse questa questione: sì, le TV via cavo avrebbero dovuto pagare per il contenuto che trasmettevano ma la somma non dovevano stabilirla i detentori del copyright.
La tariffa doveva deciderla la legge, in modo che i produttori non potessero esercitare potere di veto sulle emergenti tecnologie della TV via cavo.
Fu così che le TV via cavo costruirono il proprio impero, “piratando” in parte il valore creato dai produttori di contenuti.
Le prime trasmissioni televisive a colori risalgono agli anni '50 prima nel suolo USA e successivamente anche in Europa (con la tecnologia SECAM in Francia e la tecnologia PAL in Germania).
Le emittenti televisive sono gestite sia da società private che da enti pubblici.
Negli USA l'offerta televisiva è veicolata sia via cavo e che via etere, in altre solo via etere (soprattutto in Europa).
Le trasmissioni via cavo coassiale negli Stati Uniti permettono la nascita delle prime emittenti Pay TV.
Nello stesso paese nasce anche il modello della televisione commerciale con programmi di intrattenimento sponsorizzati dalla pubblicità televisiva.
In Italia si impone, almeno inizialmente, il modello della televisione pubblica a causa degli elevati costi di gestione e dal controllo statale delle frequenze televisive.
La RAI nasce ufficialmente nel 1952, l'anno dopo viene trasmessa per la prima volta una partita di calcio in diretta: Italia-Cecoslovacchia.
La prima trasmissione regolare è "Arrivi e Partenze" del 1954, l'anno successivo prima diretta del festival di Sanremo e primo quiz televisivo "Lascia o Raddoppia?".
Nel 1957 nasce "Carosello" e "Il Musichiere".
Nel 1961 nasce un nuovo canale che si va ad aggiungere a quello nazionale.
In questo anno nasce in Italia uno dei primi Teleporti a livello mondiale: Telespazio (Fucino Space Center).
Le trasmissioni a colore arrivano negli anni '70 con notevole ritardo rispetto agli Stati Uniti e al resto dell'Europa (il primo evento in mondovisione a colori sono le Olimpiadi del 1968).
Negli stessi anni si registra in Italia l'espansione delle TV locali che trasmettono sul territorio con un raggio limitato di poche decine di chilometri.
Cioè Telebiella, Teleivrea, Telemontecarlo, Telemilano, Telebari, Telealessandria, Telepuglia, Telenorba, Teledue, Telepiombino, Teleromacavo, Radio Capodistria.
La televisione beneficia di diverse innovazioni progressive come il teletext (televideo) che consente la trasmissione di informazioni testuali e dati tramite il segnale televisivo.
La nascita dei primi videoregistratori amplia ulteriormente il settore televisivo dando origine anche al nascente mercato dell'home video.
HBO, canale americano, trasmette via Cavo nel 1972.
3 anni dopo addirittura via Satellite.
Nel 1977 Antenna 3 Lombardia inizia a trasmettere a colori (negli USA già nei 50 erano state lanciate le prime trasmissioni a colore).
Raitre nasce nel 1979, Canale 5 nel 1980, Italia 1 nel 1982, nello stesso anno RTI diventa Rete 4.
Nel 1983, la RAI lancia il primo programma ad "Alta Definizione": "Arlecchino".
Nel 1990 nasce Raisat e la RAI diffonde i mondiali d'Italia 90 in alta definizione (HD Mac).
LA NASCITA DELLE PRIME PAY TV
Già negli anni 50, negli USA, c'è un prototipo di quello che poi avrà piena diffusione negli anni 80.
Stiamo parlando delle prime TV "a gettoni".
Ma il primo vero esperimento fu Phonevision del 1962, canale a pagamento realizzato da RKO e Zenith.
Tuttavia il canale rimarrà nell' "illegalità" rimanendo attivo solo a livello locale, la concessione federale arriverà solo nel 1970.
In seguito alcune stazioni televisive statunitensi lanciarono servizi a pagamento (noti semplicemente come servizi "televisivi su abbonamento") come SuperTV, PRISM, Wometco Home Theater, Preview, SelecTV e ONTV già negli anni 70 ma si estinsero negli anni 80 con la nascita delle prime Pay TV.
Negli anni '80 si diffonde la televisione satellitare con la trasmissione del segnale dai satelliti, utilizzati come ripetitori, direttamente verso le antenne paraboliche degli utenti.
Le Pay TV si diffondono con la TV satellitare, anche se già negli anni 60 in Inghilterra esisteva qualcosa di simile.
Una delle prime Pay TV ufficiali fu Teleclub nata in Svizzera nel 1982.
Poi fu la volta di Canal + un canale a pagamento nato in Francia nel 1984.
Contemporaneamente a queste prime iniziative, nasce la Pay TV anche in Scandinavia con FilmNet.
