L'idea bizzarra di una "Internet Interplanetaria" risale addirittura ai primi anni 90.
E portò la firma di chi il web, con il protocollo TCP/IP, lo aveva già inventato: Vint Cerf.
Per il neo vicepresidente di Google la fine degli anni '90 era già il futuro: insieme ad equipe specializzate della NASA diede il via ai lavori per la creazione di quello che lui stesso definì "una backbone spaziale", una dorsale di comunicazione al di là dei confini della terra.
Una tecnologia capace di essere usata dagli umani su un veicolo spaziale in orbita attorno ad un pianeta del sistema solare per controllare i robot in superficie, o dalla Terra utilizzando i satelliti come ripetitori.
La "nuova generazione di protocolli di comunicazione" stava nascendo con "l'obiettivo di poter connettere gli apparati presenti su tutti i veicoli spaziali".
Sotto certi versi un sistema di telecomunicazioni spazio/terra simile alle comunicazioni con le sonde o le stazioni spaziali..
Da allora, i lavori per la creazione della tecnologia 'Disruption Tolerant Networking' (DTN), non si sono mai fermati.
Nel 2012 dalla Stazione Spaziale Internazionale giunge finalmente la notizia: Sunita Williams, comandante della 'Spedizione 33', ha portato a termine con successo l'operazione che prevedeva il controllo dallo spazio di un robot rover, conosciuto come Mocup.
Il prototipo, costruito quasi interamente con un kit di mattoncini Lego, è stato posizionato presso l'European Space Operations Centre di Darmstadt, in Germania, e supervisionato, insieme agli esperti, da un team di studenti che hanno contribuito alla realizzazione di un "paesaggio alieno" dove inserire il robot durante la simulazione.
DTN (DELAY TOLERANT NETWORK)
L'esperimento basato sulla DTN, condotto dalla NASA e dall'ESA, "è servito per verificare la possibilità di utilizzo di una nuova infrastruttura di comunicazione per controllare dispositivi robotici da un veicolo spaziale in orbita e ricevere feedback visivi e di dati", ha spiegato Badri Younes.
A differenza della Internet terrestre, la tecnologia DTN deve prendere in considerazioni i ritardi e le interruzioni che possono manifestarsi durante l'invio dei dati, dovuti alle enormi distanze spaziali (milioni di chilometri) o al movimento e alla rotazione dei pianeti.
Oltre, naturalmente, "a tempeste solari o alla presenza di ostacoli tra sorgente e destinazione".
Per ovviare a questi inconvenienti, la nuova tecnologia ha previsto un meccanismo di memorizzazione e inoltro dati, che assicura che le informazioni non vadano perdute.
In parole più tecniche la DTN usa un trasferimento di tipo Store And Forward Message Switching.
Con questo meccanismo, ogni nodo memorizza in modo persistente l'intero contenuto informativo (store message), o una sua segmentazione grossolana, per poi trasferirlo in blocco (forward message) al nodo successivo, a sua volta dotato della stessa capacità.
Per il momento il sistema di Internet Interplanetario permette solo comunicazioni cifrate con algoritmi complessi.
Ancora nessun social network spaziale quindi, per quanti già fantastichino su conversazioni con "mondi lontani".
Certo che un Internet Interplanetario creato per tutti gli oggetti collegati intorno a Marte, o su altri corpi celesti, sarebbe davvero bello.
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