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lunedì 9 novembre 2015

Viaggi Nel Tempo: Le Prove

Dopo aver raccontato la storia di John Titor e dei vari film che parlano dei viaggi nel tempo in particolare con le invenzioni anticipate da Ritorno Al Futuro qui ci concentreremo su storie ed immagini che dimostrerebbero che i viaggi nel tempo sono possibili. La teoria della relatività ristretta di Einstein prende in esame il fenomeno della dilatazione del tempo, registrabile soprattutto da osservatori che si spostino a velocità prossime a quella della luce (299.792,458 km/s), fenomeno verificato da numerosi esperimenti e che sembrerebbe lasciare la porta aperta all'ipotesi dello spostamento nel futuro. Tuttavia viaggiando al di sotto della soglia della velocità della luce nel vuoto, esistono solo corpi dotati di massa non nulla(superiore a 0), sia a riposo che accelerata.
Per tali corpi non è possibile muoversi indietro nel tempo. Per corpi che si muovano alla velocità della luce, il tempo non scorre o comunque rallenta. Il fotone può muoversi a questa velocità solamente in quanto virtualmente privo di inerzia, ovvero dotato di massa a riposo nulla. Per corpi che si muovano a velocità super-luminali(maggiori di quella della luce), lo scorrere del tempo risulta negativo: il loro futuro sarebbe il passato di tutti gli altri corpi. Un corpo che viaggia a tali velocità potrebbe possedere soltanto una massa immaginaria, sia a riposo che accelerata. Per quanto riguarda i viaggi temporali riscontrabili dall'esperienza umana, sempre queste teorie ci dicono che per i corpi dotati di massa essi sono possibili solo per corpi che si spostino a velocità prossime a quella della luce nel vuoto oppure per corpi immersi in campi gravitazionali significativi (come in prossimità di un buco nero o di una stella di neutroni). Il tempo viene in questi casi enormemente influenzato nel suo scorrere, fino ad arrivare addirittura a fermarsi in taluni casi estremi, come in prossimità dell'orizzonte degli eventi (Wormhole).

“Nel nostro universo c’è un limite invalicabile per il viaggio nel passato, chiamato causalità. Se vogliamo tornare indietro nel tempo, dobbiamo trovare un modo per impedire di violare la causalità”

Il più grande problema teorico del viaggio nel tempo è il paradosso.
Se qualcuno viaggiasse indietro nel tempo e facesse qualcosa per evitare la propria esistenza, allora come sarebbe possibile viaggiare nel tempo? L’esempio classico è quello del viaggiatore del tempo che uccide suo nonno prima che suo padre venga concepito. Tuttavia, ci sarebbe una possibilità molto più realistica: piuttosto di spedire noi stessi indietro nel tempo o avanti nel futuro, potrebbe essere possibile inviare dei messaggi e instaurare una sorta di comunicazione temporale.
John Cramer, professore emerito di fisica presso l’Università di Washington suggerisce di approcciarsi al viaggio nel tempo compiendo piccoli passi. Una prima possibilità è quella di cominciare a spedire messaggi nel passato o nel futuro. Nei suoi esperimenti, il dottor Cramer sta cercando di ricevere un messaggio spedito nel passato da se stesso nel futuro, così da poterlo ricevere pochi millisecondi prima di spedirlo! Il fisico sta conducendo i suoi esperimenti nel seminterrato dell’Università con alcune apparecchiature a raggi laser che dovrebbero, prima o poi, provare ciò che Einstein aveva chiamato azione spettrale a distanza. L’obiettivo è quello di spaccare i fotoni attraverso una serie di cristalli sintetici e dimostrare che la non-località quantistica potrebbe essere utilizzata per comunicare.
Il fenomeno più vistoso di non-località quantistica è rappresentato dall’entanglement, che lega due particelle nate da uno stesso processo. L’entanglement fa si che ciò che accade a una particella abbia degli effetti istantanei anche sull’altra particella, indipendentemente dalla distanza che le separa.
L'idea è di creare una coppia di fotoni nello stesso momento e verificare che la modifica di uno fotoni causa la modifica istantanea anche dell’altro, anche se ci dovessero essere due galassie di distanza tra loro. Questo significherebbe che la comunicazione subspaziale è in grado di viaggiare più veloce della luce anche su distanze astronomiche. In altre parole, la tecnica darebbe alle agenzie spaziali di tutto il mondo la possibilità di comunicare con le proprie navicelle in tempo reale.
Secondo la Teoria delle Stringhe, esisterebbe una particella priva di massa chiamata Tachione, che viaggia più veloce della velocità della luce. Ma cosa succederebbe se i tachioni esistessero realmente?
Potrebbero fornirci un modo per viaggiare nel tempo? La presenza dei tachioni in una teoria manda in tilt i principi della fisica classica, ed è per questo che sono considerati dai fisici come un segno di instabilità fondamentale della teoria. Tuttavia, solo per il fatto di rovinare i costrutti matematici dei fisici, non vuol dire necessariamente che i tachioni non esistano. E’ possibile che i fisici non abbiano ancora sviluppato gli strumenti matematici adatti per localizzarli. Se i tachioni esistessero, sarebbe possibile, almeno in teoria, spedire messaggi a velocità superiori a quella delle luce. Inoltre, sempre in linea di principio, tali particelle potrebbero effettivamente viaggiare indietro nel tempo ed essere rilevate. Qui vedremo alcune foto ed avvenimenti curiosi.


