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sabato 4 ottobre 2014

Migliori Mining Pool e Software Di Mining (Bitcoin)

Cosa indica il termine "Mining"?
Quali sono le "Mining Pool" migliori e quali sono?
Il termine "Mining" indica quel processo per cui le persone, tramite i loro computer, sostengono il network della criptomoneta suddetta(ad esempio i Bitcoin) e quindi sono ricompensate per il lavoro svolto.
Il lavoro ha a che fare con la risoluzione di calcoli complessi che permettono di autenticare le transazioni all’interno di una rete decentrata.
Questa attività che serve a raggiungere un consenso distribuito sulla validità delle transazioni effettuate, viene svolta col Mining, cioè con computer potenti che macinano i calcoli necessari e generano quindi i blocchi a cui si legano le transazioni, in un unico registro chiamato Blockchain. Poiché tale attività ha un costo anche solo energetico i miners (termine con sui si indica sia la macchina adibita allo scopo sia il suo proprietario) che risolvono la chiave crittografica di una determinata transazione ricevono frazioni di Bitcoin.
Ad intervalli di tempo predefiniti, il sistema immetterà nuove valute che possono essere quindi estratte una volta risolte una volta convalidate tutte le transazioni di un "blocco".
Ovviamente maggiore è la potenza di calcolo del proprio hardware, maggiore sarà il contributo ai processi di estrazione, con guadagno proporzionale al contributo fornito nelle Mining Pools di cui vi parlerò a breve.
Una volta(cioè 3-4 anni fa) si minava anche col computer di casa.
Siccome però la potenza necessaria per farlo aumenta con la crescita del network, oggi non vanno più bene neanche le schede grafiche GPU, ma servono macchine specializzate, con chip ASIC.
É nata proprio un’industria che produce dispositivi dedicati proprio per produrre Bitcoin e che quindi oltre ad essere più potenti dei classici PC(perchè fanno solo quel lavoro, minare) consumano anche meno corrente.
Inoltre conviene unirsi in gruppi di minatori, le cosiddette Mining Pool, per mettere insieme la potenza di calcolo e dividersi le ricompense.
Le macchine create appositivamente per minare hanno ovviamente una durata effimera, nel senso che se il valore del Bitcoin aumenta e se il network diventa sempre più grande non vanno più bene perchè ne serviranno altre più potenti.
Un po' quello che è avvenuta con i PC.
Minare con pochi investimenti è possibile farlo solo per le monete alternative, come appunto Litecoin o Dogecoin, perché si può usare ancora una scheda grafica GPU acquistabile in un negozio d’informatica per circa duecento euro.


BITQUOTA
Poi con il passare del tempo le attività si sono diversificate, c'è chi ad esempio si è "inventato" la Bitquota.
In pratica si compra un Miner di grosse dimensioni, da circa 4mila euro e lo si suddivide in piccole quote che chiunque può comprare.
È come se ognuno acquistasse un pezzetto della macchina che mina.
In base alle quote date, si riceve una percentuale di quanto viene estratto.
Ovviamente dietro ci sono anche delle fregature: ci sono stati casi di società che avevano raccolto soldi per realizzare dispositivi per minare e che poi sono sparite nel nulla.


