La teoria degli Ordinals è stata progettata da Casey Rodarmor, inventore appunto di questa notazione per i Satoshi (che è l’unità minima di Bitcoin). L’idea è quella di attribuire un numero univoco ad ogni Satoshi. Si tratta ovviamente di una convenzione (un qualcosa di soggettivo) perchè le caratteristiche del protocollo e delle transazioni di Bitcoin non permettono di accordarsi univocamente su di un ordine da dare ad ogni Satoshi. In realtà ciò, anche se in modo diverso era già stato fatto in passato, pensiamo ai Colored Coins, a Counterparty o a quelle su Stacks, il primo rilasciato nel 2012, il secondo nel 2014 e l'ultimo nel 2017. Colored Coins nel 2012 ha consentito di associare servizi ed asset del mondo reale alle transazioni Bitcoin utilizzando EPOBC (associare un colore ad un asset reale tipo oro, argento, etc).
Nel 2014 si può citare anche Namecoin che però era un fork della chain, sulla quale era possibile registrare informazioni relative ad asset specifici come opere d'arte digitali creando un vero e proprio registro (che confermava l'autenticità e la proprietà di un'asset).
Omni Layer è un'altra applicazione degna di nota che è venuta alla luce nel 2014. Precedentemente nota come Mastercoin, l'app consentiva agli sviluppatori di progettare numerosi tipi di risorse digitali su Bitcoin (questa blockchain viene utilizzata come base, aggiungendo dati alle transazioni). Queste risorse possono avere informazioni aggiuntive su di esse attraverso una funzione chiamata OP_RETURN, che funziona ancora all'interno del sistema Bitcoin di base. Uno dei token più noti su Omni è il famosissimo Tether (Usdt).
In seguito, Counterparty ha ulteriormente avanzato le risorse digitali su Bitcoin nello stesso anno codificando dati arbitrari tramite la funzione OP_RETURN. Nonostante le transazioni siano state riconosciute come valide ma non spendibili, i nodi le hanno riconosciute come trasferimenti di asset digitali, il che ha portato all'accelerazione dei mercati e dei portafogli compatibili, per aprire la strada al fiorire dell'ecosistema Bitcoin NFT.
Grazie al successo di Counterparty (con token nativo XCP), sulla blockchain di Bitcoin è venuto alla luce un famoso gioco di scambio di carte, utilizzando NFT, soprannominato "Spellls Of Genesis". Un altro progetto Bitcoin NFT chiamato "Rare Pepe Cards" è stato lanciato poco dopo nel 2015 (Pepe è la popolare icona della cultura di Internet)
ORDINALS
Come detto, ti ricordo che 1 Satoshi è l'unità di misura minima di Bitcoin: 0.00000001 BTC (10 all'ottava Satoshi). Esisteranno al massimo 21 milioni di Bitcoin ed ogni Satoshi minato può essere associato ad un Ordinal (Satoshi 1, Satoshi 2 e così via sino ad arrivare a 21 milioni per 10 all'ottava Satoshi) ed anche ad un certo grado di rarità (sostanzialmente in base a quando viene minato il Satoshi: se è il primo di un ciclo di Halving, se è il 99esimo dell'Halving corrente, etc).
Sostanzialmente tutti i Satoshi vengono ordinati secondo un ordine cronologico progressivo e ad ognuno viene associato qualcosa (Inscription, che vedremo sotto).
Casey Rodarmor ha creato una convenzione piuttosto complessa, nella forma A°B′C″D‴, per deciderne la rarità:
-A: si riferisce al ciclo (conjunction). Con ciclo si intende nella notazione di Rodarmor uno spazio che dura sei Halving, perché al termine di questo ciclo c’è piena coincidenza tra l’aggiustamento della difficoltà e l’Halving di Bitcoin stesso. Questo evento si chiama conjunction e lo spazio tra due conjunction è appunto il ciclo. Ti ricordo che l'Halving è il dimezzamento delle ricompense che i miners ricevono per ogni blocco minato, esso avviene ogni 4 anni
-B: Si riferisce all’halving corrente
-C: Il numero di blocco nel corrente periodo di aggiustamento della difficoltà
-D: Il numero del satoshi nel blocco stesso
In seguito poi ha aggiunto una divisione tra satoshi comuni (2,1 quadrillioni), non comuni (6.929.999), rari (3.427), epici (32), leggendari (5), mitici (1), mutando il lessico e le divisioni dal mondo di NFT e dei videogiochi. Si numera partendo da 0 e non da 1.