JOSEPH SMITH (1823)
Smith era un esponente della massoneria americana. Pare che i mormoni abbiano avuto conoscenza del futuro. Durante il 1800, come si può vedere nel dipinto di sotto, l'illustrazione raffigura due oggetti trasparenti quadrati che sembrano dei contenitori di CD-rom. Cioè un CD-rom viene dato a lui
Almeno una ventina di antichi testi descrivono il contenuto di CD-rom. Nelle cronache mormone questi oggetti erano collocati in una scatola come si può vedere. In particolare il 21 settembre 1823, egli avrebbe avuto una visione, ripetuta tre volte in modo identico nella stessa notte; in questa occasione gli sarebbe apparso un angelo che indossava una veste bianca. L'angelo si sarebbe presentato come Moroni, un profeta vissuto nel continente americano 14 secoli prima (400 d.C.) e gli avrebbe rivelato l'esistenza di un testo sacro, inciso su tavole d'oro, sepolte a Cumorah una collina a pochi chilometri dalla proprietà degli Smith.
Seguendo le indicazioni ricevute, avrebbe rinvenuto sigillate in una cassa di pietra, delle tavole d'oro incise, che gli venne proibito di toccare. Solo quattro anni dopo in seguito ad altre visioni, il 22 settembre 1827, queste tavole gli sarebbero state affidate, assieme agli altri oggetti conservati nella cassa di pietra. The Book Of Mormon, tra l'altro, pare che descrivesse anche un sistema di puntatore (freccia del mouse) simile agli odierni computer ed anche una sequenza d'immagini tratte da antichi CD-rom.


IL CIRCO DI CHAPLIN: TELEFONO NEL 1928?
Nel 2010, il regista nordirlandese George Clarke caricò su YouTube un video dal titolo Chaplin’s Time Traveler, proveniente dal DVD del film di Chaplin intitolato Il Circo. Durante una breve sequenza si può notare una donna che mentre sta camminando tiene una mano all’orecchio con al suo interno quello che sembra essere un oggetto di colore nero. Il gesto ha fatto pensare all’utilizzo di un telefono cellulare, il che risulterebbe ovviamente impossibile nel 1928. Secondo Clarke la donna sarebbe stata una viaggiatrice nel tempo ripresa per puro caso. Il video ebbe una diffusione enorme e fu oggetto anche di diversi servizi giornalistici.


