I ricercatori dell'Università di Washington nel 2007 scoprirono un particolare fenomeno di internet: i Black Hole Sites.
Non è difficile infatti imbattersi in siti Web che risultano momentaneamente (e misteriosamente) irraggiungibili. Forse in quel momento il sito è semplicemente offline oppure può essere colpa di qualche problema legato al server che lo ospita.
O alla vostra connessione, ovviamente.
Ma potrebbe esserci anche un’altra spiegazione: i dati che stavano viaggiando dal nostro computer al server di destinazione (perfettamente funzionante) verso il nostro portale che abbiamo digitato (anch’esso perfettamente funzionante) sono stati ingoiati da un "Buco Nero"(Black Hole appunto).
HUBBLE
Il programma che monitora questi fenomeni l'hanno chiamato Hubble, come il celebre astronomo e come il telescopio spaziale a lui intitolato.
E proprio come per l'osservatorio orbitante, la ricerca di un Buco Nero è l'obiettivo del programma: ma invece che scavare tra galassie e supernove dello spazio(un Buco Nero è una regione dello spaziotempo con un campo gravitazionale così forte e intenso che nulla al suo interno può sfuggire all'esterno, nemmeno la luce), quanto realizzato dai ricercatori dell'Università di Washington si concentra sui nodi del cyberspazio.
Alla ricerca dei pozzi senza fondo in cui si perdono i pacchetti in transito da un lato all'altro della Terra.
"Si crede normalmente che basti avere una connessione ad Internet funzionante per poter avere accesso a tutta la rete», ha dichiarato Ethan Katz-Bassett «ma noi abbiamo scoperto che non è proprio così».
Alle volte infatti i messaggi inviati tra due computer si perdono per strada nonostante il percorso tra i due sia chiaro e identificabile. Humble controlla costantemente il traffico Internet ogni quarto d’ora alla ricerca dei punti deboli ove i messaggi si bloccano per almeno 15 minuti".
COME FUNZIONA
Nel giro di 1 anno, Hubble ha identificato oltre 800mila Buchi Neri e problemi correlati alla raggiungibilità.
Cioè zone della rete nella quale si interrompevano le comunicazioni senza una ragione apparente.
Un sistema, o una serie di sistemi, potrebbero andare incontro ad un blackout: cioè si costituirà un ostacolo tra partenza e destinazione, o tra certi punti di partenza e alcune destinazioni.
Tra chi formula la richiesta, ad esempio inserendo l'indirizzo di un sito da navigare, e il server che ospita il sito stesso c'è un percorso: ma a volte il percorso seguito, senza che si trovi una spiegazione per giustificarlo, può deviare su traiettorie inaspettate trasformandosi nell'equivalente di un vicolo cieco.
Per effettuare le verifiche necessarie a decretare l'esistenza di un Buco Nero online, i ricercatori sfruttano il PlanetLab Network: una rete di quasi 1000 computer situati negli istituti accademici di tutto il mondo, connessi tra di loro per offrire la piattaforma adatta allo sviluppo di servizi in rete.
Ne bastano 100 ad Hubble per riuscire a coprire circa l'85-90% dell'intera Internet.
I sistemi coinvolti restano in attesa, registrando passivi quanto accade in rete: quando uno dei nodi individua un problema, si attiva per confermare la persistenza dell'errore tramite due sessioni indipendenti da 15 minuti l'una.
A questo punto partono i controlli incrociati.
Se un altro nodo della rete riesce a rintracciare la risorsa desiderata, il software è in grado di stabilire quale sia il punto della rete che inghiotte i pacchetti in transito, e memorizza il fenomeno nel proprio database.
Si parla in questo caso di "reperibilità parziale", termine usato dai ricercatori per indicare che un indirizzo è liberamente accessibile da una parte della rete mentre risulta offline per tutti gli altri sistemi.
Tra le caratteristiche più interessanti del progetto c'è anche un'interfaccia geografica, in grado di mostrare dove si trovino i buchi neri presenti in rete in tempo reale.
Combinando i dati presenti nell'archivio con il planisfero fornito da Google Maps, gli amministratori di sistema o i semplici navigatori possono tentare di capire se quel social network, quel sito aziendale, quel e-shop sono davvero irreperibili, magari perché sotto attacco, o se c'è qualche altro problema.
Un computer collegato ad Internet non è abbastanza, dunque, per garantirsi il quadro completo del web.
Un sito irraggiungibile potrebbe essere il risultato del cattivo lavoro del provider, dei DNS che fanno le bizze o chissà cos'altro.
Oppure si potrebbe essere incappati in un "Cyber Buco Nero".
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