Durante il devastante incendio che ha colpito la cattedrale di Notre Dame, si è visto un robot pompiere (Colossus), entrare a domare le fiamme.
Certo, era radiocomandato dall'esterno ma era l'unica soluzione percorribile, in quanto le temperature erano troppo elevate per escogitare soluzioni diverse.
Tra l'altro per la ricostruzione si sta sfruttando il metodo tecnologico di Tallon (simile al sistema d'emergenza freni assistito, chiamato BAS e presente in alcune macchine) che prevede un sistema di rilevamento laser e di digitalizzazione delle immagini (tramite scansioni 3D si è costruita una mappa molto dettagliata della cattedrale, utile per ricreare le distanze tra le parti scomparse e misurare le dimensioni delle travi).
Ma robot come Colossus sono sempre più diffusi nella vita di tutti i giorni, basti pensare al progetto SUBSEA (Systematic Underwater Biogeochemical Science Exploration Analog) della NASA, ovvero un robot che esplora i fondali marini.
Sempre la NASA ha creato i VolcanoBot che monitorano i vulcani delle Hawaii e trasmettono in modo preciso ed affidabile i dati da remoto alle centrali.
Essi permettono di ricostruire le eruzioni fornendo modelli plausibili.
Ma ne esistono di tutti i tipi ormai, come il robot speologo dell'istituto Vale in Brasile in grado di accedere in posti e zone anguste, impossibile per gli umani.
Dotato di scanner 3D e fotocamera HD è pilotato dall'esterno ma svolge anche funzioni autonome grazie alla sua IA.
E in Italia? Al Gran Caffè (Rapallo, Liguria) a servire ai tavoli c'è un robot bianco e blu (Xiao-Ai): la consumazione viene posta sui vassoi dei robot che si recano al tavolo grazie ai 'binari' per servire i clienti. I robot rispondono a eventuali interlocutori, così come fanno gli assistenti digitali su alcuni tipi di cellulare.
Per il momento non è prevista la sostituzione dei camerieri ma ormai non siamo più lontanissimi da ciò.
Per curiosità, si tratta di un caffè storico, in quanto frequentato da Hemingway e Montale.
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