VONHELTON
Nato come Eugene Helton Jr. ma conosciuto semplicemente come VonHelton, quest’uomo dichiara di essere un viaggiatore del tempo oltre che un cacciatore di vampiri che cerca di scacciare il male dalla Terra. A prova dei suoi viaggi nel tempo ha pubblicato alcune fotografie che ritrarrebbero il suo volto in differenti epoche.


VICTOR GODDARD: AUTODROMO DI DREM E GODDARD SQUADRON FOTO
Nel 1935 sir Victor Goddard, alto ufficiale della Royal Air Force inglese, ebbe modo di vedere l’aerodromo di Drem, cittadina scozzese non lontana da Edinburgo e di constatarne lo stato di completo abbandono. Un paio di giorni dopo, di ritorno verso la base, il velivolo di Goddard finì dentro una tempesta improvvisa, lampi, pioggia battente e delle strane nuvole gialle.
Perse il controllo dell’aereo e stava per precipitare quando la tempesta cessò di colpo.
Ripresi i comandi, l’ufficiale cercò dei punti di riferimento per orientarsi di nuovo: sapeva di essere all’altezza di Drem, ma quello che gli si parò davanti non assomigliava all’aerodromo abbandonato visto pochi giorni prima. Il luogo era infatti in piena attività, degli operai in tuta blu erano indaffarati intorno ad alcuni strani aerei di colore giallo.
E questo era decisamente bizzarro, perché gli aerei della RAF non erano gialli e meccanici e addetti vestivano tute marroni. Appena superato il piccolo aeroporto, inoltre, la tempesta riprese all’improvviso, e Goddard dovette di nuovo faticare per mantenersi in volo. Tornato a casa, raccontò la sua strana esperienza ad amici e colleghi, senza che nessuno desse alla cosa particolare peso. Tuttavia, nel 1939 entrarono in uso dei nuovi modelli di bombardieri, decisamente molto simili a quelli visti da Goddard quattro anni prima, le tute degli addetti ai lavori furono sostituite con altre di colore blu, e la RAF iniziò a dipingere gli aerei di giallo. Perciò Goddard si disse sempre convinto di aver viaggiato nel tempo. Lui per intenderci fu lo stesso della celeberrima foto "Goddard Squadron". Nella foto di gruppo dello squadrone della Royal Air Force che nel 1919 lavorava a bordo della Hms Daedalus, alle spalle di uno degli uomini in ultima fila, spunta l'immagine di Freddy Jackson, un meccanico deceduto due giorni prima dello scatto. Dalle analisi fatte sulla foto si esclude una doppia esposizione.


PONTE SOUTH FORK (GOLD BRIDGE 1941)
Nell’immagine sotto, che ritrae l’inaugurazione del ponte di South Fork a Gold Bridge, Columbia Britannica, si può notare un uomo con un abbigliamento e un paio di occhiali da sole non in linea con la moda dell’epoca (l’uomo nel cerchio bianco). La foto ha avuto vasta diffusione su Internet e i fanatici dei viaggi temporali hanno cominciato ad insinuare il dubbio che il tizio fosse un viaggiatore nel tempo. A rinvigorire la tesi riguardante i viaggiatori del tempo, oltre ai futuristici per l’epoca occhiali da sole scuri, sarebbe la T-shirt con una stampa frontale. La foto stessa è stata presentata in vari musei e si ha la certezza che non ci sia stata nessun sovraincisione (non è un fotomontaggio quindi).