Questo servizio (chiuso nel 1997) servirà appunto la Scandinavia, più Olanda, Grecia e Polonia.
La prima Pay TV americana fu Cable Video Store del 1985.
Nel 1986 nasce sempre in America Fox che acquisisce anche i diritti per trasmettere la NFL, l'anno successivo nascerà invece ComCast.
In Grecia nasce TV 100 nel 1989.
In Inghilterra invece la prima Pay TV ufficiale è BSkyB (oggi chiamata Sky UK) nata nel 1990 dalla fusione di Sky Television Plc di Murdoch (fondata negli anni 80) e BSB (del 1986).
L' omologo spagnolo della TV francese, ovvero Canal + Spagna, vide la luce nel 1990 (e dura sino al 2005).
In Germania venne lanciata Premiere nel 1991 (è l'odierna Sky Deutschland).
In Italia invece Tele+1 nasce mercoledì 9 agosto 1990 per iniziativa di una società costituita da Silvio Berlusconi, Vittorio Cecchi Gori, il tedesco Leo Kirch (proprietario del maggior gruppo di distribuzione cinematografica) e di altri azionisti con quote di minoranza.
Parallelamente nascono anche Tele+2 e Tele+3.
Il secondo canale trasmette solo sport, il terzo cultura.
Il 4 novembre 1990 iniziarono le prime trasmissioni in chiaro, dalle 18:30 alle 00:30 vanno in onda quattro film non interrotti da spot pubblicitari.
Il via ufficiale delle trasmissioni criptate si registra il 31 maggio 1991 con la proiezione del film Blade Runner di Ridley Scott.
Nel 1993 è trasmessa la prima partita Lazio-Foggia, nello stesso anno vede la luce "Il Processo di Biscardi".
Nel 1994 Tele+ 1 stipula accordi con le major hollywoodiane per far fronte alla perdita del magazzino cinematografico di Cecchi Gori, e manda in onda quasi esclusivamente film.
Dall'1 gennaio 1996 Tele+1 inizia ad operare anche via satellite con la nuova piattaforma DStv (questo è l'anno ufficiale della nascita della Pay TV a pagamento), nell'agosto 1996 Johan Rupert cede la sua quota societaria al gruppo francese Canal + che la gestisce assieme a Leo Kirch, il gruppo Fininvest (ora Mediaset) rimane con una quota del 10%, ma nel luglio 1997 anche Leo Kirch cede ai francesi.
Poco dopo anche Mediaset lascia Tele+, l'avventura di Tele+1 termina nel 1997 quando dalle sue ceneri, e da quelle di Tele+2 nasceranno, Tele+Bianco e Tele+Nero.
Negli anni '90 si registra anche il progressivo passaggio dalla trasmissione del segnale televisivo analogico al segnale digitale che, a differenza del primo, consente di veicolare una maggiore quantità di canali televisivi su una medesima frequenza ed offre una definizione superiore dell'immagine.
Le trasmissioni digitali si espandono dapprima nel settore della televisione satellitare verso la fine degli anni '90 e successivamente anche nel settore della televisione terrestre (digitale terrestre ).
Nel febbraio del 1997 nasce in Italia anche Stream TV che inizia a diffondere programmi a pagamento prima "via cavo" e successivamente "via satellite".
Intanto come piattaforma Basic di Tele+, nasce D+ nel 1999.
Il punto di forza di entrambe le piattaforme è la diffusione di partite di calcio e di film in anteprima.
Il 31 luglio 2003 Stream TV, insieme alla rivale Tele+ Digitale, confluisce in Sky Italia.
Sky è una piattaforma televisiva satellitare italiana ed appartiene al gruppo News Corporation.
Con l'acquisizione dei principali operatori Sky diventa monopolista per quanto riguarda la televisione a pagamento diffusa attraverso il satellite in Italia.
Nello stesso anno alcune società calcistiche di Serie A creano una piattaforma accessibile sempre tramite decoder Sky ma con un altro abbonamento: Gioco Calcio.
Insomma i diritti di trasmissione saranno divisi tra le due piattaforme ma Gioco Calcio avrà vita breve (durerà sino al 2004).
Da gennaio 2005 con l'avvento del digitale terrestre nuove Pay TV si sono affacciate sul mercato italiano, Mediaset Premium e Telecom Italia Media (La7 Cartapiù) che entrano in competizione diretta con Sky Italia.
Successivamente si aggiungono Dahlia TV, Infostrada TV, Fastweb TV e Europa 7.
Per approfondire: Storia e Problematiche Pay TV e Storia Dei Satelliti (TV).
Se ne volete sapere di più su questo nuovo standard che unisce la TV ad Internet: Cos'è L'IPTV e Come Funziona.
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