TRASFERIMENTO DI BITCOIN, RISOLUZIONE DI BLOCCHI, POTENZA
Ad ogni passaggio di Bitcoin c’è una firma digitale che garantisce che la moneta sia stata spesa dal legittimo proprietario e che l’informazione non venga alterata in un momento successivo.
Quando il legittimo proprietario di un Bitcoin vuole fare una transazione, aggiunge all’elenco chi è il prossimo proprietario, ci pone la propria firma digitale, e comunica la nuova transazione a tutti i nodi della rete che ne verificano la correttezza.
È evidente che per fare queste verifiche tutti i nodi devono conoscere tutte le transazioni fatte dalla nascita di Bitcoin.
Questo meccanismo garantisce che ognuno possa spendere solo i propri Bitcoin, ma come si fa a impedire che qualcuno li spenda due volte generando due transazioni a partire dalla stessa?
Ci vuole qualcosa che garantisca che una transazione è stata fatta prima dell’altra in modo da rifiutare la seconda.
Tutte le transazioni sono impacchettate in quelli che vengono chiamati blocchi.
Questi blocchi sono collegati in una sequenza temporale garantita da una prova di lavoro che deve essere svolta per poter “chiudere” il blocco e iniziare a lavorare al successivo.
La prova di lavoro è semplicemente un calcolo che richiede un po' di tempo per essere fatto, in media 10 minuti, indipendentemente dalla velocità del calcolatore.
Una transazione non è valida finché non è stato “chiuso” il blocco che la contiene e il blocco accettato da un certo numero di altri nodi della rete(6, 7, dipende).
Se un nodo disonesto vuole cambiare una transazione già validata, deve rifare la prova di lavoro del blocco che la contiene, rifare la prova di lavoro per ognuno dei blocchi chiusi successivamente e chiudere un nuovo blocco prima che lo faccia qualcun altro.
Può essere sicuro di riuscire a fare tutto ciò solo se controlla più della metà della capacità di calcolo dell’intera rete(51%).
Un’osservazione: anche controllando più del 50% della capacità di calcolo, un malintenzionato non può fare qualsiasi genere di alterazione.
Ad esempio non riuscirà mai a spendere i soldi di qualcun altro perché non potrà mai falsificare la firma digitale del legittimo proprietario.
Le transazioni devono essere sempre formalmente corrette, altrimenti gli altri nodi non le accetteranno mai.
L’unica operazione che è possibile fare è cancellare delle transazioni, ad esempio per spendere una seconda volta il proprio denaro.
Oltre ad un elenco di transazioni, nel blocco c’è anche il risultato della prova di lavoro a dimostrazione che il lavoro è stato fatto.
Si crea così una sequenza di blocchi che viene chiamata “block chain”.
Questa catena di blocchi rappresenta il registro di tutte le transazioni avvenute dalla nascita di Bitcoin stesso. Ogni nodo della rete lavora a un nuovo blocco raccogliendo le transazioni e cercando di “chiuderlo” svolgendo la prova di lavoro.
Quando la prova di lavoro è terminata, il blocco viene passato a tutti gli altri nodi e si inizia a lavorare ad un nuovo.
La prova di lavoro è una specie di enigma crittografico calcolato in base al contenuto del blocco stesso, per cui se viene alterato anche la soluzione all’enigma cambia.
Inoltre il grado di difficoltà della prova viene continuamente aggiustato in modo da seguire la capacità computazione totale della rete e in modo che il tempo medio per la chiusura di un blocco rimanga intorno ai 10 minuti.
Ci si potrebbe chiedere perché qualcuno dovrebbe mettere a disposizione della rete di Bitcoin un computer, consumando risorse di calcolo ed energia elettrica?
Si è ricorso ad un incentivo basato su un meccanismo di premiazione.
Ad ogni nuovo blocco sono associati dei nuovi Bitcoin, appena coniati, che vengono dati a chi è riuscito a “chiudere” il blocco.
Per analogia al mondo dei metalli preziosi, quest’attività è stata battezzata con il nome “Mining”.
Cosa si fa praticamente condividendo le proprie risorse energetiche? Semplicemente si eseguono tutti calcoli che servono al sistema di garanzie su cui si basa Bitcoin, la nuova moneta è solo una parte del premio che gli viene assegnato per incentivare il loro contributo.
Altra parte del premio deriva dalla tassazione sulle transazioni.
La quantità di nuova moneta generata per ogni blocco diminuisce nel tempo in modo che i Bitcoin in circolazione non saranno mai più di 21 milioni.