PHILADELPHIA EXPERIMENT (ELDRIDGE D173 1943)
Il Philadelphia Experiment fu un esperimento riguardante i campi elettromagnetici, condotto dalla Marina Americana nell'ottobre del 1943, per mezzo del quale si tentava di mettere in pratica la teoria di Einstein dei campi unificati. L'esperimento fu eseguito a bordo della nave "Eldridge D173", completo d'equipaggio. Furono usati generatori magnetici De Gausser insieme a generatori pulsanti e non.
Nel momento in cui l'esperimento fu avviato, si generò una luce, una nebbia di luminescenza tendente al verde, uguale, stando alle numerose testimonianze, a quella descritta in molti strani e inspiegabili fenomeni avvenuti nella zona delle Bermude. Qualcosa di simile ad una nebbia, avvolse la nave che scomparve alla vista degli osservatori situati a bordo delle vicine navi S.S.Andrew Furuseth e S.S. Malay. Si originò un campo di forma sferica schiacciato ai poli, di circa 100 metri d’ampiezza, all'interno del quale rimase, come unica cosa visibile, l'impronta di uno scafo immerso nell'acqua.
Secondo le testimonianze, chi si trovava dentro la sfera poteva vedere tutto, come non vi fossero state mutazioni, pur muovendosi, in pratica, nel nulla. Con tale esperimento fu raggiunta la totale invisibilità e, sembra cosa non preventivata, lo spostamento di materia da un luogo ad un altro.
L'Eldridge fu vista apparire e sparire a Norfolk, in Virginia, per poi ritornare al punto di partenza.
Insomma la nave sparì letteralmente nel nulla per qualche istante.
In accordo con alcune testimonianze raccolte dai fermi sostenitori dell'esperimento di Philadelphia, al termine dello stesso alcuni marinai scomparvero, mentre cinque furono ritrovati fusi con il metallo della struttura della nave. L'esperimento condotto avvarrebbe, più che i viaggi nel tempo, il teletrasporto. Nel 1990, durante una conferenza, Alfred Bielek confermò l'avvenimento dell'esperimento dichiarando di avervi partecipato, e di esserne uno dei pochi sopravvissuti.
Egli affermò di essersi trovato catapultato nel futuro, in particolare di aver vissuto per circa 6 settimane nell'anno 2137 e poi per 2 anni circa nel 2749; affermando di aver visto il mondo completamente diverso e poi nel 1983, venendo poi fatto tornare indietro da John Von Neumann (uno degli scienziati che prese parte al progetto e che Bielek sostenne di aver incontrato nel futuro) nel passato per tentare di spegnere l'apparecchiatura a bordo della nave. Le confessioni di Bielek ebbero un buon risalto ma furono contraddette per via di alcune incongruenze, lo stesso sostenne che le incoerenze del suo racconto erano dovute al processo di recupero della memoria a causa del lavaggio del cervello a cui fu sottoposto, ed è proprio per tale motivo che i suoi ricordi siano stati confusi. Per approfondire: Esperimento Filadelfia.


ROSWELL E PHILIP CORSO: UFO O MACCHINA DEL TEMPO?
Nel 1947 vennero trovati resti di un veicolo aereo decisamente insolito conficcato in un terreno agricolo nella Lincoln County, New Mexico, non troppo lontano dalla ormai famosa cittadina di Roswell. L’evento, uno dei più discussi e indagati della storia Ufologica, è stato oggetto di centinaia di libri, studi ufficiali intrapresi sia dal General Accounting Office che dalla US Air Force, documentari, film e quant'altro. Tante sono state le ipotesi ma i testimoni oculari dell’evento non sembrano aver mai avuto dubbi sulla natura dell’oggetto: un veicolo extraterrestre con a bordo due alieni.
Per quanto suggestiva possa essere questa ipotesi, alcuni ufologi nutrono scetticismo.
Philip J. Corso è stato militare di carriera e combattente nella seconda guerra mondiale, autorevole uomo dell’intelligence USA, fu membro del National Security Council sotto Eisenhower per quattro anni (1953–1957). Nel 1997 Philip Corso pubblicò il libro “Il giorno Dopo Roswell”.
Nel libro, Corso scrisse di aver gestito, a partire dal 1961, come Capo della Divisione Tecnologia Straniera dell’Esercito, i materiali raccolti a Roswell nel 1947, nel contesto di un progetto finalizzato alla retroingegneria da cui sarebbero nati oggetti quali transistor, lenti a contatto e tubi fotomoltiplicatori. Autorizzato nell’incarico dall’ordine del suo diretto superiore generale Arthur Gilbert Trudeau del Pentagono, Corso avrebbe fornito porzioni di tale materiale a diversi laboratori di ricerca, civili e militari, contribuendo così a distribuire i frammenti di tecnologia acquisiti dal velivolo precipitato a Roswell ai colossi dell’industria statunitense: dall’IBM alla Hugues Aircraft, dalla Bell Labs alla Dow Cornig.