Una volta trasferiti ci sarà bisogno di tenere traccia dei satoshi. La convenzione ha deciso di applicare un metodo FIFO e cioè "first in, first out". Ovvero il primo satoshi a passare ad un altro indirizzo sarà il primo a uscire.
INSCRIPTIONS: SIMILI AGLI NFT
Una volta compreso come individuare un singolo satoshi e tenerne traccia convenzionalmente, passiamo al concetto di Inscription che permettono di associare tipicamente un’immagine.
Qualcuno li chiama NFT, anche se il creatore stesso dell’intera questione non sembrerebbe apprezzare granché il nome, preferendo parlare di digital artifacts.
In breve si parla di immagini (o di qualunque altro tipo di contenuto) che può essere iscritto per intero sulla blockchain di Bitcoin e che può essere anche trasferito, in abbinamento ad un satoshi al quale è stata attribuita una numerazione progressiva.
Si può iscrivere potenzialmente di tutto, tenendo conto dei limiti di spazio (4 mega per blocco), anche se per il momento sembra che siano le immagini ad andare per la maggiore. Chiaramente più spazio occuperà l'Inscription, più costerà la transazione perchè lo spazio di Bitcoin è limitato e più è pesante una transazione e più sono le fee da pagare.
L’intero artefatto digitale è conservato sulla blockchain di Bitcoin. Viene tecnicamente iscritto nella sezione dei blocchi introdotta con SegWit e ricorre all’utilizzo anche dei tapscript di Taproot (14 novembre 2021).
I dati sono conservati dai full node e questa è una delle motivazioni della polemica che è stata agitata da diversi appassionati, esperti e personaggi di spicco della community.
Ti ricordo che SegWit (Segregated Witness Consensus Layer) aggiornamento controverso del 2017 (che forkò la chain facendo nascere Bitcoin Cash), ha permesso un utilizzo più efficiente delle risorse di Bitcoin, separando la prima parte di una transazione (che contiene gli indirizzi del mittente, del destinatario e la quantità inviata dalle firme della transazione stessa) che finirà in uno spazio separato "witness" e fuori dal blocco principale che rimane di 1 megabyte (nella parte principale del blocco finisce una quantità minore di dati e questo rende i blocchi più spaziosi).
L'update Taproot (2021) ha migliorato invece la privacy (mischia le transazioni con firme singole e multiple, rendendo più difficile identificare gli input), la scalabilità, la sicurezza ed ha permesso di creare script più complessi (con meno limiti nella creazione).
Convenzionalmente riceviamo l’Inscription associata ad un determinato Satoshi e i futuri trasferimenti saranno associati ad altri Satoshi seguendo la convenzione creata con gli Ordinals. I Satoshi viaggiano quindi attraverso le transazioni, e precisamente si muovono dagli output (UTXO) di una transazione venendo “sbloccati” dagli input di una successiva. Si tratta di un trasferimento identico ad una comune transazione.
Il contenuto delle Inscription è conservato direttamente on chain e rimarrà lì per sempre (non c'è alcuna possibilità di eliminarlo, non si tratta di un link che rimanda ad un server centrale che contiene l'immagine come avviene per i Metadati degli NFT su Ethereum o Solana).
Puoi trovarli qui: Inscriptions
Qui puoi trovare alcuni market: OrdinalsWallet, Ordswap.io, OrdinalHub e Ordx.io. Alcuni wallet ne hanno già confermato il supporto: Hiro e Xverse.