ESTRAZIONE CON IL SOFTWARE
Una volta predisposto un hardware(il già citato ASIC ad esempio) per il Mining, il prossimo passo sarà quello di scaricare un software gratuito che si occuperà di tutti i processi di calcolo.
Ci sono innumerevoli programmi in cui registrare le proprie attività di estrazione ma EasyMiner, BFGMiner e CGMiner sono tra i più utilizzati e semplici da configurare.
Scegliete dunque il software a voi più congenito, scaricate e installate l’esecutivo e procedete alla registrazione.


MINING POOL
Le Mining Pools, come detto, consistono in gruppi di utenti minatori che si organizzano per lavorare assieme, unendo le energie dei propri hardware nel tentativo di massimizzare l’eventuale profitto. Così facendo, la potenza di calcolo impiegata in un determinato "blocco" sarà maggiore, con conseguente risoluzione in tempi più rapidi.
Maggiore il contributo apportato al pool di cui si è entrati a fare parte, maggiore sarà la "fetta" di BitCoin che ci spetterà a operazioni risolte.
Nel remoto caso in cui decidessimo di non prendere parte a una pool, il rischio sarà quello di impiegare verosimilmente per più di un anno il nostro hardware (con conseguente bolletta della luce alle stelle e un indefinito numero di schede video bruciate) senza collezionare nulla.
Dunque il Mining è un po’ come vincere la lotteria.
Quando si riesce a trovare l’hash del nuovo blocco, il network è programmato a darti una ricompensa. È praticamente impossibile trovare un blocco per conto proprio quindi col tempo si sono creati questi Mining Pool, come detto un gruppo di minatori che lavorano assieme a trovare il blocco seguente.
La vincita viene quindi distribuita tra i membri di questo pool.
Un po’ come quando si comprano tanti biglietti della lotteria con un gruppo di amici.
Più biglietti si comprano, maggiore la probabilità di vittoria.
Come già detto questi pool non possono raggiungere il 51% di capacità computazionale(potenza).
Nella comunità questo è un concetto ben noto e quando un pool diventa troppo grande i minatori sono consapevoli di questo problema e provvedono rapidamente a spostarsi su altri pool per bilanciare la potenza di calcolo del network.
Questo avviene in maniera volontaria dai minatori.
I minatori non alcun incentivo a dare al pool maggiore potenza di calcolo.
Anzi, sono incentivati a non farlo.
Per questo motivo oggi come oggi abbiamo un network abbastanza bilanciato composto da vari pool che non superano il 40% di potenza di calcolo.
Infatti anche il 25% basterebbe per riuscire a trovare un blocco prima del resto del network.
Prender parte a una pool di miners è senza dubbio la soluzione più logica in termini di tempo/risorse hardware impiegate e profitto: l’unione fa la forza..
Tutti i vostri guadagni conseguenti alle operazioni di mining verranno poi trasferiti nel wallet grazie al vostro codice identificativo personale.
Per maggiori informazioni non dimenticatevi di consultare la nostra guida su come inviare e ricevere pagamenti attraverso il wallet.
Di seguito potete consultare una lista che mette a confronto le Mining Pool esistenti:

Qui trovate una comparazione: 
Migliori Mining Pool:
BTC
Antpool
Viabtc
Slushpool


TIPOLOGIE DI RETRIBUZIONE: QUALE MINING POOL SCEGLIERE?
1) PPS (Pay Per Share)
Qui viene assegnata una quota fissa per ogni share trovato.
In questa condizione si hanno dei guadagni costanti nel tempo e proporzionali al tempo di attività nel Pool.


