"Il futuro resta più grande del passato"
Tim Berners-Lee fu l' inglese che nel 1989 creò il codice del Web, poi da tutti conosciuto come WWW e quindi Internet.
Sempre stato entusiasta (ovviamente) della sua straordinaria creazione, Berners-Lee negli ultimi tempi sembra avere alcuni rimorsi: "Il web ha rovinato l' umanità invece che servirla, come avrebbe dovuto fare, e l' ha rovinata sotto molti aspetti. È arrivato a produrre un fenomeno di larga scala che è anti umano"
Tim Berners-Lee lavorava al Cern di Ginevra quando nel 1989 appunto, ebbe l' idea di trasformare l' allora oscura rete, usata negli Anni 60 dal Pentagono, in una piattaforma per aiutare gli scienziati a scambiarsi i dati.
Diffuse il suo codice gratuitamente, non ricavandoci un dollaro, con l' idea di farne una piattaforma aperta e decentralizzata a disposizione di tutti.
Conscio della sua rivoluzione, ha comunque trascorso la seconda fase della sua vita a mettere in guardia sugli eccessi della rete e, nel 2009, ha istituito la World Wide Web Foundation con l'obiettivo di mantenere lo spirito iniziale e prevenire i rischi.
Vanity Fair: "La sua profezia si è avverata quando è emerso che degli hacker russi hanno interferito sulle elezioni presidenziali americane del 2016 e quando Facebook ha ammesso di aver fornito i dati di oltre 80 milioni di utenti a un' azienda, Cambridge Analytica, che ha fornito servizi politici alla campagna di Donald Trump"
La rete, nata come uno strumento democratico aperto a tutti e libero da brevetti, commissioni e royalties, è finita con l' essere monopolizzata da pochi grandi player digitali che, con il consenso degli utenti, controllano e determinano tutto quello che succede nella vita digitale, da che cosa compriamo a che cosa leggiamo (tramite banner, cookies e quant'altro).
Sfruttando le sue capacità tecniche, Berners-Lee ha iniziato sistematicamente a tentare di violare la sua creatura e a finanziare ricerche su come l' algoritmo di Facebook controlli le notizie e le informazioni che ricevono gli utenti.
La sua grande idea è quella di re-decentralizzare il web, in modo da ridare agli individui, invece che alle grandi aziende della Silicon Valley, il controllo dei propri dati.
Per questo, Berners-Lee ha creato Solid, che fornisce ai programmatori gli strumenti per costruire applicazioni social decentralizzate, completamente diverse da quelle attuali, in modo che la privacy sia garantita e i dati siano davvero di proprietà degli utenti.
Solid è ancora una piattaforma per soli programmatori, ma se l' idea funzionasse potrebbe cambiare notevolmente le dinamiche di Internet e prevenire gli abusi di questi anni dei giganti del Web.
"Io ho sempre creduto che il Web sia per tutti. Questo è il motivo per cui io e altri lottiamo fieramente per proteggerlo. I cambiamenti che siamo riusciti ad apportare hanno creato un mondo migliore e più connesso. Ma per tutto il bene che possiamo aver aggiunto, il Web è diventato un motore di inequità e divisioni; influenzato da potenti forze che lo usano per i propri obiettivi"
Solid cambia il modello attuale nel quale gli utenti devono consegnare dati personali ai giganti digitali in cambio di un valore percepito. Solid è il modo in cui evolve il web per ripristinare l’equilibrio dando ad ognuno di noi il controllo completo sui dati, personali o meno, in un modo rivoluzionario (sapere dove sono conservati, autorizzarne gli usi, condividerli con chi si vuole, gestirne i flussi verso app e attorni esterni).
Il nome nasce come acronimo di "social linked data", che secondo quanto riportato dall’originale draft del MIT rappresenta "un set di convenzioni e strumenti per costruire social application decentralizzate e basate sui principi dei Linked Data".
Dare agli utenti la possibilità di gestire i propri dati significa restituire agli utenti il controllo ed il valore degli stessi. Ciò andrebbe a riequilibrare le dinamiche odierne del Web ed eviterebbe le pericolose derive che negli ultimi anni il Web ha dovuto ripetutamente affrontare in termini di gestione della privacy e di violazioni della stessa in gravissimi scandali ed invasioni di privacy.
Nella disamina di Berners-Lee, tuttavia, non c’è alcun riferimento alla blockchain delle criptovalute, anzi: è estremamente chiaro come l’intera struttura si reggerà su strumenti del tutto noti e sperimentati, senza slanci su tecnologie che debbono ancora trovare un proprio equilibrio.
E così come oggi le persone pagano per depositare informazioni su Dropbox, in futuro potranno seguire medesimo approccio per gestire e tutelare le proprie informazioni personali.
Solid di fatto si presenta come una sovrastruttura in grado di offrire maggiori opportunità, ma senza alcuna rivoluzione tecnologica diciamo.
Si parla in gergo di "Solid POD" quasi come se fosse il vostro sito Web privato, ad eccezione che i dati sono interoperabili con tutte le app. Dunque il Solid POD diventa fulcro della propria identità online. Solid manterrà un registro dei provider autorizzato al rilascio di un "Pod" e chiunque potrà installare un server per diventare provider aderente al progetto. I dati saranno conservati dentro questo unico recipiente (accessibile tanto il lettura quanto in scrittura) e verranno "linkati" dall’esterno per poter essere utilizzati.
whe hope in Solid
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