La prima transazione di Ordinals è avvenuta il 14 Dicembre 2022. Ad oggi si contano oltre 100.000 Ordinals. Sulla blockchain sono stati registrati ogni genere di immagine, meme, emoji, piccoli video, opere d’arte digitali ma anche delle semplici scritte. Il 1° Febbraio la società di mining Luxor ha estratto il blocco di Bitcoin più grande di sempre con un Ordinal chiamato Taproot Wizards basato sul meme Magic Internet Money (MIM). Il blocco ha una dimensione di 3,96 MB, appena inferiore al limite di 4 MB. Per mintarlo sono stati spesi 209 dollari in commissioni.
CREARE INSCRIPTIONS
Ci sono già diversi siti che permettono di creare le proprie Inscription in modo relativamente semplice.
Ad esempio si può utilizzare un servizio terzo come Gamma.io che permette di caricare immagini o testi che vogliamo trasformare in Inscription. Ci basterà visitare il sito, caricare l’immagine o il testo, pagare i costi di transazione su rete Bitcoin e le commissioni del servizio. In seguito dovremo anche indicare l’indirizzo di ricezione della nostra Inscription.
Il costo è variabile in relazione alla velocità con la quale vogliamo entrare nel prossimo blocco e lo spazio occupato dall'Inscription.
E' possibile anche utilizzare Ord, un software da terminale che prevede scaricare il full node Bitcoin Core, scaricare tutta la blockchain, installare il software e creare seguendo la guida dal sito linkato prima. Visto che lo spazio nel blocco è limitato è come se andasse all’asta per ogni blocco. Più proponete in pagamento ai miners, più è facile che la vostra Inscription finisca inserita nel prossimo blocco. Quando non ci sono molte transazioni, il costo sarà ovviamente più basso. Quando c’è congestione, i prezzi salgono. I blocchi che contengono Inscription tendono a far aumentare le dimensioni della blockchain in modo considerevole. Questo crea due tipi di problemi: da un lato avremo bisogno in futuro di dischi più grandi per avere la copia completa della blockchain, dall’altro c’è bisogno maggiore banda per ricevere i nuovi blocchi. La domanda di spazio delle Inscription è in competizione con quella per le normali transazioni Bitcoin. Chi vorrà effettuare transazioni classiche su Bitcoin dovrà confrontarsi con la fame di blockspace di questa nuova trovata. Una cosa positiva per i miners è che le transazioni sono molto "pesanti" tra 2 e 3MB di media quindi le fee sono molto elevate (anche 30/40$) perchè il blocco è pieno e lo spazio è limitato quindi per avere priorità bisogna pagare di più. Per verificare le fee: Mempool Space
Che questo trend possa risolvere il problema del Security Budget?
PROBLEMI
Cosa dovrebbero fare i miners? Sicuramente se Bitcoin è decentralizzato ed incensurabile, nessuno dovrebbe farsi problemi, a meno che non sia un qualcosa che possa mettere a rischio la rete.
Al di là di problemi filosofici (se è una cosa utile o meno), ci sono altre problematiche quali contenuti violenti, di cattivo gusto o materiale coperto da Copyright. Già in passato comunque sulla blockchain di Bitcoin girava materiale illegale.
Difficile prevedere oggi se questa funzione avrà un futuro. Qualcuno della vecchia guardia di Bitcoin ha già fatto intendere di essere disponibile ad una revisione di quanto permette l’iscrizione sulla blockchain. Altri si dicono più aperti, ma non è detto che questo sia possibile in eterno. C’è chi fa notare che ingolfare la rete di Bitcoin con immagini rende più difficoltoso e costoso fare operazioni di trasferimento.
Adam Back: "Non possiamo fermarli, vero! Bitcoin è progettato per resistere alla censura. Questo però non ci impedisce di commentare sull’incredibile spreco e sulla stupidità dell’encoding. Fate qualcosa di efficiente, altrimenti si tratterà di un’altra cosa utile solo per sprecare spazio"
Secondo Rodarmor: "I blocchi affinché Bitcoin sia sicuro, devono essere pieni. In caso contrario, nessuno avrebbe motivo di pagare più della commissione minima per includere le proprie transazioni in un blocco"
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