2) Proportional
Il sistema proporzionale permette di suddividere il profitto derivante da un blocco in base a quanti share sono stati trovati da ogni utente.
Cioè il tutto è appunto proporzionale.
Se un blocco è costituito da 100 share e nel pool ci sono 4 utenti:

Utente A: trova 10 shares
Utente B: trova 20 shares
Utente C: trova 25 shares
Utente D: trova 45 shares

Quindi gli utenti riceveranno, rispettivamente il 10%, 20%, 25%, 45% dei ricavi di quel blocco. Questa strategia è molto fruttuosa nel caso di una potenza computazionale al di sopra della media.
Ciò ovviamente va rapportato ai GH/s.
Ovviamente ciò non basta: è necessario aspettare anche il completamento del blocco che può durare da pochi minuti a 3 giorni.
Questa strategia va sfruttata da chi ha una grossissima potenza computazionale e praticamente effettua Mining di continuo senza interruzioni.


3) PPLNS (Pay Per Last N Shares)
Questa strategia premia chi rimane più a lungo nel Mining Pool scoraggiando la disconnessione o i miners occasionali.
Vengono infatti considerate gli ultimi shares trovati e viene distribuita, in maniera proporzionale, la ricompensa del blocco che si è appena minato.


4) PPLNSG (Per Per Last N Shifts Or Group)
Molto simile al PPLNS ma invece che basarsi sugli shares si basa su relativamente brevi lassi di tempo (4-5 ore) chiamati shifts.
Il sistema tiene conto della percentuale con cui gli utenti hanno partecipato agli ultimi N shift e fa la media delle percentuali. Un esempio è sempre molto più esplicativo. Si calcolano gli ultimi 8 shift e ogni shift è, per ipotesi, di 3 ore.
Il pool terrà conto delle partecipazioni degli utenti per le ultime 24 ore.
In sostanza ciò favorisce chi rimane più a lungo nel Mining Pool, ma non azzera coloro che alternano periodi di Mining molto lunghi a (relativamente) brevi interruzioni.


5) RBPPS (Round Based Pay Per Share)
Pagamento per azione basata sui turni.
Come PPS, ma i pagamenti sono posticipati fino a quando un blocco viene trovato e confermato dalla rete.
Nel caso di blocchi orfani, gli utili relativi ad esso non vengono pagati.


6) DGM (Double Geometric Method)
Metodo geometrico doppio. Un ibrido tra PPLNS e tipi di ricompensa geometriche che consentono all'operatore di assorbire parte del rischio. L'operatore riceve una porzione di premio su turni brevi e la restituisce in turni più lunghi per normalizzare i pagamenti.  


7) SMPPS (Shared Maximum Pay Per Share)
Come PPS, ma non paga più di quanto guadagna la pool.


8) ESMPPS (Equalized Shared Maximum Pay Per Share)
Massima divisione equalizzata pagamento per azione.
Come SMPPS, ma equipara i pagamenti in modo equo tra tutti coloro a cui sono dovuti.


9) RSMPPS (Recent Shared Maximum Pay Per Share)
Come SMPPS, ma il sistema si propone di dare priorità ai minatori più recenti.


10) POT (Pay On Target)
Paga all'obiettivo.
Una variante PPS che paga sulla difficoltà di lavoro restituita alla pool invece che sulla la difficoltà del lavoro richiesta dalla pool.


11) Score
Una ricompensa proporzionale, ma misurata in funzione del tempo impiegato. Ogni azione svolta vale di più in funzione del tempotrascorso dall'inizio del turno corrente.


12) TEMPO E SHARE
In genere si tenta di scoraggiare i minatori occasionali e premiare coloro che invece contribuiscono in maniera costante per tentare di mantenere, su tutto il pool, un hashrate crescente o, al limite, costante.


Ultimo concetto importante: generalmente ogni pool in genere fa pagare una tassa (al cash-out o per blocco), ovvero "Fee".
Le tasse possono essere in percentuale all’importo del cash-out/blocco o fisse.
In caso di tassa per cash-out le tasse fisse favoriscono dei cash-out di importi alti mantenendo nel pool molta criptovaluta.
Quelle percentuali  invece permettono dei cash-out di tutti gli importi tassando l’utente in maniera proporzionale al proprio cash-out.



Per saperne di più vi rimando anche agli articoli inerenti allo stesso argomento:
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