“Il Roswell File, è composto da un insieme di reperti e di rapporti informativi, frutto di un’operazione notturna, condotta da uomini del 509° Stormo, di stanza nella Base Aerea dell’Esercito, a Roswell, nella prima settimana del luglio 1947. La squadra aveva recuperato i rottami di un disco volante precipitato nei pressi di Roswell, nel deserto del New Mexico.  Il Roswell File rappresentava la testimonianza di ciò che avvenne nelle ore e nei primi giorni successivi all’incidente, quando scattò il cover-up governativo ufficiale. Mentre i militari si interrogavano sulla natura e la provenienza dell’oggetto, e le intenzioni dei suoi occupanti, un gruppo segreto alle dipendenze del direttore dell’Intelligence, l’ammiraglio Roscoe Hillenkoetter, studiava l’origine dei dischi volanti, si documentava sulla fenomenologia degli incontri e, nel contempo, doveva negarne ufficialmente e pubblicamente l’esistenza. Tale operazione è stata condotta per cinquanta anni sotto varie forme, nel più totale ed assoluto riserbo. Roswell giunse nelle mie mani nel 1961, quando ricevetti l’incarico di dirigere l’Ufficio Tecnologie Straniere del Dipartimento Ricerche e Sviluppo. Il mio capo, il Generale Trudeau, mi chiese di utilizzare i programmi di ricerca e sviluppo delle Forze Armate per far affluire le scoperte sulla “tecnologia Roswell” nei principali programmi disviluppo industriale, mediante contratti d’appalto nel campo della difesa. Oggi diamo quasi per scontati i laser, i circuiti integrati, le retia fibre ottiche, i dispositivi a fasci di particelle accelerate ed anche il Kevlar dei giubbotti antiproiettile. Ma le loro matrici furono scoperte all’interno dello scafo alieno precipitato a Roswell e le informazioni che le riguardavano le trovai nei fascicoli custoditi nel mio ufficio, quattordici anni dopo”
Corso ipotizza che i due occupanti possano essere EBE (entità biologiche extraterrestri) progettate geneticamente per sopportare i rigori del volo spaziale, ma potrebbero non essere loro i creatori del velivolo.

“Lo studio dei corpi delle EBE e del possibile sistema di propulsione della loro navicella pose altri interrogativi: se le EBE, oltre ad essere state progettate biogeneticamente per i viaggi interstellari, non fossero state soggette ai tipi di forze che i piloti umani avrebbero normalmente incontrato?
Se le EBE utilizzavano una tecnologia basata sulla propagazione di onde come propulsione antigravitazionale e sistema di navigazione, allora potevano viaggiare dentro una specie di onda elettromagnetica regolabile. Sulla scorta di tali dati, l’Esercito suppose che questo UFO fosse una navetta di ricognizione, in grado di rientrare velocemente in una astronave-madre o in un oggetto più grande, dove avremmo rinvenuto quello che in realtà mancava nel ricognitore.
L’altra spiegazione che diede il dottor Hermann Oberth era che l’oggetto viaggiasse attraverso la dimensione temporale e non dovesse quindi percorrere grandi distanze nello spazio. Saltava da una dimensione spazio/tempo all’altra e, istantaneamente. Poteva ritornare al suo punto di partenza”

Tra le ipotesi, Corso ha tenuto grandemente in considerazione la possibilità che l’UFO di Roswell fosse una macchina del tempo progettata e costruita dagli abitanti della Terra di un lontano futuro, piuttosto che il popolo un lontano sistema solare, inviata indietro nel tempo per una qualche ragione che ci sfugge.


