L’Alexa Rank è un indicatore che misura il traffico (e quindi la popolarità) di un sito web.
Per verificare l’Alexa Rank si può visitare il sito Alexa oppure installare la toolbar di Alexa.
Nella classifica di Alexa, più un sito è visitato e minore è il valore del suo Alexa Rank.
La classifica si basa sui dati storici di traffico aggregato di tre mesi, forniti dagli utenti che hanno installato la Toolbar Alexa e sui dati ottenuti da altre fonti diverse di traffico ed è una misura che rappresenta le pagine viste e dei visitatori (reach).
Seppur il sistema di calcolo fosse poco chiaro, secondo altri poco attendibile (visto che considerava il traffico degli utenti che avessero installato l'Alexa Toolbar), nel 1999 comunque venne acquisita da Amazon che seppur fondata ormai da qualche anno non era ancora il gigante che conosciamo oggi.
Amazon sfruttando le conoscenze di Alexa, progettò "zBubbles", ovvero quando si navigava in siti di e-commerce, esso appariva sotto forma di pop up (la finestrella che si apre all'interno della finestra principale) per offrire consigli e raccomandazioni in merito al prodotto dando anche consigli comparativi avvertendoti su dove trovare lo stesso prodotto ad un prezzo inferiore.
zBubbles per usare termini un po' aggressivi non era nient'altro che uno spyware, visto che riportava ad Alexa (e ad Amazon) le azioni online degli utenti.
Per Amazon questo tipo di dati era molto importante perchè gli permetteva di comprendere quali fossero gli interessi dei propri acquirenti.
zBubbles aveva quindi diverse ragioni per inoltrare ad Alexa certe informazioni: nel mondo del e-shopping è importante conoscere quali siti vengano visitati e quali prodotti vengano presi in considerazione.
Ciò che però fece cadere nell'occhio del ciclone zBubbles era il fatto che il plugin spiasse anche quando gli utenti non erano intenti a fare shopping.
SPYWARE "E.T."
Anche la compagnia DoubleClick.com aveva creato un grosso database incrociando i propri profili con quelli della società di direct marketing Abacus Direct.
Questi programmi si piazzano nelle profondità del disco fisso e, da quella postazione privilegiata, incominciano a scavare alla ricerca di informazioni.
Spesso controllano i tuoi movimenti online, altre volte sono attivi anche se non si è agganciati alla rete.
Nel linguaggio virtuale ironicamente di "applicazioni E.T." poiché, dopo essersi installate nel computer e aver salvato cosa gli interessava sapere, fanno quello che faceva l'extraterrestre di Steven Spielberg: chiamano casa.
I costruttori di questi software spioni si sono sempre difesi dicendo che questi spyware controllavano effettivamente i siti visitati ma senza collegare il nome dell'interessato.
Le origini delle applicazioni E.T. sono di "nobile" origine.
Quando uscì Windows 95, questo includeva un programma nominato "Registration Wizard" che permetteva agli acquirenti di fare a meno della consueta lettera e di registrare il loro software direttamente in rete. Ma faceva anche qualcos'altro: rovistava nel disco fisso facendo una cernita degli altri programmi installati nel computer dell'acquirente e, dunque, spediva la suddetta informazione alla Microsoft.
I critici accusarono Bill Gates di spionaggio per trarre vantaggio commerciale: sostennero che la Microsoft volesse le informazioni allo scopo di conoscere quali fossero gli utenti del programma di scrittura antagonista "Word Perfect" in modo da poterli convincere con apposita e-mail a passare al loro prodotto, "Microsoft Word".
Nei cinque anni successivi all'uscita di Windows 95 questo tipo di applicazioni sono aumentate a dismisura: da "PKZip" (un programma per comprimere e archiviare i file) a "CuteFTP" (largamente usato per decomprimere i file musicali in Mp3).
La Conducent, la compagnia che li produceva e distribuiva, ha sempre asserito che i dati raccolti hanno uno scopo esclusivamente demografico e che non vengono acquisite informazioni identificabili.
La Real Networks produceva il popolare software "RealJukebox", che permetteva agli utenti di trasferire musica dalla rete e i propri Cd sul disco fisso in modo da ascoltarli attraverso il computer. La musica scelta e il numero di identificazione della macchina venivano spediti alla RealNetworks.
O ancora nell'intento di scovare alcuni hackers che stavano devastando i loro server, EverQuest, un popolare gioco di ruolo online, portava insieme al proprio download uno spyware che frugava nel disco fisso dell'utente alla ricerca di programmi di hacking.
Non appena la cosa fu pubblica la Verant Interactive, la società produttrice del gioco, venne inondata da lettere elettroniche di protesta.
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