Hanno visto la luce non solo giochi per Atari 2600 come E.T., definito da molti il peggior videogame mai creato ma anche una rivisitazione mal riuscita di Pacman, Yars Revenge più joypad e manuali d'istruzioni.
Per approfondire: Crisi Dei Videogame (1983)
La notizia del ritrovamento ha fatto subito il giro del mondo dal momento che da anni si discuteva sulla reale esistenza di questo piccolo tesoro, ormai considerato una semplice leggenda metropolitana.
LA STORIA E LA SEPOLTURA
Atari distrusse centinaia di migliaia di cartucce giochi della sua console Atari 2600, soprattutto Pac-Man e E.T. The Extra Terrestrial, in una discarica di rifiuti del Nuovo Messico nel 1983.
La tendenza di Atari a convertire per la sua console giochi arcade molto popolari aveva portato alla creazione di titoli di successo, come la conversione del suo Asteroids o quella di Space Invaders di Taito.
Quando gli stessi negoziarono con Namco la licenza di Pac-Man essi pensavano che la versione per Atari 2600 del titolo avrebbe venduto molte copie, trascinata dal successo dell'originale.
Per questo motivo decise di produrne 12 milioni di cartucce, nonostante avesse venduto solo 10 milioni di console. La società aveva calcolato che Pac-Man non solo avrebbe generato 500 milioni di dollari di guadagno dalla vendita delle cartucce ma avrebbe incrementato anche le vendite della console, confidando sul fatto che molte persone che non possedevano la console l'avrebbero acquistata per poter divertirsi con quel gioco anche a casa propria.
Il prodotto finito però, distribuito nel mese di marzo del 1982, fu aspramente criticato per la sua scarsa giocabilità, e, nonostante il fatto che Pac-Man sarebbe diventato il titolo per Atari 2600 più venduto di sempre con le sue 7 milioni di copie, lasciò Atari con 5 milioni di copie invendute nei magazzini, a cui si sommarono quelle che i clienti insoddisfatti del titolo.
Oltre ai problemi legati alle scarse vendite di Pac-Man, Atari dovette fronteggiare anche il fallimento commerciale dell'adattamento a videogioco del film E.T. l'extra-terrestre.
Il gioco, intitolato anch'esso E.T. The Extra-Terrestrial, fu il risultato di un accordo intercorso fra la stessa Warner Communications ed il regista del film Spielberg.
L'accordo per la licenza era costato una cifra compresa fra i 20 ed i 25 milioni di dollari, un importo veramente elevato per l'epoca ed Atari si mise all'opera anche se l'idea di fare un videogioco basato su un film e di poterlo vendere cavalcando il successo della pellicola piuttosto che fare l'adattamento di un titolo arcade di successo che fosse stato trascinato dalla popolarità nelle sale giochi fece sollevare diversi dubbi.
Atari produsse 5 milioni di cartucce del gioco ma, nonostante fosse stato pubblicato in tempo per le festività natalizie del 1982, vendette solo 1,5 milioni di copie: Atari si ritrovò quindi con più della metà delle cartucce del gioco invendute.
Il gioco fu duramente criticato, guadagnandosi dalla critica il titolo di "peggior videogioco mai prodotto" e continua derisioni.
I fallimenti di questi titoli furono ulteriormente aggravati dalle politiche commerciali che Atari aveva attuato nel 1981.
Confidando nelle forti vendite dei suoi prodotti, la società aveva chiesto ai rivenditori di piazzare gli ordini per il 1982 tutti in una volta.
Però le vendite nel settore videoludico nel 1982 subirono un rallentamento ed i rivenditori che avevano piazzato gli ordini in blocco si ritrovarono con moltissimi articoli Atari invenduti.
Il risultato fu che i distributori restituirono quei prodotti ed Atari si ritrovò alla fine con diversi milioni di cartucce assolutamente invendibili.
Nel mese di settembre del 1983 l'Alamogordo Daily News, un giornale di Alamogordo, Nuovo Messico, dichiarò in una serie di articoli che durante il mese tra i 10 e 20 autoarticolati rovesciarono il carico dei loro semirimorchi, consistente in scatole, cartucce e console giochi provenienti da un magazzino di Atari che si trovava a El Paso, Texas, per distruggerlo e seppellirlo nella vicina discarica della città.
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