RUDOLPH FENTZ
Nel 1950, a Times Square, fu notato un uomo che indossava un cappotto di montone, lunghe basette ed un vestito in stile epoca vittoriana. Alcuni testimoni riferirono che aveva uno sguardo sorpreso e stupito. Qualche minuto dopo, l’uomo venne travolto da un auto e morì.
Il personale dell’obitorio perquisì la salma e trovò nelle tasche dell’uomo i seguenti oggetti:
1) Il tappo di rame di una birra del valore di 5 centesimi, che riportava il nome di un saloon, sconosciuto anche ai più anziani residenti della zona.
2) Una prescrizione medica relativa la cura di un cavallo e la ricevuta del lavaggio di un carro.
3) Circa 70 dollari in vecchie banconote.
4) Alcuni biglietti da visita con il nome Rudolph Fentz ed un indirizzo sulla Fifth Avenue.
5) Una lettera inviata da Philadelphia, nel Giugno del 1876.
Alcuno di questi oggetti mostrava  segni di invecchiamento.

Il capitano Hubert V.Rihm, del Dipartimento di polizia di New York, provò ad utilizzare questi indizi per identificare l’uomo. Scoprì che l’indirizzo sulla Fifth Avenue era un luogo commerciale ed il suo attuale proprietario non conosceva Rudolph Fentz . Il nome di Rudolph Fentz non appariva nell’elenco telefonico, le sue impronte digitali non erano in alcuna banca dati e nessuno aveva denunciato la sua scomparsa . Rihm proseguì l’inchiesta e, dopo alcuni approfondimenti, riuscì ad individuare un Rudolph Fentz Junior in un elenco telefonico del 1939. Rihm interrogò i residenti del condominio all’indirizzo indicato. Alcuni condomini ricordavano un Rudolph Fentz, descrivendolo come un uomo di circa 60 anni che avevano lavorato nelle vicinanze. Dopo essere andato in pensione, si era trasferito nel 1940. Rihm riuscì a contattare la banca frequentata da Rudolph Fentz ed apprese che era morto cinque anni prima, ma la sua vedova era ancora viva  ed abitava in Florida.
Rihm riuscì ad incontrarla e la signora riferì che il padre del marito era scomparso nel 1876 all’età di 29 anni. Si era allontanato da casa per una passeggiata serale e non aveva più fatto ritorno. La storia di Rudolph Fentz è stata pubblicata diverse volte negli anni ’70 ed ’80. Nel 2007, un ricercatore dell’Archivio Civile di Berlino ha trovato l’articolo di un giornale del 1951 che riporta, come fatto di cronaca, l’incidente occorso a Rudolph Fentz. Inoltre alcuni ricercatori hanno trovato le prove dell’esistenza di Rudolph Fentz e della sua scomparsa nel 1876, all’età di 29 anni.


L'ANTENNA DELTA-TIME DI PRESTON NICHOLS: PROJECT MONTAUK
Nel 1992, a firma Preston Nichols e Peter Moon, uscì un libro contenenti i segreti del Project Montauk(loro erano ex dipendenti). Il Montauk rientra in una serie di progetti segreti del governo degli Stati Uniti, che si sono sviluppati a Camp Hero e l'Air Force a Montauk, Long Island, al fine di sviluppare tecniche di guerra psicologica e la ricerca esoterica tra cui il viaggio nel tempo, teletrasporto e dimensioni parallele (nel progetto sono compresi anche radar ed acceleratori).
Nichols lavorò nel progetto ed uscì da esso nel 1990 (licenziato), riuscendo a vincere il condizionamento psicologico(lavaggio del cervello) a cui era stato sottoposto ed a ricordare le incredibili vicende e le scoperte da lui compiute, nel ruolo di Assistente al Direttore del Progetto.
Nichols sostenne che vi sono alcune frequenze radio che possono provocare amnesie.
Oltre a ciò, chi comanda a Montauk conosce i comandi ipnotici o subliminali del dimenticare.
Fin dal 1974 aveva notato che i suoi colleghi tendevano a dimenticare quasi tutto del loro lavoro passato, che lui invece ricordava. Quando costruì un’antenna Delta-Time a forma di 2 piramidi attaccate, sembra che la sua memoria sia istantaneamente migliorata di molto.
Pare che un’antenna di tale forma cattura la free energy o energy di punto zero del vuoto, rendendola utilizzabile dai neuroni. L’antenna Delta-Time è così chiamata perché, secondo Nichols, è una componente della macchina del tempo. Probabilmente i superiori di Nichols, quando lo licenziarono nel 1990, erano convinti che avesse dimenticato tutto per via del lavaggio del cervello subito.



