Qualche mese fa su Whatsapp si era diffusa "la maledizione di Momo", ovvero una catena di Sant'Antonio, corredata da foto.
Perchè una catena? Perchè viene presentata come una maledizione che sarà inflitta a chiunque non prosegua con la condivisione della stessa e in tanti, per paura, hanno fatto girare la stessa.
In poche parole si viene invitati a rimandare un messaggio contenente la foto raffigurante una donna deforme e mostruosa a tutti i contatti della rubrica, per evitare di essere contattati dalla stessa.
La catena sarebbe partita dal numero (+31 345102539;+521 6681734379) della ragazza della foto, chiaramente fasullo, ma soprattutto con la possibilità che richiamandolo venga prosciugato il credito del proprio conto.
L'immagine della ragazza inoltrata nei vari messaggi altro non è che una statua esposta al Vanilla Gallery di Tokyo.
Il consiglio in questi casi è sempre quello di bloccare l’utente e non provare per nessun motivo a contattarlo visto che è possibile infatti che la questione venga sfruttata, anche da terzi per compiere dei reati informatici. Inoltre è buona norma non chiamare mai numeri del genere nè cliccare su eventuali link presenti.
Momo chiaramente non è stata la prima catena di questo tipo e non sarà l'ultima.
Questa tendenza ha già visto altre catene diffondersi su WhatsApp dando vita a veri e propri tormentoni, spesso veicolo di truffe informatiche, tentativi di infezione attraverso virus, così come furto di dati sensibili.
OLIVIA
Meno innocua e ben più pericolosa l'altra catena che si è diffusa ultimamente: quella di Olivia.
Si viene contattati da una ragazza la quale però nasconde dietro di sé hacker o criminali capaci di inviare agli utenti in chat su WhatsApp pericolosi malware.
Olivia è "l'amico dell'amico" ossia una generica persona che vi contatta su WhatsApp tramite una chat e che poi cerca di catturare quanti più dati sensibili all'interno del proprio smartphone o account grazie all'invio di alcuni file nelle chat. Il mittente dunque si finge un amico con un nuovo numero e a posteriori invia anche immagini pornografiche. Furbescamente i criminali che hanno architettato la truffa cercano di fare la voce grossa su minorenni o comunque ragazzi o ragazze adolescenti quindi più facilmente adescabili.
Una volta che l'utente aggiunge Olivia alle sue chat, nella conversazione vengono inviati vari collegamenti che potrebbero sembrare semplici immagini da visualizzare. La vittima cliccando sull'URL non viene reindirizzato ad un'immagine di Olivia ma ad una pagina Web con immagini pornografiche.
È di vitale importanza che gli utenti di WhatsApp sappiano che esiste questo nuovo virus e che a differenza di Momo potrebbe facilmente inviare link ad immagini pornografiche ma anche richieste poi di dati sensibili.
Anche in questo caso, il consiglio è di bloccare subito il contatto.
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