Secondo l'Università La Sapienza di Roma e la NATO, il futuro di Internet sarebbe sott'acqua.
Ne è prova il progetto internazionale Sunrise che l'Università sta sviluppando in questi mesi dal punto di vista software.
Il lavoro di ricerca, promosso dall'Ateneo romano, tende a favorire il 'dialogo' tra i vari dispositivi tecnologici che dovranno essere in grado di gestirsi da soli, fronteggiare le emergenze e 'riferire' alle control room dei vari paesi quel che sta accadendo sott'acqua.
E' il concetto dell'Internet Of Things, l'Internet delle cose, declinato nell'Internet Of Underwater Things.
L'idea che ci sta alla base di Sunrise è considerare il mare, i laghi e i fiumi come autostrade digitali sulle quali si muoveranno ed opereranno sensori, Robot, AUV e veicoli di ultima generazione in grado di svolgere compiti pericolosi per l'uomo, dal monitoraggio ambientale allo sminamento, dalla salvaguardia di siti archeologici sommersi alla ricerca di giacimenti di idrocarburi.
Attualmente l’informazione, in ambito marino, viaggia ad una velocità di pochi kilobit al secondo, molto meno dei 56 kilobit al secondo dei vecchi modem analogici.
Questo perché il suono ha una velocità notevolmente più bassa rispetto a un'onda radio che si propaga nell'atmosfera.
Le difficoltà sono accresciute poi dal 'rumore' prodotto dalla fauna marina, ma soprattutto dalle attività umane, si pensi al passaggio delle navi o all’estrazione di idrocarburi.
Tra le finalità delle sperimentazioni non c’è solo la “mera” comunicazione di dati ma anche la possibilità di sviluppare applicazioni utili per la sicurezza marina e il ritrovamento di relitti nei fondali.
I sensori dei robot marini consentiranno il monitoraggio di barriere coralline, vulcani marini, la prevenzione di tsunami, frane, salvataggi di persone, guasti a piattaforme e condotte e permetteranno la ricostruzione in 3D di siti archeologici sommersi e di fondali marini, a scopo scientifico.
Quest'ultimo scenario è stato recentemente testato nei mari di Porto dove la missione assegnata ai robot era ritrovare un container caduto da una nave.
Del consorzio Sunrise fanno parte vari partners internazionali provenienti dal mondo universitario, industriale e militare: la NATO Science and Technology Organisation, le università di Porto, Twente e New York.
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