ANDREW CARLSSIN (2002)
Andrew Carlssin è una persona che sarebbe stata arrestata nel 2002 per violazione delle norme in Borsa e per insider trading. Carlssin avrebbe cominciato la sua breve carriera in Borsa con un investimento iniziale di 800 dollari per arrivare ad un guadagno di oltre 350 milioni di dollari.
A seguito del suo arresto, Carlssin avrebbe rilasciato una dichiarazione confessando di essere un viaggiatore del tempo e di provenire da un’epoca distante 200 anni nel futuro.
Egli avrebbe sfruttato le sue conoscenze riguardanti alcune società quotate in borsa per moltiplicare esponenzialmente le sue quote. Carlssin avrebbe raccontato agli investigatori di numerosi fatti o eventi non ancora avvenuti, tra cui la sorte di Osama Bin Laden e la cura per l’AIDS. La storia venne diffusa tramite Yahoo! News, portale di notizie.


ANDREW BASIAGO
Andrew Basiago, avvocato americano, nel 2004, fece un annuncio pubblico molto controverso, sostenendo che dall’età di 7 anni fino ai 12 partecipò al Project Pegasus, un programma segreto del governo degli Stati Uniti che lavorava sul teletrasporto e sui viaggi nel tempo, con il patrocinio della Defence Advanced Research Projects Agency.

“Il progetto prevedeva l’addestramento di bambini e di adulti al fine di testare gli effetti mentali e fisici dei viaggi nel tempo. Inoltre, i bambini hanno mostrato un vantaggio rispetto agli adulti in termini di adattamento alla dislocazione spazio-temporale tra passato, presente e futuro”

Secondo quanto riportato dall’Huffington Post, durante questo periodo, Basiago dice di aver sperimentato ben otto tecnologie differenti per il viaggio nel tempo. Per lo più, ha detto, il viaggio di basava su un teletrasporto realizzato sulla base di documenti tecnici presumibilmente ritrovati nell’appartamento a New York di Nikola Tesla dopo la sua morta, avvenuta nel 1943.
Secondo quanto racconta il procuratore, ciascuna delle sue visite nel passato era leggermente differente, “come se mi avessero mandato in una realtà alternativa leggermente differente, una sorta di linea temporale adiacente. Poichè le visite cominciavano ad accumularsi, due volte mi è capitato di imbattermi in me stesso”.



HAKAN NORDQVIST
Hakan Nordqvist racconta di essersi trovato a riparare una falla nel terreno in Olanda e di essere stato ad un certo punto risucchiato in un tunnel alla cui estremità avrebbe incontrato se stesso all’età di 70 anni. Nordqvist avrebbe quindi ripreso se stesso vecchio con il suo telefonino.
"Ero appena tornato a casa da un viaggio in Olanda, quando ho notato una pozza d'acqua a terra.
Ho subito pensato a una perdita, così sono andato a prendere i miei attrezzi e ho tentato di riparare la falla, ma...più mi spingevo oltre per cercare di raggiungere le tubature, più venivo trascinato.
Alla fine, mi sono ritrovato in un tunnel di luce e avevo davanti un uomo: ero chiaramente io da vecchio e, temendo che nessuno potesse credermi, ho documentato l'incontro con il mio telefonino".


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